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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Luglio 2010
 
   
  PRONUNCE DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO NEI CONFRONTI DELLO STATO ITALIANO - RELAZIONE AL PARLAMENTO - ANNO 2009

 
   
  Roma, 15 luglio 2010 - È stata presentata al Parlamento la Relazione sullo stato di esecuzione delle pronunce della corte europea dei diritti dell’uomo nei confronti dello stato italiano per l’anno 2009. La Relazione, redatta dal Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi – Ufficio del contenzioso e per la consulenza giuridica in attuazione dell’articolo 5, comma 3, lettera a-bis), della legge 27 agosto 1988, n. 400, illustra le attività svolte dallo Stato italiano nell’ambito degli obblighi assunti con la ratifica della Convenzione europea per la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, per garantire l’esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo. Stanza della Corte europea dei diritti dell’uomo - Rilevanti sono stati i progressi compiuti, in sede di giurisdizione nazionale, nel garantire l’aderenza dell’ordinamento italiano ai principi desumibili dalle disposizioni della Convenzione europea, come interpretate dalla Corte di Strasburgo. Le più rilevanti pronunce nell’anno 2009, distinte in relazione alla materia di intervento Sul diritto al rispetto della vita privata; Sul principio di parità delle parti nel processo; Sul diritto di difesa dell’imputato nel processo penale; Sui limiti della devoluzione agli arbitri delle controversie in materia di opere pubbliche; Sulla sanzione accessoria della confisca dei beni abusivamente lottizzati. L’andamento del contenzioso nei confronti dell’Italia Il numero globale di ricorsi pendenti contro l’Italia ammonta, nel 2009, a 7.150, dato che rappresenta il 6,0% del totale dei ricorsi riguardanti tutti i 47 Paesi aderenti alla Convenzione. Per quanto riguarda il dato complessivo delle pronunce, l’Italia si colloca, nel 2009, al 7° posto nella graduatoria dei Paesi membri per maggior numero di sentenze emesse, alle spalle della Grecia (75), Ucraina (126), Polonia (133), Romania (168), Russia (219) e Turchia (356), registrando un lieve ambiamento rispetto alla classifica del 2008, dove ricopriva la 6^ posizione. Interessante è notare come il rapporto tra sentenze di condanna e sentenze di non violazione si mantenga più o meno costante per tutti gli Stati membri, ad eccezione di cinque e cioè Francia (con 20 di condanna rispetto a 11 di non violazione), Germania (con un rapporto di 18 a 3), Spagna (con un rapporto di 11 a 6), Svizzera (il rapporto è di 5 a 2), Regno Unito (il rapporto è di 14 a 3). Con particolare riferimento all’Italia si rileva che circa il 12% dei casi di condanna è rappresentato da leading cases, mentre il restante 88% da casi ripetitivi, dato statistico che si mantiene costante negli anni, e ciò dimostra che l’Italia appare quasi esente da problematiche rilevanti di violazione di diritti umani e piuttosto caratterizzata da problemi generali legati a carenze delle strutture giudiziarie ed amministrative. I temi sensibili Le espulsioni; Il diritto all’istruzione e alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Affari contenziosi pendenti - Fra le varie questioni non ancora decise in via definitiva nel corso dell’anno 2009 e che troveranno probabilmente conclusione nell’anno 2010 si segnalano: la questione sulla legge elettorale italiana n. 270 del 2005; la questione sulla legittimità della assegnazione delle frequenze per le trasmissioni televisive a cavallo dei due sistemi, analogico e digitale; il problema della liquidazione dei beni della “Fondazione Ordine Mauriziano”; il contenzioso del personale A.t.a. Della scuola.  
   
 

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