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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Luglio 2010
 
   
  TROPPI PARTI CESAREI IN SICILIA

 
   
  Palermo, 14 luglio 2010 - LŽassessorato regionale della Salute intende promuovere il ricorso al parto naturale e scoraggiare il ricorso improprio al parto cesareo, uniformandosi cosiŽ alle raccomandazioni dellŽOrganizzazione mondiale della SanitaŽ e recependo le linee guida emanate dal Ministero della Salute lo scorso 19 gennaio. La decisione scaturisce, in particolare, dai dati di attivitaŽ per il parto cesareo che sono stati registrati in Sicilia nel 2008 e nel 2009: la percentuale di parti cesarei eŽ stata del 53% circa (53,7% nel 2008 e 53,11% nel 2009), a fronte di una media nazionale del 38,35%, e allŽobiettivo del 20% fissato dal Ministero. Il dato siciliano, in particolare, eŽ appesantito dalle case di cura private che fanno registrare percentuali nettamente piuŽ alte. Per arginare sensibilmente il fenomeno, che tra lŽaltro eŽ uno degli obiettivi assegnati ai manager delle aziende sanitarie regionali, eŽ stato deciso di uniformare le tariffe con cui la Regione remunera, sia alle strutture pubbliche che a quelle private, le varie tipologie di parto. "CŽeŽ una evidente distorsione del sistema - spiega lŽassessore Russo - che non trova nessuna spiegazione epidemiologica e che incide pesantemente sui conti della Regione siciliana, senza in alcun modo offrire maggiori garanzie di sicurezza alle pazienti. Spesso il ricorso al parto cesareo eŽ motivato da una carente o errata informazione che viene fornita alle gestanti o da una cattiva organizzazione ospedaliera, ma ci sono anche ragioni economiche che orientano le scelte delle strutture: con le attuali tariffe, infatti, la Regione rimborsa una cifra quasi doppia per un parto cesareo. Da qui la scelta di uniformare le tariffe e sono convinto che questa decisione produrraŽ, nel giro di pochi mesi, un aumento dei parti naturali che riporteraŽ correttamente la Sicilia al livello delle altre regioni". Il decreto, che prende atto delle risultanze del tavolo tecnico appositamente istituito, prevede un rimborso di 1.900 euro per tutte e tre le principali classificazioni di parto (Drg) che finora sono state remunerate in modo diverso: il parto vaginale senza complicazioni viene pagato attualmente 1.489 euro; quello vaginale con sterilizzazione e/o dilatazione e raschiamento 1.945 euro; quello cesareo senza complicanze 2.359 euro. La cifra di 1.900 euro, in sostanza, rappresenta una media ponderata delle tre tariffe. Il decreto prevede inoltre che la tariffa del parto vaginale venga aumentata di altri 300 euro se effettuato in analgesia (per questo tipo di parti saranno presto emanate nuove linee guida) o a una donna che ha giaŽ avuto in precedenza parti cesarei. "Le linee guida ministeriali - aggiunge lŽassessore Russo - sottolineano come al maggiore ricorso alla pratica chirurgica non corrisponda una riduzione del rischio materno-fetale. I dati, che mettono in cattiva luce la Sicilia, ci impongono un cambio di tendenza e confermano lŽesigenza di mettere in atto al piuŽ presto una radicale riorganizzazione dellŽarea materno - infantile. Anche in questo caso bisogna incidere profondamente sugli aspetti culturali e della comunicazione oltre che della trasparenza: chiederemo agli operatori sanitari di offrire alle donne in gravidanza una adeguata informazione riguardo alla gestazione e alle diverse modalitaŽ di parto seguendo proprio le raccomandazioni contenute nelle linee guida ministeriali".  
   
 

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