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Notiziario Marketpress di Martedì 28 Settembre 2010
 
   
  EDUCA: POESIA E MUSICA CHIUDONO LA TERZA EDIZIONE IN 4 GIORNI OLTRE 20.000 PRESENZE

 
   
  Trento, 28 settembre 2010 - 140 relatori, più di 100 appuntamenti e 20.000 presenze in quattro giorni: questi i numeri della terza edizione della manifestazione nazionale dell’educazione che si è svolta in questi giorni a Rovereto. “Ma più dei numeri – ha affermato Michele Odorizzi, presidente di Educa – conta l’emozione che si è sentita nei palazzi, nei parchi e nelle vie della città. E’ questo il più grande riconoscimento per tutti coloro che hanno lavorato in questi mesi per renderla luogo di incontro, partecipazione e relazione. Come l’educazione Educa ha senso solo se rimane un atto collettivo. Se è passione e fiducia come quella che hanno portato a Educa Marcos Ana e Rodrigo Rivas”. Non c’era fisicamente sul palco Marcos Ana, il poeta spagnolo della libertà, colpito da un malore in mattinata e ricoverato all’ospedale di Madrid. Ma c’erano le sue parole ricordate da Francesco Comina, responsabile di “Dialoghi internazionali: se vuoi la pace, costruisci la pace” e sopratutto dell’economista cileno Rodrigo Rivas. “Era felice Ana – ha detto Comina – di venire in Italia a Educa per portare un messaggio di speranza attraverso la sua storia”. Marcos Ana è entrato in carcere a 18 anni è vi è uscito a 41, e in quei 23 anni ha subito torture inimmaginabili, ha visto morire i compagni e lui stesso è sfuggito due volte alla fucilazione. Una sofferenza personale che non gli hai mai fatto perdere la fiducia nel domani, il desiderio di pace come emerge dal verso di una sua poesia: “sognare, sempre sognare con occhi insonni di essere un uomo vivo, pur essendo soltanto un prigioniero”. Le poesie e l’atteggiamento di Ana sono state guida anche per Rodrigo Rivas, economista che ha vissuto il passaggio dall’utopia politica e dal sogno di Allende alla dittatura di Pinochet, pagandola con l’esilio. “l’11 settembre del 1973 sono uscito di casa e non ci sono più tornato. Tutta la mia vita precedente è finita nel nulla, tutto bruciato. Per mesi sono sopravvissuto come clandestino, poi come esule portandomi dietro un pezzo di carta con i nomi dei 5 militari che avevano ucciso mio padre pensando che un giorno avrei fatto loro pagare il conto. Ma poi mi sono chiesto se ero capace di farlo e ho capito che non potevo uccidere. Da Ana ho imparato che la vendetta non è un ideale politico. Questo non significa arrendersi, significa credere come fanno i giovani che si può combattere il sistema e con forza quando è sbagliato senza commettere il male. La contestazione fa bene alla democrazia. Senza conflitto la storia non può andare avanti”. Alle parole di Rivas sono seguite le note delle canzoni di De Andrè suonate da Michele Ascolese storico chitarrista del cantautore genovese con gli Iguaz Project e la banda musicale di Aldeno.  
   
 

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