Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Martedì 06 Luglio 2010
 
   
  EMILIE TURUNEN: COMBATTERE LA PIAGA DELLA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE

 
   
  Strasburgo, 6 luglio 2010 - La disoccupazione colpisce i giovani il doppio che il resto della popolazione. In tempi di crisi, un problema strutturale si trasforma in una piaga sociale. Emilie Turunen, Verde danese, 25 anni, è autrice di un rapporto che propone due idee concrete per combattere la disoccupazione giovanile in Europa. Perché il tasso di disoccupazione è così alto oggi, che barriere incontrano i giovani a causa della crisi? Sappiamo dalle crisi del passato che i giovani pagano il prezzo più degli altri, perché sono gli ultimi arrivati. Significa che saranno gli ultimi ad essere impiegati, e probabilmente i primi ad essere licenziati. Tantissimi giovani, soprattutto nel sud Europa, hanno contratti a termine o contratti atipici, per cui è facile liberarsi di loro se c´è crisi. Se le aziende non assumono più a casa della crisi, saranno i neo-laureati e neo-diplomati a rimetterci. L´abbiamo visto anche negli anni ´80, quando quasi una generazione non è riuscita ad accedere al lavoro stabile. Temo che stiamo ripetendo lo stesso errore oggi. Tutti i datori di lavoro dicono: "non possiamo prenderlo perché non ha esperienza", vogliono tutti persone già capaci di lavorare. Ma come fa uno a farsi l´esperienza, se c´è questa barriera all´ingresso? Dobbiamo trovare il modo di superarla.E alla fine un sacco di giovani accettano stage sottopagati e senza alcuna garanzia sociale. Lo stage sta rimpiazzando il lavoro vero? E´ un´evidenza! Il numero degli stage è cresciuto in paesi come Francia e Germania, mentre i posti di lavoro diminuiscono. Questo è un indicatore del fatto che gli stage stanno sostituendo i veri lavori. E non parliamo di qualche centinaia, ma di milioni di posti! E´ necessario garantire che gli stage siano veramente parte di un percorso formativo, e non siano il surrogato di un vero lavoro. Nel rapporto chiediamo una "Carta europea per la qualità degli stage". E´ importante che ci sia un contratto con l´università o l´istituto di formazione, perché lo stage sia fatto durante gli studi, e non una volta finiti. Non deve durare più di sei mesi, e non può rimpiazzare il vero lavoro. Abbiamo fatto varie proposte in questa Carta. Quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine della disoccupazione sui giovani, e sulla società in generale? L´effetto della disoccupazione non si può sottovalutare, è come se la società ti dicesse "non c´è bisogno di te". Ho letto molti studi sulla situazione negli anni ´80, e il paragone con i giorni nostri. Oggi la disoccupazione è un fenomeno interiorizzato. Significa che la gente, invece di dare la colpa ai politici e alla società, pensa di non essere adeguata, che sia colpa sua. Ti chiedi: "ma sono abbastanza bravo?". E allora la crisi, invece di essere una crisi collettiva diventa una crisi privata. E´ una sfida epocale per la nostra società. Il costo di un livello così elevato di disoccupazione giovanile è troppo alto. E´ uno spreco di risorse umane, di capitale sociale, di competenze, di persone che devono costruire la società di domani. Credo che, se continuiamo a non affrontare il nodo, mettiamo in pericolo le nostre economie. Ma in tempi di rigore finanziario, è realistico chiedere agli Stati di investire di più sulle politiche giovanili? Sfortunatamente, credo di no. Guardando alle decisioni dei governi oggi, c´è poco da sperare. Il nostro gruppo ha una posizione diversa da quella maggioritaria, e crede che il cammino tedesco seguito da tutti i governi europei per la riduzione del debito porterà a debiti raddoppiati. Finiremo in una recessione, la disoccupazione crescerà e soffocheremo quel poco ripresa che stava iniziando. E´ chiaro che dobbiamo ridurre i debiti pubblici, ma la questione è in che modi e che tempi. Due cose che si possono fare a livello Ue per aiutare i giovani. Una cosa è la "Carta europea per la qualità degli stage", che dovrebbe assicurare che l´esperienza pratica faccia parte del percorso formativo, e sia sottoposta a certe condizioni. Non c´´è niente che regola gli stage oggi, per cui i giovani sono intrappolati fra la condizione di studenti e il mercato del lavoro, ed è una fase in cui non hanno alcun diritto. La Carta riempirebbe questo vuoto. Seconda cosa, proponiamo una garanzia europea per i giovani, che assicurerebbe che un ragazzo non resti senza far niente per più di quattro mesi. Dopo, gli si dovrebbe offrire una formazione, un corso di studi o un vero lavoro. E´ un obiettivo ambizioso, è chiaro, ma i governi europei quattro anni fa l´avevano approvato. Sarebbe l´ora di tirarlo fuori dal cassetto. Stare seduti in poltrona troppo a lungo, può essere molto pericoloso.  
   
 

<<BACK