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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Luglio 2010
 
   
  EDILIZIA: GOVERNO ELIMINA CONTROLLI E VINCOLI, PER L’UMBRIA SERIO PERICOLO

 
   
  Perugia, 14 luglio 2010 – “In materia di urbanistica ed edilizia il Governo elimina controlli e vincoli, determinando un pericolo serio per l’Umbria, terra ad alto rischio sismico e di dissesto idrogeologico”. È quanto sottolinea l’assessore ai Lavori pubblici e alle Politiche abitative della Regione Umbria, Stefano Vinti. “Dietro la retorica della costituzione di una ‘impresa in un giorno’ e la necessità di semplificare l’iter burocratico per l’inizio delle attività produttive – dice Vinti - che pur è esigenza sentita, benché in questi tempi di crisi profonda non si vedano tanti imprenditori pronti a lanciarsi in nuove iniziative industriali, il governo Berlusconi si appresta a dare vita alla più grande operazione di condono preventivo in materia di urbanistica di edilizia”. “Eliminando, inoltre, la possibilità di controllo delle pubbliche amministrazioni e degli enti locali sull’attività delle imprese in materia di urbanistica e edilizia – aggiunge Vinti - il Governo mette al centro dell’intero meccanismo di regolazione sociale le esigenze delle imprese e del mercato, sacrificando beni pubblici fondamentali come l’ambiente, il paesaggio, il patrimonio artistico e culturale attuando, come se avesse già modificato l’articolo 41 della Costituzione nella direzione voluta dal ministro Tremonti, cioè della assoluta libertà di iniziativa economica privata senza obblighi di utilità sociale o di armonizzazione con l’interesse pubblico”. “Il Governo – prosegue l’assessore – attua il rivolgimento della normativa in vigore con una semplice modifica: la dichiarazione di inizio attività (‘Dia’), che attualmente occorre presentare alla pubblica amministrazione e sulla base della quale avvengono i necessari controlli che poi autorizzano o meno l’attività richiesta (il permesso di costruire, nel caso dell’attività edilizia, ad esempio), viene sostituita da una semplice autocertificazione, la ‘Scia’ (Segnalazione certificata di inizio attività), che non necessita più di controlli o atti di autorizzazione, ma diventa immediatamente esecutiva all’atto della presentazione. La pubblica amministrazione ha solo la possibilità di verificare tutti i requisiti dichiarati dal presentatore della ‘Scia’ ed entro 30 giorni, con motivato provvedimento, vietare la prosecuzione dell’attività e bloccare i lavori già iniziati, ma solo in presenza di un danno grave e irreparabile per la salute, l’ambiente e il patrimonio artistico, ma in ogni caso negoziando con l’impresa autocertificante”. “Nel campo dell’urbanistica e dell’edilizia – rileva l’assessore regionale - è del tutto evidente che con questa nuova normativa si legalizzano le irregolarità e l’abusivismo, realizzando un condono preventivo aggravato da alcuni istituti che rappresentano la pietra tombale sulla tutela dell’ambiente. Infatti, la ‘Scia’ sostituirà tutte le autorizzazioni e i nulla osta e che il silenzio della pubblica amministrazione decorsi i 30 giorni dalla presentazione dell’autocertificazione vada interpretato come assenso, mettendo in atto una generalizzazione di una norma eccezionale fino ad oggi, tanto più che quando riguarda beni ambientali, culturali e paesaggistici il silenzio è sempre stato interpretato come rifiuto, come previsto dal Codice dei beni culturali approvato dal governo Berlusconi nel 2004. Inoltre, dopo aver previsto che anche per le aree protette varrà il principio del silenzio-assenso per le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate su parere vincolante di Regioni e Soprintendenze, la valutazione di impatto ambientale potrà ora essere affidata a Università e altri enti pubblici”. “Dietro alla lotta alla burocrazia, della semplificazione e della riduzione delle spese improduttive per le imprese – afferma Vinti - c’è nella proposta di manovra in discussione al Senato, con l’emendamento all’art.49, un regalo agli speculatori, ai ‘furbetti’ e agli irregolari e una spinta alla cementificazione selvaggia in nome dei profitti facili e in barba ai vincoli di tutela dell’ambiente, del paesaggio, della sicurezza e salute dei cittadini”. “In un Paese dove il rischio sismico e idrogeologico ha comportato spesso enormi danni e perdite per una sottovalutazione delle regole e dei vincoli – dice l’assessore regionale - dove gli abusivismi, secondo il Cresme, in 25 anni sono stati un milione, dove 10mila dal 1990 a oggi sono le vittime, i feriti e i dispersi a causa del dissesto idrogeologico, dove la criminalità organizzata ha nell’edilizia un terreno privilegiato di investimento, i provvedimenti che il Governo vuole introdurre non significano solo una ‘deregulation’ pericolosissima, basti pensare a cosa avverrà per il ‘Durc’ e la positiva esperienza della sua applicazione in Umbria, per la sicurezza sul lavoro, la sicurezza del territorio, la legalità, ma – conclude - una vera e propria spinta allo scempio edilizio, alla devastazione ambientale, al Far West urbanistico”.  
   
 

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