|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Mercoledì 22 Settembre 2010 |
|
|
  |
|
|
UE, SICUREZZA ENERGETICA: UN REGOLAMENTO PER EVITARE FUTURE CRISI DEL GAS
|
|
|
 |
|
|
Bruxelles, 22 settembre 2010 - La crisi del gas che ha colpito l´Europa centrale e orientale l´anno scorso e nel 2008 ha spinto l´Ue a correre ai ripari: quest´anno l´interruzione della fornitura non dovrebbe ripetersi, grazie al regolamento che il Parlamento approverà domani martedì. Il popolare spagnolo Alejo Vidal Cuadras, che ha curato il rapporto, ci spiega che le misure essenziali sono la solidarietà fra Stati e la garanzia di approvvigionamento dei consumatori "prioritari", come scuole e ospedali. In caso di crisi del gas lei propone che si prendano misure per garantire la fornitura ai servizi e agli edifici essenziali. Come si potrà fare? Il regolamento stabilisce che gli Stati membri devono assicurare che le compagnie somministrino il gas ai clienti "protetti", ossia le strutture che i servizi essenziali, per almeno 30 giorni in caso di crisi. Sicuramente alcuni paesi per una situazione particolare, come per esempio la dipendenza da un fornitore unico, avranno più difficoltà di altri a garantire l´approvvigionamento. Per questo il Regolamento prevede che lo standard minimo si possa garantire con riserve di gas di un altro Stato. La solidarietà è un aspetto chiave della legge in discussione. Per quanto riguarda le priorità, è chiaro che il primo obbligo di ogni autorità pubblica è di garantire la fornitura ai suoi cittadini. Gli Stati membri devono identificare le loro priorità nei piani preventivi e nei piani di emergenza in funzione della situazione nazionale. Se l´approvvigionamento risulta gravemente alterato, si prevedono "meccanismi di emergenza", con l´intervento di altri Stati per gestire la situazione. Che cosa significa in concreto questa idea? Uno dei punti forti del regolamento è l´obbligo per tutti gli stati Ue di elaborare piani di prevenzione e di emergenza, che devono essere consultati con gli altri Stati europei e mandati alla Commissione per il suo via libera (quelli preventivi) e per consultazione (quelli di emergenza). Il Parlamento ha insistito molto su questo, perché il ruolo della Commissione ha un grande valore aggiunto rispetto alla situazione attuale. La Commissione, ricevendo tutti i piani, potrà valutarli con una visione d´insieme, e identificare le possibili incoerenze. In questo modo individuerà le misure che potrebbero essere contro il mercato interno, o che mettono a rischio la solidarietà europea, e chiedere allo Stato membro di modificare tali disposizioni. Più che spegnere il fuoco, qui si tratta di evitare che inizi l´incendio. Il che non si significa che tutti gli incendi si possono evitare. Per questo le misure si emergenza sono essenziali in caso di crisi. Quando nel suo rapporto fa riferimento alla solidarietà fra Stati membri, possiamo dire che è un primo passo verso una comunità europea dell´energia? Possiamo dire che questo regolamento segna un passo storico nell´integrazione europea, poiché per la prima volta gli Stati accettano che la sicurezza energetica si può ottenere solo lavorando insieme. Quelli che come me hanno seguito da vicino lo sviluppo della politica energetica europea, possono confermare che siamo passati da una visione totalmente nazionale a una prospettiva europea. Quello che è triste, è che siamo dovuti passare da una crisi tremenda due anni fa per cambiare di ottica, ma almeno ce l´abbiamo fatta. La comunità dell´energia esisteva già. I tre assi fondamentali - competitività, sostenibilità e sicurezza - sono stati stabiliti anni fa. Ma, se i primi due pilastri si sono sviluppati nel tempo, il terzo era rimasto indietro. Fino all´approvazione di questo regolamento. Oggi si parla di "povertà energetica" per riferirsi alla gente che non può più permettersi di accendere il riscaldamento. L´ue non dovrebbe intervenire per la loro sicurezza energetica? La povertà energetica è un problema sempre più comune in Europa. Non esiste una definizione giuridica a livello comunitario, ma con il terzo pacchetto di liberalizzazione del mercato dell´energia, il Parlamento ha ottenuto il riconoscimento formale del problema, e ora ogni Stato membro deve definirlo nella sua legislazione nazionale. Io sono dell´idea che sia una questione da affrontare via le politiche sociali, e che i governi, come l´Ue, devono trattare senza esitazioni, come si tratta il problema della casa o l´emarginazione sociale. |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|