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Notiziario Marketpress di Giovedì 08 Luglio 2010
 
   
  VERTICE IN ALTO ADIGE DEL COMITATO GLACIOLOGICO ITALIANO

 
   
  Bolzano, 8 luglio 2010 - È stato l´Alto Adige ad ospitare la riunione estiva del Comitato glaciologico italiano, organismo attivo dal 1895 con il compito di promuove e coordinare le ricerche nel settore della glaciologia in Italia. Ne fa parte quale membro permanente l’Ufficio idrografico della Provincia di Bolzano, che ha organizzato la manifestazione. I ghiacciai rappresentano una fondamentale riserva d’acqua per molti bacini idrografici dell’arco alpino ed il monitoraggio delle loro variazioni di forma e di massa risulta di particolare importanza anche in funzione della pianificazione delle risorse idriche: di questi altri aspetti si è discusso a Bolzano in occasione dei due giorni della riunione estiva del Comitato glaciologico italiano. Dopo il saluto del presidente del Comitato, Carlo Baroni, e del direttore della Ripartizione provinciale Protezione civile Hanspeter Staffler, la riunione è stata l’occasione per fare il punto delle attività di monitoraggio glaciologico svolte a livello nazionale e locale. Gli interventi di Mirco Meneghel, coordinatore per il settore Triveneto, e di Roberto Dinale, vicedirettore dell’Ufficio idrografico provinciale, hanno focalizzato l’attenzione sul glacialismo nelle Alpi orientali e in Alto Adige. Entrambi gli interventi hanno richiamato le evidenze del progressivo ritiro dei ghiacciai nell’ultimo secolo. Seppur con fasi alterne, a partire dalla cosiddetta piccola età glaciale culminata tra il 1830 ed il 1850, anche sull’arco alpino orientale è infatti in atto una progressiva sensibile deglaciazione. In Alto Adige è in fase di aggiornamento il catasto dei ghiacciai. I risultati preliminari indicano una riduzione del 14,6 per cento delle superfici glaciali tra il 1997 e il 2006, ovvero del 31,6 per cento tra il 1983 ed il 2006. Rispetto al massimo avanzamento del Xix secolo si stima che le aree ricoperte dal ghiaccio si siano ridotte del 66,2 per cento. Attualmente i ghiacciai coprono poco più dell’1,2 per cento della superficie altoatesina. Tale trend negativo è ancor più evidente in termini volumetrici: in 19 anni di osservazioni, il ghiacciaio di Fontana Bianca in Val d’Ultimo, ad esempio, ha registrato una riduzione di spessore di oltre 20 metri. Lo stesso dicasi per le posizioni delle fronti dei ghiacciai, che in Alto Adige vengono controllate dagli operatori del Servizio glaciologico del Cai coordinati dal generale Pietro Bruschi, membro del Comitato glaciologico italiano. Georg Kaser, presidente dell´Organizzazione internazionale delle scienze della criosfera (International association of chryospheric sciences) nonché autore principale del rapporto Ipcc (Intergovernmental panel of climate change), ha illustrato l’importanza del contributo all’innalzamento del livello dei mari da parte di ghiacciai e calotte glaciali rispetto a quello dell’Antartide e della Groenlandia e ha invitato il Comitato a proseguire le attività di monitoraggio dei ghiacciai sulle Alpi ma anche in zone meno accessibili, come ad esempio in Himalaya. Il vertice altoatesino è proseguito con la visita didattica guidata al Museo archeologico di Bolzano e con la conferenza serale del fotografo e autore Gianni Bodini sui ghiacciai della Val Venosta e sull´interazione con la cultura della zona. Infine Vallelunga ha fatto da cornice ad una riuscita escursione didattica lungo l’omonimo sentiero glaciologico, che dalla malga di Melago porta fino al rifugio Pio Xi alla Palla Bianca. Guidati da Wolfgang Thöni della “Erlebnisschule Langtaufers”, professori, studenti e collaboratori dei servizi glaciologici hanno potuto toccare con mano le forme del territorio forgiate nel tempo dai ghiacciai e godere dello splendido paesaggio dei ghiacciai delle Alpi Venostane.  
   
 

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