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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Luglio 2010
 
   
  CHARDIN, IL PITTORE DEL SILENZIO - FERRARA, PALAZZO DEI DIAMANTI 17/10/10 - 30/01/11 E MADRID, MUSEO NACIONAL DEL PRADO 28/02/11 - 29/05/11

 
   
  «Noi usiamo i colori ma quello con cui dipingiamo è il sentimento». Con queste parole, Jean-baptiste Siméon Chardin (1699-1779), contrapponendosi alle regole accademiche allora in voga, amava descrivere il suo modo di fare arte e la sua poetica. A questo grande protagonista dell´arte del Settecento, uno dei più straordinari pittori di tutti i tempi, Ferrara Arte dedicherà dal 17 ottobre 2010 al 30 gennaio 2011 un´importante mostra, la prima mai consacrata all´artista nel nostro paese. L´esposizione è organizzata in collaborazione con il Museo del Prado di Madrid, che la ospiterà dopo la tappa italiana, ed è curata da Pierre Rosenberg, massimo esperto di Chardin, membro dell´Académie Française e già direttore del Musée du Louvre. Chardin è l´artista francese che ha avuto maggior influenza sulla pittura moderna. L´aver elevato gli oggetti di uso quotidiano e i gesti delle persone comuni a materia di rappresentazione artistica ne fa il vero erede di Vermeer e, al contempo, il punto di riferimento per artisti del calibro di Cézanne, Matisse, Braque e Morandi. Ma Chardin non è solo uno dei più influenti artisti del Settecento, è anche uno dei più originali. Egli infatti rifiuta, sin da giovanissimo, i percorsi didattici accademici ed è uno dei pochi a non aver mai effettuato il viaggio in Italia. Tra tutti i generi pittorici evita proprio quelli che nella Francia del secolo dei lumi sancivano la statura e la fortuna degli artisti, e cioè i dipinti di soggetto storico o mitologico. Nonostante ciò, nel 1728 l´Académie Royale de Peinture et de Sculpture - alla quale Chardin aveva sottoposto la propria candidatura con le prime impressionanti nature morte - riconosce il suo talento e lo accoglie nei suoi ranghi come pittore di frutta e di animali. La scelta del genere della natura morta, apparentemente minore, non ne vincola il successo e Chardin si impone presto sulla competitiva scena parigina. Nel corso del decennio successivo, egli estende la propria ricerca anche alla figura umana, effigiata perlopiù in ambienti domestici e nello svolgimento di semplici mansioni quotidiane, in scene in cui i ceti più umili sono associati ai rampolli della borghesia francese. Nascono così capolavori come Il garzone d´osteria, La governante o Il giovane disegnatore ai quali si affiancano le toccanti raffigurazioni delle attività ricreative dei giovani come le Bolle di sapone, la Bambina che gioca col volano o il Bambino con la trottola. In ciascuna di queste opere, attraverso una tecnica pittorica stupefacente, incentrata sul rapporto tra tono e colore e sulla variazione degli effetti di luce sugli oggetti e sulle persone, l´artista riesce a trasmettere all´osservatore l´emozione provata di volta in volta di fronte al soggetto. È con questo spirito che Chardin dipinge, ad esempio, il Mazzo di fiori (c. 1755) uno degli esiti più alti della sua arte, dove la straordinaria freschezza di esecuzione e la tavolozza dai colori audaci appaiono del tutto inedite rispetto alle opere dei suoi contemporanei. Il successo dell´innovativa pittura di Chardin è registrato dalle reazioni del pubblico alle tele che l´artista espone al Salon a partire dal 1737. Entusiasti, ad esempio, i pareri di alcuni intellettuali tra cui Denis Diderot, che nel 1763 osanna pubblicamente il realismo delle nature morte del pittore. Chardin è molto apprezzato anche dal re di Francia Luigi Xv, al quale il pittore dona la Madre laboriosa e il Benedicite, ricevendo in cambio la stima del sovrano e, nel 1757, il grande privilegio di dimorare e lavorare al Louvre. Verso il 1770 i problemi di salute lo inducono a rallentare l´attività e ad abbandonare progressivamente la tecnica ad olio. Con un gruppo di ritratti a pastello si conclude la lunga carriera di un artista che per tutta la vita aveva concepito la pittura come un mezzo per conoscere la realtà, evitando con cura i contenuti aneddotici, e mirando a raggiungere un´arte senza tempo che riflettesse un´armoniosa perfezione tra forma ed emozione. La mostra di Ferrara e Madrid offrirà l´occasione di ripercorrere le tappe salienti del percorso artistico di Chardin attraverso un´ampia selezione di opere provenienti da musei e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. La rassegna spazierà così dalle nature morte giovanili alle scene di genere della prima maturità, fino al ritorno agli oggetti degli anni Cinquanta e agli straordinari capolavori dell´ultimo periodo. Un appuntamento che si preannuncia imperdibile e che aspira a far scoprire al pubblico italiano un´artista che Vincent Van Gogh riteneva «grande come Rembrandt». Chardin. Il pittore del silenzio. Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 17 ottobre 2010 - 30 gennaio 2011. La mostra, a cura di Pierre Rosenberg, è organizzata da Ferrara Arte e dal Museo Nacional del Prado di Madrid, in collaborazione con le Gallerie d´Arte Moderna e Contemporanea, il Comune di Ferrara, la Provincia di Ferrara, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, la Cassa di Risparmio di Ferrara e Parsitalia Real Estate. Catalogo a cura di Pierre Rosemberg edito da Ferrara Arte. Aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00 Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio Info Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064 e-mail: diamanti@comune.Fe.it - http://www.palazzodiamanti.it/  
   
 

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