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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Luglio 2010
 
   
  MILANO (VILLA NECCHI CAMPIGLIO): MOSTRA “L´INFINITO PAESAGGIO” - DIPINTI INEDITI E RECENTI DI TULLIO PERICOLI - DALL’8 OTTOBRE AL 7 NOVEMBRE 2010

 
   
  Il Fai – Fondo Ambiente Italiano presenta la mostra L’infinito paesaggio di Tullio Pericoli, artista marchigiano, noto disegnatore e ritrattista: dall’8 ottobre al 7 novembre 2010, nell’elegante cornice di Villa Necchi Campiglio, proprietà del Fai nel cuore di Milano, saranno esposte quaranta fra le ultime creazioni dell’artista, di cui la metà assolutamente inedite. In mostra l’ultima produzione artistica del pittore Tullio Pericoli, cui il Fai rende omaggio per il legame che unisce l’artista alla città di Milano e per il suo continuo e costante riferimento al paesaggio italiano, soggetto principe delle sue opere in un arco di oltre 40 anni di attività. ”L’attenzione per il paesaggio – racconta Pericoli - credo sia in gran parte dovuta al fatto che esso contiene una storia, una storia di cui siamo partecipi; ma è proprio il paesaggio ad offrirci questo senso di partecipazione. Quando ci troviamo davanti a un paesaggio che, per la sua grandiosità o bellezza, ci colpisce, la sensazione di piacere che proviamo deriva anche da un moto di appartenenza. Vogliamo esserne parte, percepiamo una sorta di unità con quello che vediamo, un’apparenza di totalità che in quell’istante sentiamo armonica.” Il tema del paesaggio si lega anche all’iniziativa di raccolta fondi legata alla mostra: sarà possibile infatti acquistare le opere esposte a Villa Necchi e una parte dei fondi raccolti sarà devoluta al Bosco di San Francesco ad Assisi, bene tutelato dalla Fondazione, che durante tutto il 2010 è stato al centro delle attività che il Fai ha dedicato alla conoscenza e alla tutela del paesaggio italiano. Tullio Pericoli nasce a Colli del Tronto (Ascoli Piceno) e dal 1961 vive a Milano dove si afferma come pittore e disegnatore. Espone le sue opere in Italia e all´estero presso gallerie private e musei. Nel 1995 la sua attività di scenografo e costumista lo porta a lavorare per l´Operahaus di Zurigo, il Teatro Studio e il Teatro alla Scala di Milano. Pur nella diversità di tecnica e stile adottati in più di 40 anni di attività, dalle “geologie” della fine degli anni ’60 alle realizzazioni più segniche, sintetiche, dell’ultima produzione, l’interrelazione dell’uomo con il paesaggio rimane il tema principale della sua produzione. Protagonista è quindi il paesaggio che, nelle prime opere, è descritto più in forma di racconto, e successivamente in modo sempre più astratto. Nei suoi titoli Pericoli allude ai paesaggi italiani, più spesso marchigiani, ma vi allude cautamente in quanto paesaggi reinventati, che diventano scenario della fantasia e dell’anima: una sorta di linguaggio di valore universale. Da qui l’omaggio al conterraneo Leopardi nei titoli delle sue opere e delle sue esposizioni. “L’infinito Paesaggio” dà il nome a una quarantina di opere di recentissima realizzazione, fra cui molti inediti, che rappresentano la riflessione dell’autore sulla propria produzione artistica, sintesi della sua opera precedente. In mostra saranno esposte tele di grandi e di piccole dimensioni, particolarmente dense, in cui la materia diventa il soggetto del quadro, condensata e raggrumata sulla tela e poi incisa, “plasmata”. Questo procedimento è particolarmente accentuato nelle tele più piccole, dove il tratto si fa più tormentato e le tinte si sposano e confondono. “Nei miei dipinti e nella stratificazione dei segni e della materia che vi è stesa, - continua Pericoli - è racchiusa la mia personale storia di artista e, insieme ad essa, anche la mia conoscenza del mondo dell’arte: quanto ho visto, studiato e imparato entra nell’opera e vi si deposita in strati, proprio come succede nel paesaggio con i segni dell’opera dell’uomo e del tempo.” Durante il periodo della mostra il Fai organizza un ciclo di incontri sul paesaggio: tra i relatori Salvatore Settis, Cesare Segre, Giuseppe Barbera e Paolo Pejrone. La mostra è corredata da un catalogo, a cura di Lucia Borromeo, responsabile scientifico del Fai, edito da Corraini Edizioni. L´allestimento della mostra è a cura di Gae Aulenti  
   
 

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