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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Luglio 2010
 
   
  GIRO D’AFFARI ILLECITO PER OLTRE 60 MILIARDI DI EURO A DANNO DELLE DENOMINAZIONI DI ORIGINE ITALIANE ACETO BALSAMICO A RISCHIO CONTRAFFAZIONE, CONSORZI DI TUTELA E MINISTERO A CONVEGNO

 
   
  L’impegno delle Istituzioni e dei consorzi verso una tolleranza zero delle frodi alimentari che danneggiano immagine e qualità del Made in Italy, in un convegno al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali a Roma. Agropirateria, ovvero quando la contraffazione del Made in Italy non è solo abbigliamento e accessori firmati. Su questo tema particolarmente attuale e delicato è in programma un convegno a Roma presso la Sala Cavour (Parlamentino) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal titolo “La tutela delle denominazioni Dop e Igp a livello nazionale e internazionale: il caso del “balsamico” a confronto con altre denominazioni”, fortemente voluto e organizzato dai Consorzi di tutela dell´Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia Dop e dell’Aceto Balsamico di Modena Igp. Tali consorzi, in rappresentanza di oltre 300 produttori per le due Dop e circa 80 per l’Igp, hanno chiesto di poter fare - grazie al suddetto convegno - chiarezza una volta per tutte sulla qualità e sui disciplinari da rispettare per potersi fregiare di tali denominazioni, oltre a confrontarsi sulle azioni di tutela già intraprese o da intraprendere. “A circa un anno dalla registrazione dell’Igp Aceto Balsamico di Modena - commenta il presidente dell’omonimo consorzio Cesare Mazzetti in rappresentanza dei tre consorzi - abbiamo registrato un notevole incremento nell’interesse dei consumatori anche a livello internazionale, sia dell’Aceto Balsamico di Modena che delle due Dop Aceto Balscamico Tradizionale di Modena e di Reggio Emilia. Purtroppo - continua - in parallelo, si sono registrati incrementi sia sul mercato estero che in quello interno, di prodotti imitativi che cercano di sfruttare l’immagine e il “sounding” per commercializzare condimenti alimentari che nulla hanno a che vedere con il “balsamico” se non l’assonanza con il nome. Il danno economico per il prodotto viene stimato in oltre 60 milioni di euro, rappresentanti il 25% della produzione totale. Per questo motivo - conclude Mazzetti - riteniamo sia di fondamentale importanza sviluppare una accurata attività di tutela che protegga queste denominazioni al pari di altre altrettanto famose dell’agroalimentare italiano”. All‘incontro, moderato dal giornalista Franco Poggianti e a cui è stato invitato anche il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Giancarlo Galan, saranno presenti il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano Leo Bertozzi che porterà l’esperienza di alcune importanti azioni legali vinte dal Consorzio nella difesa del marchio Parmigiano Reggiano contro a recenti tentativi di imitazione, Denis Pantini, responsabile dell’area ricerche su agricoltura e industria alimentare di Nomisma che presenterà i dati relativi ai danni economici procurati dall’agropirateria soffermandosi in particolare sul caso del “balsamico”, Riccardo Deserti della direzione generale per lo sviluppo agroalimentare, qualità e tutela del consumatore del Mipaaf chiamato a intervenire sull’applicazione in Italia della normativa europea a tutela dei prodotti agroalimentari di qualità e Fausto Capelli, docente di diritto comunitario presso il Collegio Europeo dell’Università di Parma che concentrerà l’intervento sulla tutela delle denominazioni composte come quella dell’aceto balsamico. Federalimentare stima in circa 60 miliardi di euro l’anno il giro d’affari derivante da frodi alimentari, in particolare dei prodotti Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma, Grana Padano, Gorgonzola e - per l’appunto - Aceto Balsamico. Una battaglia da combattere in difesa di un patrimonio culturale, dell’immagine del Made in Italy nel mondo e di un settore economico che fattura ogni anno oltre 8 miliardi di euro ed esporta quasi 2 miliardi di euro, dando lavoro tra attività dirette e indotto, a più di 300 mila persone.  
   
 

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