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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Ottobre 2010
 
   
  MARCOLINI E LŽISTITUZIONE DEL SINDACATO ATTORI ITALIANI NELLE MARCHE

 
   
  Ancona, 11 Ottobre 2010 - La nascita anche nelle Marche del Sindacato attori italiani (Sai), avvenuta lo scorso 2 Ottobre con lŽintervento di Giulio Scarpati ad Ancona, rappresenta il segno tangibile di un nuovo modo di guardare al mondo dello spettacolo, ai lavoratori del settore e della cultura in genere, i quali oggi possono contare anche nella nostra regione su unŽorganizzazione che punta a rappresentarne le istanze e a tutelarne i diritti. La realta` lavorativa ed occupazionale nellŽambito dello spettacolo sta subendo i riflessi negativi dei tagli del Governo, in un contesto occupazionale dove non brillano soltanto le stelle del firmamento artistico, ma dove il piu` delle volte anche le situazioni di maggior successo hanno alle spalle percorsi accidentati, contrassegnati da lunghi periodi formativi, lavoro sommerso, discontinuita` nelle prestazioni lavorative, precarieta` e costante ricerca di opportunita`. Per questo il sindacato attori italiani (Sai) si propone, secondo unŽidea innovativa del modo di Žfare sindacatoŽ, come centro servizi per favorire l``accesso al lavoro degli attori in base a criteri meritocratici, garantendo informazioni e consulenze alla categoria, ma soprattutto avviando un confronto con le istituzioni per mettere a punto nuove proposte. La Regione Marche e` tra le nove regioni italiane che contano oggi su una segreteria regionale dedicata al settore, assieme a regioni molto piu` grandi e tradizionalmente vivaci nel settore, come il Lazio o la Lombardia. Anche questo e` -a nostro avviso- un dato che fa riflettere, indice di una particolare vivacita` del settore nel nostro territorio. La riforma del settore spettacolo su cui la Regione Marche e` impegnata potra` avere nel Sai un interlocutore importante, convinti come siamo che il mondo della cultura in un momento come lŽattuale puo` continuare ad avere lŽattenzione che merita se rende pubblico ed evidente il bilancio sociale delle sue azioni, fatto di promozione della qualita` della vita, ma soprattutto di occupazione e occupabilita`, reddito ed economia. Anche in questo senso abbiamo avviato lo studio per una Banca dati regionale degli operatori della cultura: la settimana scorsa, infatti, la Giunta ha approvato un atto che fissa i criteri per lŽiscrizione nella Banca dati, con lŽobiettivo di definire che cosa significa essere un lavoratore della cultura e dello spettacolo. La Banca dati avra` finalita` conoscitive, ma vuol anche assicurare maggiore visibilita`, riconoscimento e promozione ai professionisti del settore, al fine di essere ancor piu` consapevoli delle grandi potenzialita` e professionalita` gia` operanti, e contestualmente delle fragilita` di una intera categoria. Sempre in questa direzione La Regione Marche negli ultimi mesi ha avviato una serie di iniziative volte al sostegno del lavoro nel campo della cultura. In particolare sono state individuate tre azioni: - attivazioni di borse lavoro, voucher formativi e sostegno alla creazione di nuove imprese culturali per rendere i contenitori culturali (musei e teatri gia` oggetto di restauro) poli di aggregazione sociale e offrire una valida opportunita` lavorativa per giovani laureati; - sostegno alle Pmi del settore Cultura attraverso bandi a loro dedicati finanziati attraverso i fondi del Por Fesr 2007-2013; - sostegno alla ricerca sul fabbisogno professionale negli Enti Locali per i beni Culturali realizzata da Promopa, fondazione e sostenuta dal Ministero dei Beni e delle Attivita` Culturali giunta alla seconda edizione. Il contributo del Sindacato attori italiani (Sai) potra` essere particolarmente prezioso proprio sul terreno del riconoscimento di basi contrattuali definite che possano garantire piu` certezze giuridiche ed economiche ad un lavoro obiettivamente discontinuo come e` quello dellŽattore, soprattutto se giovane. La Regione Marche sŽaffianca con decisione nella comune sfida della dignita` del lavoro, nella consapevolezza che anche nella cultura e` possibile e doveroso partire dal lavoro se vogliamo esplicitare le grandi potenzialita` di cui disponiamo e se vogliamo farne occasione di nuovo sviluppo.  
   
 

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