Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Settembre 2010
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: ESPULSIONI DEI ROM, DIBATTITO IN PARLAMENTO

 
   
  Strasburgo, 8 settembre 2010 - Più di 8000 Rom sono stati espulsi dalla Francia verso la Romania e la Bulgaria da gennaio 2010 a oggi. Mentre la questione dei diritti fondamentali e il principio di libera circolazione all´interno delle frontiere dell´Ue continua a riempire le pagine dei giornali, il Parlamento ha analizzato ieri se i provvedimenti francesi sono compatibili con la legislazione europea. Diverse visioni all´interno degli schieramenti politici. Nei mesi scorsi il Parlamento aveva già chiesto alla Commissione misure più efficaci per l´integrazione degli oltre 10 milioni di Rom che abitano in Europa. La legalità dei "rimpatri volontari" di cittadini Rom da parte della Francia è al vaglio della Commissione europea, che sta prendendo in esame la documentazione inviata dal governo francese e verificando la compatibilità con la normativa sulla libera circolazione all´interno dell´Ue (Direttiva 38/2004), e con la Carta dei Diritti Fondamentali, che contiene il principio di non discriminazione e che è stata resa vincolante in tutti i paesi Ue dall´entrata in vigore del Trattato di Lisbona (dicembre scorso). "Stessi diritti per tutti i cittadini Ue" - Il Parlamento, nel frattempo, ha chiesto un dibattito in plenaria sul "tema caldo" dell´estate. Qualche giorno fa il presidente del Parlamento Jerzy Buzek, pur riconoscendo che le questioni di ordine pubblico ricadono sotto la competenza delle autorità nazionali, ha sottolineato che "tutti i cittadini europei hanno gli stessi diritti all´interno dell´Ue. Nessuno può essere espulso da un paese solo perché appartiene alla minoranza Rom. Dovremmo evitare ogni retorica discriminatoria su questo tema". Sulla vicenda francese è intervenuta anche la parlamentare ungherese di origine Rom Lívia Jároka, membro del gruppo Popolare, chiedendo "rispetto dei valori fondamentali dell´Ue" e ricordando che le espulsioni possono essere effettuate "solo caso per caso, sulla base di un´adeguata decisione giudiziaria, e con il libero, informato e pieno consenso degli individui in questione". "Integrazione dei Rom, l´Ue va a rilento" - Al dibattito di martedì seguirà l´approvazione di una risoluzione parlamentare giovedì, ma gli schieramenti politici sono divisi fra quanti approvano "il modello Sarkozy" e quanti chiedono un intervento deciso della Commissione. Ma il Parlamento aveva già suonato il campanello d´allarme qualche mese fa, quando in marzo aveva votato una risoluzione che denunciava "i progressi insoddisfacenti dell´Ue nell´integrazione dei Rom". La Commissione, in risposta ai suggerimenti del Parlamento, aveva prodotto un piano dettagliato per migliorare l´integrazione economica dei Rom. Secondo la Jaroka "la povertà e l´esclusione sociale della maggioranza dei Rom sono una questione europea che ha bisogno di risposte europee". Ci sono strumenti che esistono già: il Fondo Sociale Europeo dedica 10 miliardi di euro all´integrazione dei Rom: secondo la Commissione "è importante che i fondi siano davvero spesi in modo da beneficiare questa comunità". I Rom in Europa - Si calcola che in Europa - i paesi dei Balcani candidati o potenziali candidati all´adesione all´Ue - ci siamo fra i 10 e i 12 milioni di Rom. Secondo la legislazione europea, i cittadini Rom hanno gli stessi doveri e diritti di tutti gli altri cittadini europei. L´ue garantisce a tutti la libertà di circolazione nei paesi Ue, ma ci sono alcune condizioni per trasferirsi stabilmente in un altro paese. Dopo i tre mesi di soggiorno, bisogna infatti dimostrare di essere attivi sul mercato del lavoro, o di avere mezzi propri per il sostentamento. Quando un paese membro dell´Ue decide di espellere un cittadino comunitario, deve provare che la decisione è proporzionale alla minaccia all´ordine pubblico costituita dall´individuo, o all´onere che costituisce sulle finanze pubbliche. Nel caso dei cittadini di nazionalità bulgara e rumena, però, sono ancora in vigore clausole di transizione successive all´adesione dei due paesi all´Ue (2007), che permettono di limitare il diritto di libera circolazione. Alcuni paesi Ue (fra cui la Francia e l´Italia) hanno applicato queste restrizioni, e potrebbero estenderle fino al massimo la fine del 2013.  
   
 

<<BACK