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Notiziario Marketpress di Venerdì 23 Luglio 2010
 
   
  CASTELFRANCO VENETO CITTÀ D’ARTE. CONTEMPORANEA TRANSIZIONI 3 DAVID RICKARD, EXHAUST 24-07-10 24 H DI PERFOMANCE DALLE ORE 10.00 DI VENERDÌ 23 LUGLIO ALLE ORE 10.00 DI VENERDÌ 24 LUGLIO

 
   
  Transizioni-transitions, il progetto di arte pubblica che da dicembre 2009 ha trasformato il tessuto urbano di Castelfranco Veneto in un inedito e sorprendente laboratorio di interazione tra l’antico patrimonio artistico del centro storico le forme espressive del linguaggio artistico contemporaneo, si concluderà sabato 24 luglio 2010 con la presentazione del terzo ed ultimo intervento, curato dall’artista neozelandese David Rickard. L’intervento di Rickard, preceduto in sequenza temporale da quelli di Valerio Bevilacqua e Francesco Candeloro, coinvolgerà un’area curiosamente emblematica della città e del suo incontro tra vari segmenti storici: la Porta Salomona, situata a nord del quadrilatero murario, nelle adiacenze di Piazza Giorgione. Lo spazio della Porta si deduce in realtà solo in absentia, dato che la struttura architettonica non è più visibile; il lavoro dell’artista sarà volto quindi a far vivere questo vuoto e ad indicizzarlo in chiave volumetrica attraverso il recupero dell’idea stessa di luogo e di spazio. Rickard, infatti, realizzerà una performance utilizzando il proprio respiro, che sarà raccolto dentro una maschera e contestualmente utilizzato per gonfiare una massa di palloni argentati. La perfomance, che avrà inizio alle ore 10 di venerdì 23 luglio per concludersi alle ore 10 del giorno successivo, sarà visibile al pubblico per la sua durata complessiva di 24 ore. La “raccolta” da parte dell’artista dell’aria circostante, materializzata in una struttura di palloni che resteranno sospesi sulla strada fino alla conclusione della perfomance nella giornata di sabato 24 luglio, sarà quindi funzionale a ricreare il volume di un’entità architettonica e storica di cui rimane traccia solo nei resti di laterizio lungo la via d’accesso e di collegamento tra il centro e la periferia della città. “L’aria che respiro - spiega Rickard - verrà scrupolosamente raccolta per un intero giorno (…). Durante la performance i palloni nel loro insieme creeranno una grande massa sospesa all’interno della porta assente nel centro di Castelfranco (…) diventando letteralmente memoria di uno spazio consumato quotidianamente dalle persone che lo vivono”. Exaust 24-07-10 è il titolo che l’artista ha scelto per questo progetto, in cui la precisa indicazione del giorno è ulteriore segnale della specificità dedicata a ciascuna di queste performances, nate direttamente in rapporto con la realtà in cui si collocano. La ricerca di Rickard trova infatti una sua forte e autonoma motivazione proprio nell’analisi delle condizioni dello spazio, che viene indagato a partire da punti di vista inconsueti e in quanto materia invisibile a cui ridare sostanza e corpo, come in questo caso, o come insieme di forze che condizionano forme e volumi, come nel caso della recente installazione realizzata a Londra a The Economist Plaza. Insieme all’opera di Rickard sarà ancora visibile Contenitore del tempo, l’installazione che Francesco Candeloro ha realizzato per il secondo appuntamento di Transizioni su Porta Vicenza e sulla Torre civica, in cui viene posto in evidenza attraverso la luce, il legame tra il tempo, il suo scorrere e l’identità specifica del luogo. L’artista ha infatti individuato il Duomo cittadino come cifra simbolica ed emblematica della città e del suo valore storico, e ne ha ritagliato appositamente la forma nelle lastre di plexiglass con cui ha riempito le finestre della porta stessa. Il rapporto con la luce produce quindi delle proiezioni all’interno della città che diventa in questo modo un vero e proprio contenitore del tempo, anche quando la sera, la luce retroproiettata, fa percepire dall’esterno la città come un luogo intimo di partecipazione cittadina. Parte integrante di transizioni-transitions è inoltre l’intervento del collettivo di architetti startup che, in occasione di questa terza e conclusiva fase, presenteranno i progetti elaborati per le “porte” della città contemporanea, la periferia, ispirati dall’interazione con ognuno dei tre artisti e le relative opere, sottolineando nuovamente quanto il tema del passaggio e delle transizioni caratterizzi questo territorio e le sue continue trasformazioni. Il progetto elaborato per l’area delle Peschiere di Villa Venezze, nato dal dialogo stretto con l’opera “…sui miei passi” realizzata da Valerio Bevilacqua sulla Torre civica, affronta le problematiche di un sito dalla forte caratterizzazione storica (ai tempi della Serenissima le peschiere venivano allagate dai patrizi per creare giochi d’acqua), sconosciuto ai più e separato dalla città dalla viabilità extraurbana. Il progetto, inizialmente concentrato sull’area delimitata dagli argini delle peschiere, si è poi spostato su una dimensione più territoriale, integrandosi con la natura e le coltivazioni circostanti attraverso un sistema di percorsi campestri attrezzati, generando una sorta di parco di confine. L’ingresso al parco-campagna e alla città avviene attraverso l’area delle peschiere grazie ad un’ulteriore gesto dell’uomo che, nel teso rapporto con la natura, punta a restituire alla storia quell’unità negata dalla presenza della statale, tramite la creazione di un sottopasso pedonale e di un “bosco volante”. L’intervento nato in relazione con l’opera di Francesco Candeloro, “Contenitore del Tempo”, si concentra invece in uno spazio fisico ben definito, delimitato dalla viabilità in ingresso da Padova e Venezia, l’area binari della stazione ferroviaria e lo storico cavalca ferrovia, costruito dal Genio Militare Italiano nel 1917. Qui la proposta progettuale degli architetti si concretizza in un intervento di social housing dall’elevata sostenibilità, un “contenitore” che attraverso l’integrazione con il costruito preesistente suggerisca ai cittadini nuove prospettive per “guardare” alla propria città e nuovi modi di abitare e vivere il territorio. Infine, la proposta progettuale stimolata dall’interazione con l’opera di David Rickard nascerà dalla stessa natura “transitoria” che caratterizza la performance dell’artista, identificando come luogo del progetto non una precisa area delimitata bensì tutto il territorio comunale, con l’obiettivo di generare molteplici e singolari porte contemporanee della città, tramite la creazione di uno spazio contemplativo per il cittadino di Castelfranco.  
   
 

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