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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Luglio 2010
 
   
  FVG: UN ACCORDO CONTRO IL LAVORO NERO NEL MANZANESE COINVOLTE OLTRE UNA TRENTINA DI AZIENDE CINESI CON ALTA MOBILITÀ, BASSO LIVELLO DI OCCUPAZIONE E FATTURATO MEDIO DI 90 MILA EURO L´ANNO.

 
   
  Udine, 21 luglio 2010 - Dopo il tavolo "politico", riunitosi ieri in prefettura a Udine, sarà attivato un tavolo tecnico che elaborerà, entro settembre, la bozza di protocollo per l´attivazione sinergica del monitoraggio mirato a contrastare attivamente il lavoro nero e l´immigrazione clandestina nel distretto della sedia in Friuli Venezia Giulia. Il fenomeno, che ha sfaccettature sociali e ambientali di non poco conto, coinvolge oltre una trentina di aziende e sette società che fanno capo ad imprenditori cinesi giovani (nati negli anni ´80) e sono caratterizzate da alta mobilità (sempre a livello locale) basso livello di occupazione (da 1 a 5 persone, iscritte perlopiù a part-time) e un fatturato medio dichiarato di 90 mila euro l´anno. Poco se, come attestano gli stessi cittadini del quadrilatero della sedia, gli orari di lavoro in queste strutture si prolungano sino a notte e se queste aziende, che si occupano in massima parte di tappezzeria, hanno pressoché azzerato la presenza sul territorio di imprese autoctone del comparto. "Abbiamo ricevuto in proposito diversi segnali d´allarme dai sindaci, dai cittadini e dalle categorie produttive, in particolar modo dagli artigiani che sono stati costretti a subire la concorrenza sleale di questi imprenditori sino alla chiusura delle loro ditte" rileva l´assessore regionale alla Sicurezza Federica Seganti, che ha partecipato alla riunione assieme al prefetto, Ivo Salemme, ai sindaci di Corno di Rosazzo, Loris Basso, di San Giovanni al Natisone, Franco Costantini, e di Premariacco, Rocco Ieracitano, a Patrick Stacco assessore del Comune di Manzano ed ai rappresentanti della Questura, del Comando provinciale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Locale e del dipartimento Prevenzione sicurezza degli ambienti di lavoro dell´Ass4. "Per combattere il fenomeno abbiamo pertanto deciso di elaborare un patto locale per la sicurezza che coinvolga i Comuni del Manganese, la Prefettura, le Forze dell´ordine e la Polizia locale in un´azione di controllo che consenta, anche attraverso l´elaborazione di una banca dati condivisa, il monitoraggio costante del territorio" dichiara l´assessore, notando che "il mix di lavoro e attività in nero ha portato sinora a sanzioni perlopiù ignorate perché la prassi, in questi casi, è l´immediata chiusura e lo spostamento dell´azienda nel comune limitrofo". "Con una nuova sede ed un nuovo nome, ma con gli stessi macchinari vecchi ed illegali, lo stesso personale e la stessa scarsa attenzione per l´ambiente, la produzione riprende - spiega l´assessore Seganti - in un ciclo che vede l´assunzione ed il licenziamento, nell´arco di un paio di mesi, dei lavoratori cinesi immigrati, situazioni di convivenza in massa in abitazioni inadeguate ed il riciclo dei capitali accumulati e non dichiarati in sale da gioco ed altre attività".  
   
 

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