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Notiziario Marketpress di Lunedì 04 Ottobre 2010
 
   
  PEDAGGI SUI RACCORDI E ´SCIA´, PER LA REGIONE TOSCANA SONO ILLEGITTIMI

 
   
  Firenze, 4 ottobre 2010 - Pedaggi sui raccordi e “Scia”, cioè “Segnalazione certificata di inizio attività”: la Regione ricorre alla Corte costituzionale, ritenendo illegittimi i relativi articoli della legge finanziaria (decreto legge 78 convertito nella legge 122/2010) Impugnato anche “l´esproprio” del potere decisionale regionale rispetto a quello del Consiglio dei ministri, nei casi in cui non si raggiunga un´intesa in sede di Conferenze dei servizi in materia di tutela ambientale e paesaggistico-territoriale e di tutela della salute e della pubblica incolumità. Lo ha deliberato la Giunta regionale nei giorni scorsi, autorizzando il presidente Rossi a sollevare la questione di legittimità costituzionale rispetto agli articoli 15 e 49, comma 3 e 4 bis della Finanziaria. Il ricorso è stato notificato nei giorni scorsi alla Consulta. Per quanto riguarda l´art. 15 sui pedaggi su autostrade e raccordi autostradali in gestione diretta Anas, visto che un aumento delle tariffe attualmente previste comporta conseguenze anche di notevole impatto sul territorio circostante il legislatore, secondo la Regione Toscana, ha violato le competenze regionali previste dal terzo e quarto comma dell´art. 117 della Costituzione (che definisce le potestà legislative di Stato e Regioni) anche sotto il profilo del principio della “leale cooperazione”. Per fissare criteri e modalità di applicazione dei pedaggi avrebbe dovuto infatti essere coinvolta almeno la Conferenza Stato-regioni, dal momento che sicuramente le determinazioni legislative e regolamentari su questa “variabile” spettano alle Regioni in attuazione della loro competenza “concorrente” in materia di governo del territorio e di grandi reti di trasporto e navigazione. Per la Toscana, come per le altre regioni interessate dal provvedimento, tale aspetto è aggravato dal fatto che non viene soltanto modificata l´entità di pedaggi già richiesti, ma che ne vengono introdotti ex-novo. Una indebita intromissione statale nelle competenze e attribuzioni regionali è costituita anche dal fatto, come si legge nel ricorso, che gli aumenti in oggetto si applicano anche a stazioni di esazione pedaggi non collegate direttamente alle autostrade e raccordi gestiti dall´Anas e riguardano quindi anche strade regionali, con effetti ancora più pesanti e significativi sulla viabilità alternativa e sul territorio circostante. «Gli aumenti dei pedaggi negli svincoli di Certosa e Valdichiana – commenta l´assessore ai trasporti Luca Ceccobao - sono stati un tentativo ridicolo di fare cassa da parte del Governo, un provvedimento iniquo, giustamente sospeso con gli interventi del Consiglio di stato e Tar. Si tratta di un provvedimento non collegato a nessun tipo di intervento nuovo, come invece sarebbe necessario, a partire dal raccordo Siena – Firenze, in quanto il governo ha predisposto che a maggiori incassi corrisponderanno minori trasferimenti da Governo ad Anas. Mentre si tagliano risorse a Regioni, enti locali e quindi servizi essenziali ai cittadini, il governo tenta di colmare il vulnus creato dalla manovra, sottraendo dalla sera alla mattina 83 milioni di euro ai ministeri, segno che nei ministeri c’è ancora grasso da tagliare. Per la Siena-firenze servono interventi strutturali: allargamento della carreggiata, banchine di emergenza, sparti traffico e rifacimento dell’intero manto stradale. Stiamo parlando di un raccordo che collega due città, Firenze e Siena, famose in tutto il mondo e patrimonio dell’umanità, è necessario un collegamento stradale all´altezza». Incostituzionale viene considerata anche l´introduzione della “Scia” in sostituzione della Dia, dichiarazione di inizio attività, nel comma 4bis dell´art. 49 della legge 122. La disposizione prevede che la segnalazione certificata di inizio attività sostituisca l´espressione “Dia” ovunque ricorra, anche nelle leggi regionali. Questo secondo il parere dell´avvocatura regionale lede l´autonomia legislativa delle Regioni. Il legislatore statale non può infatti sostituire direttamente norme delle leggi regionali senza concedere tempi di adeguamento. L´introduzione della Scia nel settore dell´edilizia risulta ulteriormente incostituzionale perché viola le attribuzioni della Regione in materia di governo del territorio (vedi terzo comma dell´art.117 della Costituzione), vanificando le normative regionali e non consentendo un efficace controllo sull´attività urbanistico-edilizia. «L´introduzione della Scia – interviene l´assessore all´urbanistica Anna Marson - peraltro non accompagnata dai necessari chiarimenti, genera incertezza nei Comuni e nei professionisti del settore edile per le incongruenze rispetto alla legislazione vigente in materia di edilizia. Da qui discendono una serie di contraddizioni che possono aprire spazi di contenzioso». Un´altra violazione dell´art. 117 della Costituzione e del principio di leale cooperazione, oltre che dell´art. 120, viene compiuta dall´art.49 comma 3 della Finanziaria che prevede, in caso di dissenso espresso in sede di Conferenza dei servizi da una amministrazione preposta alla tutela ambientale e paesaggistico-territoriale o alla tutela della salute e della incolumità pubblica, che la soluzione spetti al Consiglio dei ministri, d´intesa con la Regione. Se tuttavia entro 30 giorni l´intesa non viene raggiunta, è il Consiglio dei ministri, unilateralmente e senza “chiamata in sussidiarietà”, a decidere: un vero e proprio “esproprio” del potere decisionale della Regione.  
   
 

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