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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Settembre 2010
 
   
  FORMIGONI: SUSSIDIARIETÀ È VALORIZZARE LA BIG SOCIETY LEZIONE AI GIOVANI DELLA FONDAZIONE COSTRUIAMO IL FUTURO

 
   
   Milano, 28 settembre 2010 "La sussidiarietà è saper cogliere non soltanto l´individuo e lo Stato, ma la trama creativa che è data da quella che qualcuno chiama la società civile e che noi chiamiamo i corpi sociali intermedi". Così il 25 settembre il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, spiega il metodo della sussidiarietà: l´occasione è la prima lezione della scuola di politica organizzata a Monticello Brianza dalla Fondazione Costruiamo il futuro presieduta dal vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Sul palco dei relatori, accanto al presidente, Lorenza Violini, professore di diritto costituzionale all´Università di Milano. Il Primato Dello Stato Su Tutto - Per Formigoni la sussidiarietà orizzontale non è riconducibile a "ideologia o a un principio astratto: è un metodo con cui leggere la realtà". Tutto ciò - prosegue - "è un´impresa complessa perché veniamo da un secolo di dominio incontrastato di una concezione diametralmente opposta. Siamo figli degli illuministi e dell´hegelismo che ha affidato allo Stato il primato su tutto. E siamo figli, in particolare, di secoli di storia in cui ha dominato l´antropologia negativa dell´homo homini lupus. Lo statalismo nasce proprio dalla sfiducia nei confronti di ciò che la persona può compiere se lasciata fare da sola". Per Un´antropologia Positiva - Tutt´altro orizzonte è quello di chi - dice Formigoni - "guarda alla persona con un atteggiamento di fiducia. Noi siamo quelli che stanno dalla parte della società: nella nostra concezione lo Stato e la politica sono al servizio del primato della stessa società. Tra individuo e Stato non c´è il nulla, ma tutto quanto la persona crea, perché la persona è un soggetto relazionale. La persona è rapporto, capacità di interloquire: crea, lavora, genera, ha amici, soci e compagni". La Big Society Di Cameron - La politica sussidiaria, dunque, è tanto più efficace quanto sa guardare a quella fitta trama di imprenditori, artigiani, giovani, famiglie, soggetti non profit e aggregazioni di interesse, quella che - rimarca il presidente della Regione - "il primo ministro inglese David Cameron chiama big society. Gli inglesi parlano di grande società, noi utilizziamo il termine sussidiarietà. Il criterio da seguire è semplice: se quello che stiamo facendo mette in moto la creatività delle persone, è giusto farlo. La sussidiarietà ha bisogno di due polarità: la società ricca di iniziative e un governo che la valorizzi". I Risultati Di Regione Lombardia - Tra le declinazioni pratiche del metodo della sussidiarietà in Regione Lombardia Formigoni cita il buono scuola e la riforma della sanità, in cui è stato scommesso - rispettivamente - sulla centralità e sul protagonismo delle persone e su un´offerta di servizi fatta da soggetti pubblici e da privati accreditati: "Il buono scuola nacque dalla volontà di riconoscere quello che le persone facevano per dare un´educazione ai giovani: esso rappresentava e rappresenta un bene più grande per la società". Dal Federalismo Alla Sussidiarietà - Non esiste, tuttavia, solo la dimensione orizzontale della sussidiarietà ma anche quella verticale tra Stato e autonomie: in questo percorso si inserisce - ricorda Formigoni - il lavoro compiuto dalla Regione per "costruire un rapporto con le filiere locali: con questo spirito abbiamo fatto, ad esempio, la riforma delle comunità montane. Questo stesso percorso ci fa guardare alla riforma federalista come a un´occasione per valorizzare la realtà e passare i poteri dall´amministrazione centrale alla società. Regione Lombardia vuole più competenze nella scuola non per sostituirsi al potere centrale ma per dare più potere decisionale alle comunità locali".  
   
 

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