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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Ottobre 2010
 
   
  NUOVE REGOLE PER ACCONCIATORI, CENTRI DI ESTETICA E MASSAGGI A MILANO APRE UN CENTRO MASSAGGI OGNI 48 ORE; GIRO DI VITE SUGLI ESERCIZI CHE CELANO ATTIVITÀ DI PROSTITUZIONE

 
   
  Milano, 11 ottobre 2010 - Acconciatori, estetisti e affini, qualificati professionalmente per tutelare i clienti e garantirne la sicurezza. Con questo obiettivo la Giunta comunale ha approvato l’ 8 ottobre le nuove regole per disciplinare l’attività di acconciatori e centri estetici. Regole che ora passeranno all’esame del Consiglio comunale. “E’ di fondamentale importanza arginare la proliferazione di centri senza personale qualificato – ha commentato l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi -. I regolamenti che poniamo all’attenzione del Consiglio – uno per gli acconciatori e uno per i centri estetici, affini e specializzazioni – sono uno strumento al servizio del consumatore finale, per salvaguardarne salute e sicurezza, attraverso lo sviluppo e l’innovazione degli esercizi che a vario titolo svolgono attività finalizzate al mantenimento e al miglioramento dell’aspetto estetico e della condizione psicofisica della persona”. Per tutti (acconciatori, estetisti, affini e specializzazioni come centri per attività di massaggi e centri benessere, centri di trucco cosmetico, di onicotecnica, di dermopigmentazione, tatuatori e applicatori di piercing) requisito fondamentale sarà la qualificazione professionale del personale addetto ai servizi, attraverso la formazione degli operatori e l’iscrizione obbligatoria al registro regionale Cciaa (Camera di Commercio Industria e Artigianato). “L’obiettivo dell’Amministrazione – ha aggiunto Terzi - è di adeguare ai molteplici cambiamenti legislativi, intervenuti nel settore, la disciplina di queste attività, colmando i vuoti normativi e ponendo condizioni più selettive a chi offre servizi artigiani alla persona”. In quest’ottica, i due regolamenti prevedono anche sanzioni pecuniarie per chi trasgredisce e sanzioni accessorie amministrative (sospensione dell’attività e chiusura temporanea degli esercizi) per chi non osserverà le regole. Oltre alla qualificazione professionale, i centri dovranno: individuare figure professionali e relativi profili e orientamenti all’interno delle strutture; esporre orari e tariffe delle prestazioni in modo chiaro e visibile al pubblico; soddisfare i requisiti igienico sanitari necessari; il responsabile tecnico dovrà garantire la propria presenza durante lo svolgimento di tutte le attività. I centri già in attività avranno a disposizione un anno per gli adeguamenti, mentre per quelli di nuova apertura sarà indispensabile presentare la Scia – Segnalazione Certificata di inizio attività (già Diap) allo sportello unico delle Attività produttive del Comune di Milano. I controlli verranno effettuati entro 60 giorni dal ricevimento della segnalazione di inizio attività, come previsto dall’art 19 comma 1 della legge 241/1990. I regolamenti sono stati redatti in accordo con le principali associazioni di categoria (Cna, Confartigianato, Unione Artigiani) dopo aver informato la Regione Lombardia, competente in materia di artigianato. Relativamente ai centri massaggi, il vice Sindaco e assessore alla sicurezza Riccardo De Corato aggiunge e sottolinea che “a Milano risultano in attività 388 centri massaggi: quindici anni fa erano solo 4. E nel 2010 si sono registrate 117 nuove aperture, circa una ogni 48 ore. Una proliferazione indiscriminata che spesso ha nascosto attività di prostituzione. Tanto che sono ben 7 gli esercizi di questa natura sequestrati grazie ad attività di indagine della Polizia Locale. Gli ultimi due solo un paio di settimane fa in via Teodosio e via Inama, a seguito di un’indagine durata 4 mesi e coordinata dal sostituto procuratore Ester Nocera. Ma altri sigilli erano stati posti precedentemente in via Lomazzo, Giordano Bruno, Gluck, Venini e Anfossi. E per via Anfossi è arrivata anche la sentenza, emessa dal gip, a carico della tenutaria, una thailandese, condannata a 2 anni di reclusione per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione”. “Questa vertiginosa crescita – prosegue De Corato – è stata favorita dalla liberalizzazione del commercio, visto che per aprire questi esercizi è sufficiente una dichiarazione di inizio di attività produttiva. Il Comune di Milano con il nuovo regolamento agisce pertanto in un vuoto normativo e anticipa quelle disposizioni che, in base alla legge 1/90, avrebbero dovuto essere emanate dalla Regione, competente in materia. Ma nel frattempo il Comune si è anche mosso sul piano degli orari. Imponendo in alcune aree critiche, attraverso le ordinanze, la chiusura anticipata alle 20. E finora sono una ventina le attività di questo tipo già sanzionate”.  
   
 

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