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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Luglio 2010
 
   
  DAL MONDO DEL VINO AFFETTO E SPERANZA PER L’AQUILA IL BANCO DEL VINO CONSEGNA IL “CAPITALE LIQUIDO” AI LOCALI CHE HANNO RIAPERTO

 
   
  L’aquila - Un piccolo esercito di coraggiosi, molti dentro la “zona rossa”. Sono i proprietari dei ristoranti, dei wine bar, delle enoteche che hanno deciso di riaprire i battenti a L’aquila. Ieri mattina si sono ritrovati nella sala conferenze della Fiamme Gialle per ricevere una simbolica “dote” - circa 80 bottiglie a locale - generosamente offerta da decine di produttori e da due fra i principali Consorzi italiani: quello del Soave e la Confraternita del Sagrantino, quest’ultima presente alla cerimonia di consegna con i suoi vertici. “Felice e onorato di aver custodito anche queste preziose bottiglie a nome degli aquilani” ha dichiarato il generale Fabrizio Lisi ricordando che nella Caserma della Guardia di Finanza di Coppito, di cui è il Comandante, si trovano molti dei piccoli e grandi tesori del capoluogo abruzzese e fra questi la storica Bolla del papa Celestino V. E’ stato grazie alla collaborazione delle Fiamme Gialle, infatti, che si sono poture “stoccare” quasi 2000 bottiglie (le ultime casse sono arrivate qualche giorno fa) spedite all’Aquila dalle decine di produttori italiani che hanno risposto all’appello del giornalista Antonio Paolini il quale, dopo il terremoto, in occasione delle presentazioni delle maggiori Guide di settore (Espresso, Gambero Rosso, Vini Buoni d´Italia Touring Club) ha promosso il progetto “Piccolo banco solidale del vino” con l’idea di ricostituire, almeno in parte, le cantine andate distrutte dal sisma. “Un messaggio di speranza in bottiglia” aveva dichiarato allora Paolini: quel messaggio è arrivato, forte e chiaro e le adesioni si sono moltiplicate. Alla consegna simbolica della prima bottiglia della dote a ciascun locale hanno partecipato il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente e l’assessore al Commercio del Comune di Teramo, Giorgio D’ignazio, in rappresentanza della “città sorella e solidale”. Una vicinanza, questa dell’amministrazione comunale di Teramo, sottolineata anche con il dono: una tre litri di Docg delle Colline Teramane. Cialente, riferendosi ai ristoratori, ha elogiato il “loro coraggio” che, ha detto: “mi auguro sia di buon esempio a tanti altri. Noi saremo al fianco di chiunque voglia tornare a intraprendere a L’aquila impegnandoci a svolgere tutte le procedure nel più breve tempo possibile nonostante i tempi siano molto difficili e non ce lo nascondiamo. Intanto grazie a voi che siete qui”. A margine, il Sindaco, ha confermato la realizzazione del progetto della “Cassa armonica” di Renzo Piano: una sede per i concerti per riportare a L’aquila, come da tradizione “I più grandi concertisti del mondo”. E nel corso della piccola cerimonia sono stati gli stessi ristoratori a raccogliere il testimone ideale del Piccolo Banco Solidale del Vino con un progetto che dovrebbe prendere vita nelle prossime settimane: “una manifestazione gastronomica da organizzare tutti insieme, lungo uno dei percorsi della citta storica, per continuare a mantenere viva l’attenzione sull’Aquila e per testimoniare la coesione di quanti non si vogliono rassegnare al rischio di vedere la loro città estinguersi” . Questo era l’obiettivo del Banco solidale del Vino: una fiammella, minima e di misurata rilevanza, accesa in un panorama mai forse così gravato di incognite a partire dal grande disastro del sisma e dalle tante speranze accesesi subito dopo. Questa fiammella vuol costituire un segnale: un luogo, uno spazio, una città, una "agorà", una comunità, per rinascere hanno bisogno di molte, nodali, fondamentali, importantissime cose. “Questa mattina tutti avete letto sui giornali e avete ascoltato dai notiziari radio e tv che L’aquila ha urgente bisogno di liquidi: lo ha detto il Sindaco, lo dice il presidente Chiodi – ha affermato scherzosamente l’ideatore del Banco Solidale del Vino, Antonio Paolini – anche noi abbiamo portato dei liquidi. Una goccia nel mare nei bisogni della città. Ma i nostri ci sono. Li avevamo promessi e sono arrivati”.  
   
 

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