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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Luglio 2010
 
   
  TRENTO, COMUNITÀ DI VALLE: UN INVESTIMENTO IN DEMOCRAZIA OBIETTIVI DEI NASCENTI ORGANISMI SONO: CONTENERE LA SPESA PUBBLICA E ASSICURARE ECONOMIE DI SCALA NELLA GESTIONE DEI SERVIZI

 
   
  Trento, 21 luglio 2010 - Facile recitare la già sentita litania per invocare l´idea di un Trentino da gestire come se fosse un quartiere di Milano. Non è così, qui il concetto di democrazia corrisponde ad un grande investimento che, con una legge provinciale, si è voluto fare proprio per raggiungere l´obiettivo di un modello amministrativo il piu vicino possibile alle esigenze dei cittadini". Risponde così, l´assessore provinciale all´urbanistica, enti locali e personale, Mauro Gilmozzi alle ultime prese di posizione sui costi delle nuove comunità di valle. Costi sui quali si continuano a diffondere imprecisioni. Tanto per cominciare va evidenziato che l´incremento di spesa netto per l´avvio delle nuove comunità è pari a 600.954,74 euro e si tratta di oneri connessi alla fase di prima costituzione di cinque nuovi enti, nello specifico quelli che costituiscono l´evoluzione del comprensorio Valle dell´Adige. "In ogni caso - aggiunge Gilmozzi - i commenti seri andrebbero fatti una volta terminato l´iter dei nuovi assetti organizzativi, posto che questa riforma cerca di rispondere ad un´esigenza di organizzazione della cosa pubblica capace di contenere la spesa, incrementando i servizi ai cittadini e semplificando le procedure". Ripercorriamo ancora una volta la storia. La delibera adottata dalla giunta provinciale nell’ultima seduta ripartisce i fondi per l’attività istituzionale di comprensori e comunità dando attuazione a criteri già approvati con precedenti provvedimenti adottati alla fine del 2009 e nel marzo dell’anno corrente. Per quanto riguarda le critiche apparse anche sulla stampa circa l’incremento di spesa determinato dall’avvio delle nuove comunità, va precisato che rispetto al 2009 le assegnazioni complessive per attività istituzionale passano da 18.708.621,83 a 19.627.024,20: l´aumento è di 918.402,37 euro, ma di questi 317.477,63 euro riguardano spese che non hanno alcuna relazione con l’avvio delle comunità e con l’attuazione della riforma istituzionale. "Se proprio insistiamo a puntare l´accento sull´incremento della spesa - chiosa Gilmozzi - si abbia almeno l´onestà di dire che stiamo parlando di poco più di 600mila euro". "Ma l´analisi del puro dato finanziario - aggiunge l´assessore - resta "riduttiva" se non si tengono in considerazione alcuni elementi di contesto. In primo luogo la complessità della fase di avvio delle comunità, che comporta alcuni oneri straordinari e di primo funzionamento che si prevede di annullare una volta che le comunità entreranno a regime". In altre parole i risparmi e l´efficienza futuri protranno scaturire grazie all´individuazione di un livello istituzionale con dimensioni sufficienti ad assicurare economie di scala nella gestione dei servizi, in una dimensione più ampia rispetto a quella comunale e non così centralizzata come quella provinciale, in un’ottica di progressiva valorizzazione dell’esercizio delle funzioni da parte dei comuni in forma associata e in armonia con i contenuti della manovra finanziaria nazionale. Si ricorda per l´appunto che tale iniziativa si pone in coerenza con gli obiettivi complessivi imposti anche a livello nazionale dalla manovra finanziaria dello Stato, che ha reso obbligatorie sul restante territorio nazionale forme di gestione associata delle funzioni da parte degli enti locali.  
   
 

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