Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Luglio 2010
 
   
  SUINICOLTURA, CIA BASILICATA: DA INDUSTRIALI QUOTAZIONI TROPPO BASSE

 
   
  Per la suinicoltura non c’è pace. Il settore, dopo la profonda crisi del 2008 con un crollo drammatico dei prezzi e alle prese con un’invasione di prodotti stranieri - dal “salam” della Romania al prosciutto canadese oltre a salsiccia, capocollo e soppressata contraffatti - che sta mettendo in grave difficoltà il “made in Italy”, si trova ora a fare i conti con un atteggiamento irresponsabile da parte dei rappresentanti dei macellatori nell’ambito della Commissione unica nazionale (Cun). Le quotazioni proposte dagli industriali per i suini nazionali certificati sono state, infatti, di 1,15 euro al Kg come prezzo di riferimento. A sottolinearlo è la Cia-confederazione italiana agricoltori, fortemente preoccupata per una situazione che può provocare pesanti riflessi negativi agli allevatori lucani che sono, oltretutto, costretti a confrontarsi con una realtà molto complessa e con costi in vertiginosa crescita. Un comportamento, quello dei macellatori, che -avverte la Cia- aggrava, dunque, una crisi degli allevatori suinicoli che dura da anni e che ha visto molte aziende chiudere o ridurre drasticamente il numero dei capi. Basti pensare, che a fronte dell’attuale prezzo corrisposto agli allevatori, i costi di produzione vanno da 1,35 a 1,50 euro al Kg. I produttori suinicoli – evidenzia Luciano Sileo, responsabile Ufficio Zootecnico della Cia, durante un incontro con allevatori del Melandro - hanno ribadito di essere stanchi delle promesse mai mantenute e hanno chiesto a gran voce misure incisive che consentano al settore di superare l’attuale drammatica crisi che rischia di travolgere molte imprese. E da qui l’esigenza dell’immediata predisposizione di un Piano strategico di settore, mediante azioni mirate a sostegno. Nel ricordare che la Cia ha da tempo istituito il Gie (Gruppo di interesse economico) del comparto zootecnico, Sileo ha sottolineato le richieste più urgenti da affrontare per la suinicoltura: - Piano per il risanamento e relativa certificazione delle aziende; - Efficienza, garanzia di adeguati e costanti servizi da parte del sistema veterinario pubblico; - Il rilancio del ruolo, la riorganizzazione dei servizi (in un quadro di efficienza, efficacia e sostenibilità) dell’Apa, per aprire una nuova stagione di autogoverno. - Semplificazione degli adempimenti delle aziende zootecniche(gestione identificazione dei capi, normative in materia di vincoli e ottemperanze) - Programmi in materia di benessere animali e pacchetto igiene, che devono caratterizzarsi quali strumenti tesi a garantire e dare risposte alle legittime esigenze in materia di sanità e della sicurezza alimentare e non essere ulteriori occasioni per complicare e vessare gli allevatori. - Prevedere interventi mirati a favore del comparto zootecnico in particolare sul versante degli adeguamenti infrastrutturali scorrendo anche le graduatorie esistenti (recuperando tali progetti tra quelli da candidare sui “fondi liberati”) “Siamo sempre più convinti che – afferma Sileo - insistere sulla qualità, i controlli sull’intera filiera allevamenti-mattatoi-macellerie-supermercati rappresenti una garanzia in più per i consumatori e un vantaggio in più per gli allevatori che spuntano ancora prezzi bassi rispetto ai costi sempre crescenti in stalla. Dobbiamo perciò riprendere l’iniziativa avviata negli anni passati dalle associazioni professionali degli allevatori per riaprire un tavolo tecnico regionale su questo tema, facendo tesoro dell’esperienza positiva realizzata dagli allevatori di suini e dalle aziende di trasformazione dell’area Picerno-melandro. Di qui l’esigenza di pervenire ad un “paniere” di prodotti lucani tipici trasformati, prevedendo un disciplinare di produzione e la “tracciabilità” in cui indicare la provenienza di ciascun prodotto”.  
   
 

<<BACK