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Notiziario Marketpress di Mercoledì 15 Settembre 2010
 
   
  CARCERE: A CHIAVARI DETENUTI A PRANZO CON I FIGLI NELL’AREA VERDE DELLA CASA CIRCONDARIALE L’INIZIATIVA PER FAVORIRE LA GENITORIALITÀ E IL MANTENIMENTO DEGLI AFFETTI FAMILIARI ANCHE DELLE PERSONE RECLUSE

 
   
   Genova, 15 settembre 2010 - A pranzo con i propri bambini e famiglie nell’Area Verde del carcere di Chiavari, per coltivare il proprio ruolo di genitori e gli affetti più cari anche durante la detenzione. E’ la nuova iniziativa nata dalla collaborazione tra l’assessorato alle Carceri della Provincia di Genova, che ha messo a disposizione specifici buoni per acquistare i generi alimentari per i pasti tra padri detenuti e famiglie, la direzione della Casa Circondariale nelle azioni del suo progetto per la genitorialità, la Polizia Penitenziaria che tutela la sicurezza degli incontri e gli assistenti volontari che provvedono all’acquisto dei prodotti per questi pasti con le famiglie delle persone recluse. L’area Verde di centoventi metri quadrati all’interno della Casa Circondariale di Chiavari è stata realizzata due anni fa, prima in Liguria, con un contributo di ventimila euro della Provincia “proprio per consentire di vivere ed esprimere nel miglior modo possibile anche in carcere – dice l’assessora Milò Bertolotto - gli affetti familiari tra i detenuti e i loro bambini. Per questo, il nuovo direttore della Casa Circondariale Paola Penco, in collaborazione con la Provincia ha promosso la possibilità degli incontri proprio nell’Area Verde nella convinzione che queste collaborazioni, con il forte impegno anche della Polizia Penitenziaria e dei volontari siano il segno di una comune attenzione a un fattore molte importante come il diritto alla genitorialità anche all’interno del carcere". Gli incontri tra i padri detenuti che ne hanno fatto richiesta e i loro bambini durano quattro ore, dalle 11 alle 15, e si svolgono all’aperto, nell’Area Verde realizzata con il finanziamento della Provincia, l’impegno diretto dei reclusi e la collaborazione di aziende, scuole e associazioni. “Uno spazio che non è nato per abbellire il carcere - aveva detto un detenuto all’inaugurazione - ma per dare ai nostri figli la possibilità di reggerne meglio l’impatto.”  
   
 

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