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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Luglio 2010
 
   
  COSTA:ENEA,MARE ABRUZZESE POCO "INGRESSIVO" A RISCHIO SOLO PARTE DI ARENILI E FOCI DI FLUVIALI

 
   
  Pescara, 12 luglio 2010 - La costa abruzzese ha una bassa propensione all´ingressione marina. Tenuto conto di uno scenario previsionale di minima ma più probabile ed uno di massima ma meno probabile, per i prossimi cento anni il mare abruzzese si solleverà nel primo caso di 18 cm e nel secondo caso di 59. Inoltre, data la morfologia della fascia costiera abruzzese, la suscettibilità alla sommersione è limitata a settori di spiaggia e ad alucne aree prospicienti le foci fluviali. In definitiva, le percentuali di aree a rischio, in entrambi gli scenari, oscillano tra il 25 e il 35 per cento. I dati sono il risultato di uno studio affidato dalla Regione Abruzzo all´Enea, con l´obiettivo di quantificare la possibilità di innalzamento del livello del mare e, conseguentemente, individuarne i rimedi. Il tema è stato trattato da studiosi e ricercatori nel corso di una giornata di studio promomossa dal´assesorato all´Ambiente al Museo delle genti d´Abruzzo, a Pescara. I relatori hanno illustrato tecniche e motodologie per studiare il comportamento del mare abruzzese attraverso il carotaggio in quattro aree significative nelle diverse fasi morfologiche. Si tratta di Pescara, Giulianova, Alba Adriatica e la foce del Sangro. I carotaggi, attraverso l´analisi di reperti fossili rinvenuti, ha fornito informazioni relative al livello marino fino a 10 mila anni, utili ad ipotizzare una dinamica marina per i prossimi cento anni. Tale variazione è stata posta in relazione ai movimenti tettonici, i cui tassi di sollevamento variano nel tempo con valori prossimi allo zero, e in relazione al parametro glacio-idro-isostasia, ovvero i cambiamenti dovuti all´espansione o al ritiro delle coltri glaciali. Anche in questo caso le previsioni indicano per i prossimi 100 anni movimenti stimati in circa 0,5 mm/anno. Per l´assessore all´Ambiente, Daniela Stati, la Regione Abruzzo "è considerata a livello naizonale una reagio laboratorio sulle questioni della dinamica marina, grazie anche alla collaborazione con l´Enea. La volontà di voler conoscere la vulnerabilità del nostro territorio, è legata alla necessità di fornire strumenti programmatici che favoriscano il cambiamento climatico senza intralciarlo e senza provocare dannose ricadute sull´assetto socio- economico. I tecnici hanno fatto il loro mestiere fornendoci questo studio - ha concluso Stati - ora tocca alla politica trovare i finanziamenti per intervenire con atti concreti. In questo senso, abbiamo aperto un canale con il ministero dell´Ambiente".  
   
 

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