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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Ottobre 2010
 
   
  CINA E VATICANO, L’INCOMPRENSIONE CHE ARRIVA DA LONTANO IL LIBRO DI DON STRAZZARI SPIEGA LA COMPLESSITÀ DEI RAPPORTI CON LA SANTA SEDE

 
   
   Trento, 4 ottobre 2010 - Forse un caso, forse una coincidenza voluta. A Trento si è parlato di Cina e dei rapporti difficili con il Vaticano proprio il 1° ottobre, giorno della proclamazione della Repubblica popolare cinese e a 10 anni esatti (correva infatti il 1 ottobre 2000) dall’ultima crisi tra Roma e Pechino, causata dalla canonizzazione dei 120 martiri cinesi. L’occasione arriva dalla presentazione del libro “Santa Sede - Cina, l’incomprensione antica e l’interrogativo presente”, organizzata presso la sala di rappresentanza della Regione, nell’ambito de "Sulle rotte del mondo". In sala, decine di missionari ad ascoltare uno dei due autori, don Francesco Strazzari. "Il mio libro - ha esordito da Francesco Strazzari - è un lavoro a quattro mani per comprendere la complessità e lo sviluppo dei rapporti tra Santa Sede, Cina comunista e Chiesa cattolica in Cina”. Francesco Strazzari ricostruisce nella prima parte del libro i pronunciamenti ufficiali della Santa Sede sulle scelte del governo comunista cinese, sul costituirsi della Chiesa patriottica, sui momenti di "mano tesa" e di irrigidimento tra le due parti. Il libro diventa una documentazione sui rapporti Cina - Santa Sede degli ultimi sessant’anni, così come l’ha vissuta e valutata la Santa Sede. Francesco Sisci - altro autore e assente oggi a Trento - delinea una prospettiva storica interna alla Cina per documentare la difficoltà di capire l’interlocutore. In particolare, l’autore si sofferma sulle ultime indicazioni teologiche, espressa dalla dirigenza politica cinese, per aiutare a cogliere cosa ci sia dietro l’apertura all’Occidente, perseguita a diversi livelli. La storia delle incomprensioni arriva dal secolo scorso. La persecuzione cattolica nella Cina comunista inizia verso gli anni ’50 dopo che il governo popolare aveva “dato tempo” ai cattolici di confluire nelle associazioni patriottiche, ovvero nella chiesa cattolica controllato dal governo cinese. I cattolici entrano in clandestinità per la maggior parte: il regime elegge i vescovi e cura la loro consacrazione. La reazione di Pio Xii è veemente. Negli anni ’60 Giovanni Xxxiii usa per la prima volta la parola “scisma” e si discute se invitare al Concilio i vescovi in clandestinità. Nel decennio che va dal 1966 e 1976 la rivoluzione culturale colpisce sia i clandestini che i membri delle associazioni patriottiche. Negli anni ’80 si ritorna alla riapertura delle chiese patriottiche ma non di quelle clandestine. Proprio in quegli anni, Giovanni Paolo Ii invia il messaggio ai cattolici cinesi, mentre nel ’98 si tiene il Sinodo per l’Asia con l’invito di due vescovi patriottici cinesi, “benvoluti” anche dalla comunità cattolica clandestina. Il 24 ottobre 2001, il papa ammette che l’azione della Chiesa non è sempre stata esente da errori, per arrivare nel maggio 2007, quando papa Ratzinger scrive la storica lettera ai cinesi che si compone in due parti: “La prima sulla situazione della chiesa e la seconda parte sugli orientamenti di vita: la chiesa non mira a cambiare la struttura dello Stato ma deve intervenire quanto si realizzano delle storture”. “Quest’anno - ha concluso l’autore - la storia registra il lavoro della diplomazia per la revoca della clandestinità dei cattolici e la costituzione di un’unica chiesa, evitando giudizi e condanne reciproche”.  
   
 

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