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Notiziario Marketpress di Venerdì 09 Luglio 2010
 
   
  ROMA: QUALITÀ DELLE ACQUE DI BALNEAZIONE: RAPPORTO ANNUALE E PRIMO PORTALE

 
   
  La salute delle nostre acque di balneazione è nettamente migliorata rispetto al 1993. Dei 5175 chilometri di costa sottoposti a controllo, sui 7375 chilometri di costa italiana, ben 4969 chilometri di costa sono balneabili, pari ad una percentuale del 96 %. I restanti 2190 chilometri non sono considerati balneabili in quanto non accessibili al monitoraggio o perché porti o foci di fiumi. E´ quanto emerge dal rapporto annuale sulle acque di balneazione presentato oggi 24 giugno 2010 dal Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio insieme al primo portale consultabile dal pubblico in grado di fornire e ricevere informazioni in tempo reale sulla qualità delle acque. Il “Portale Acque” (www.Portaleacque.it) si compone di quattro principali sezioni relative alle acque potabili, minerali e termali e di balneazione. Le prime tre sezioni sono in fase di realizzazione. All’interno della sezione “Acque di balneazione” è contenuta un’applicazione Gis (Geographic Information System) che consente la visualizzazione tramite le ortofoto di Google Maps delle aree di balneazione italiane con i relativi punti di campionamento. L’italia è lo Stato europeo con il maggior numero di spiagge. Dopo l’Italia ci sono la Francia con 2.005 siti di balneazione, la Spagna con 1910 e la Grecia con 1273 (830 insufficientemente campionati). I siti balneabili italiani sono i più controllati d’Europa perché di fatto il nostro Paese ha, da oltre venti anni, adottato i criteri più restrittivi della direttiva europea che ha finora disciplinato il settore, tanto che il 90,8% dei suoi siti balneari è conforme ai valori guida dei parametri microbiologici contro la media dell’89,0 d’Europa. Se invece consideriamo i valori obbligatori, meno restrittivi dei valori guida, l’Italia ha una copertura del 92,2 % contro una media europea del 95,6%: quest’apparente discrasia è pienamente spiegata dall’evidenza che il nostro Paese esercita un numero di controlli per chilometri di costa superiore a quello di tutti gli altri paesi europei: infatti il nostro Paese controlla tutta la costa, e non soltanto i siti adibiti alla balneazione come fa la maggior parte degli altri Stati europei, attraverso una rete di monitoraggio capillare (punti di campionamento max. Ogni 2 km) ed un periodo di campionamento in assoluto più lungo (sei mesi all’anno). Si rammenta che il nostro Paese, al fine di tutelare la salute dei cittadini, vieta la balneazione nelle zone inquinate e ne consente la riapertura solo a seguito di risanamento ambientale ed esito favorevole delle analisi eseguite per un intero periodo di campionamento (comma 2 dell’art. 7 D.p.r.470/82). Ciò significa che, a differenza degli altri Stati Membri che non applicano i seguenti criteri cautelativi, l’Italia denuncia 302 siti come vietati alla balneazione (prevalentemente foci di fiumi). Il rapporto del 2010 come di consueto è costruito sui risultati delle analisi delle acque di balneazione ottenuti nella stagione balneare precedente (2009), prodotti dalle Agenzie Regionali per l’Ambiente. Della costa controllata soltanto un chilometro non è stato sufficientemente campionato, mentre per tutti gli altri abbiamo trovato 4969 chilometri di costa balneabile, vale a dire 9,1 Km in meno rispetto allo scorso anno e 224,3 chilometri interdetti temporaneamente alla balneazione perché inquinati  
   
 

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