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Notiziario Marketpress di Martedì 29 Giugno 2010
 
   
  PROTEZIONE DEI DATI: LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE AL REGNO UNITO DI RAFFORZARE I POTERI DELL´AUTORITÀ DI CONTROLLO, NEL RISPETTO DEL DIRITTO DELL´UE

 
   
   Bruxelles, 29 giugno 2010 - La Commissione europea ha chiesto al Regno Unito di rafforzare i poteri dell´autorità nazionale di protezione dei dati per allinearsi con la direttiva dell´Unione europea sulla protezione dei dati. La Commissione ha inoltrato la richiesta sotto forma di parere motivato, avviando così la seconda fase del procedimento d´infrazione dell´Ue. Le norme vigenti nel Regno Unito sono per molti versi limitate e assicurano un livello di protezione inferiore a quello imposto dalla normativa dell´Unione. Il Regno Unito ha due mesi per comunicare alla Commissione i provvedimenti presi per garantire il pieno rispetto della direttiva sulla protezione dei dati. "Le autorità di protezione dei dati sono chiamate a svolgere un compito delicato di estrema importanza: tutelare il diritto fondamentale alla vita privata. Le regole dell´Unione non tollerano nessuna ambiguità normativa che possa squilibrare l´operato dell´autorità di controllo; farò applicare questo principio con determinazione" ha affermato la Vicepresidente Viviane Reding, Commissaria per il portafoglio "Giustizia, diritti fondamentali e cittadinanza". "Esorto il Regno Unito a modificare rapidamente le norme nazionali per permettere alla sua autorità di controllo di svolgere il proprio dovere nell´assoluta trasparenza normativa. Avere un garante con pochi poteri è come lasciare il cane da guardia legato in cantina." Il caso riguarda il Data Protection Act del 1998, ovvero la legge britannica di attuazione della direttiva dell´Unione europea sulla protezione dei dati del 1995 (95/46/Ce), e la relativa applicazione da parte dei tribunali nazionali. La Commissione ha lavorato con le autorità britanniche alla risoluzione di una serie di questioni, ma vi sono alcuni punti rimasti irrisolti, soprattutto per quanto riguarda i poteri limitati dell´Information Commissioner il quale: •non può verificare se un paese terzo garantisce un livello di protezione adeguato; tale valutazione è necessaria prima di procedere al trasferimento internazionale di dati personali; •non può effettuare controlli casuali su coloro che utilizzano oppure elaborano dati personali, né può imporre sanzioni sulla base di questi controlli. Per giunta i tribunali britannici possono rifiutare all´interessato il diritto di ottenere la rettifica o la cancellazione dei dati personali e risulta anche limitato il diritto di ottenere il risarcimento del danno morale subito a causa di un utilizzo improprio dei dati personali. Queste prerogative e questi diritti, sanciti dalla direttiva Ue sulla protezione dei dati, devono valere anche nel Regno Unito. Come espresso nel parere motivato emesso oggi, la Commissione chiede al Regno Unito di porre rimedio a queste e ad altre inosservanze.  
   
 

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