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Notiziario Marketpress di
Martedì 14 Settembre 2010 |
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SCUOLA, IN FVG 1000 DOCENTI IN MENO IN DUE ANNI
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Trieste, 14 settembre 2010 - In Friuli Venezia Giulia la scuola è iniziata ma i problemi rimangono. Anzi sono aumentati, secondo il consigliere regionale del Pd Franco Codega. "L´ufficio scolastico ha fornito alla stampa i dati relativi alla nostro sistema scolastico, e tutto sembra a posto - afferma. La direttrice Daniela Beltrame ha fatto senz´altro il possibile per arginare le criticità del sistema che, suo malgrado, si è trovata a gestire. Ma queste restano: come il problema dei precari. "Sono 328 i posti di insegnamento tagliati rispetto allo scorso anno, e non serve a nulla dire che vengono compensati dai 352 pensionamenti: negli anni passati - ricorda l´esponente di opposizione - c´erano sempre 300, 400 pensionamenti all´anno che servivano a fare entrare altrettanti docenti che aspettavano da tempo nelle apposite graduatorie permanenti. Da due anni questo non avviene più: i posti resisi disponibili dai pensionamenti vengono mangiati dai tagli. E così, circa mille docenti che erano in procinto di entrare in servizio sono rimasti invece tagliati fuori. La stessa cosa è avvenuta, con numeri minori, per il personale Ata. E i posti tagliati diventano 1500. "Nel momento della più grave crisi economica - sottolinea Codega - lo Stato attua il più massiccio taglio di posti di lavoro. Certo, alle superiori è partita la riforma tanto sostenuta dal ministro Gelmini, molti tagli di ore di lezione, ma nessun rinnovamento didattico e metodologico che era ed è la principale richiesta che ci giunge dall´Europa: che fine hanno fatto le raccomandazioni del Consiglio europeo del 2006? Che fine hanno fatto le competenze chiave richieste dall´Ue? Dove sono gli investimenti in termini di attrezzature didattiche? Nulla di tutto questo. "La scuola è stata vista solo come un capitolo di spesa esorbitante dove bisognava intervenire per fare economie. Nulla di più falso - spiega ancora il consigliere del Pd: è vero che abbiamo un numero maggiore di insegnanti in rapporto agli alunni, ma è anche vero che sono pagati di meno. Di fatto, come rileva il rapporto Ocse presentato in questi giorni a Parigi, l´Italia spendeva per la scuola, già negli anni 2007-08, meno degli altri Stati europei (4,5% del Pil contro il 5,7% medio degli altri). "Bisognava investire massicciamente nella scuola per stare al passo dell´Europa, non tagliare ulteriori risorse. La scuola riparte - conclude Codega - ma è già bocciata dall´Ocse". |
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