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Notiziario Marketpress di Mercoledì 13 Ottobre 2010
 
   
  UE: A PORDENONE DUE CONDANNE ALLA RECLUSIONE PER UNA FRODE DA 20 MILIONI DI EURO SULLE QUOTE-LATTE

 
   
   Il Tribunale di Pordenone ha condannato ad una pena detentiva di tre anni e mezzo due imputati riconosciuti colpevoli di frode per aver evaso il pagamento di circa 20 milioni di euro nell´ambito del sistema delle quote latte dell´Unione europea. La frode è stata perpetrata da una rete di società che aveva l´unico scopo di simulare operazioni commerciali di compra-vendita di latte per evadere la tassa supplementare sul latte e sui prodotti lattiero-caseari applicata a tutti i produttori europei che superano una determinata quota di produzione. Il regime delle quote latte serve a raggiungere un equilibrio tra l´offerta e la domanda di latte e prodotti lattiero-caseari nell´Unione europea. Alcune delle persone coinvolte nel meccanismo di frode a Pordenone erano già state condannate in un analogo procedimento dal tribunale di Saluzzo. Le sentenze dei due tribunali sono particolarmente significative perché creano dei precedenti giurisprudenziali per simili casi di truffa in Italia, paese in cui le frodi sulle quote latte hanno generato un´evasione dei prelievi latte quantificabile in oltre 100 milioni di euro tra il 1998 e il 2006. L´olaf ha apportato un contributo significativo al procedimento giudiziario svoltosi a Pordenone, assicurandone il coordinamento e facilitando lo scambio di informazioni tra i due tribunali. L´olaf era a conoscenza del coinvolgimento delle persone indagate a Pordenone in un caso analogo a Saluzzo. Con le informazioni a sua disposizione, l´Olaf è stato in grado di fornire una preziosa assistenza legale ai pubblici ministeri e alla Guardia di Finanza, che ha eseguito le indagini. "Questo caso dimostra quanto sia importante il ruolo dell´Olaf nel coordinare le indagini penali negli Stati membri. Grazie alle informazioni fornite dall´Olaf, il pubblico ministero ha potuto presentare la frode non come un caso isolato alla zona di Pordenone, ma come parte di un disegno criminoso più ampio", ha dichiarato Nicholas Ilett, Direttore generale ad interim dell´Olaf. Nel corso delle indagini preliminari sono stati sequestrati beni per un valore di 16 milioni di euro appartenenti ai due indagati e alle persone giuridiche coinvolte. A seguito della sentenza, pronunciata dal Tribunale di Pordenone il 4 maggio 2010 e resa pubblica il 23 luglio, il provvedimento di sequestro è stato convertito in ordine di confisca, che costituisce la prima fase del recupero dei fondi sottratti all´Ue con l´evasione dei prelievi latte supplementari. Contesto - Il regime delle quote latte introdotto dalla politica agricola comune europea si propone di regolamentare la produzione di latte a livello europeo. Il latte prodotto in eccesso rispetto alla quota autorizzata è soggetto a un prelievo supplementare per l´immissione sul mercato. Un comune meccanismo di frode in questo settore si svolge presumibilmente come segue: i produttori di latte creano diverse società cooperative che appaiono come "primo acquirente" del latte. In tale veste, le società sarebbero costrette a trattenere il prelievo sul latte eccedente la quota autorizzata e a trasferirlo all´organismo italiano incaricato della riscossione dei prelievi. In pratica, ciò non avviene e le società cooperative non svolgono in realtà alcuna effettiva attività commerciale. Successivamente, il latte viene venduto ai caseifici. Apparentemente la vendita sembra coinvolgere solo questi ultimi operatori, ma in pratica essa avviene direttamente tra i produttori e i caseifici. In questo modo, i produttori possono vendere ai caseifici il latte eccedente la quota senza pagare la tassa. Le società cooperative coinvolte in questa attività fraudolenta di solito giustificano il mancato versamento dei prelievi supplementari con la possibilità di compensare i debiti con crediti a favore dei produttori derivanti da una produzione inferiore alle quote autorizzate a livello nazionale negli anni successivi. Inoltre, tali società cooperative accumulano ingenti debiti in termini di mancato versamento dei prelievi nei confronti degli Stati membri e dell´Ue. Tali aziende di solito non dispongono né di entrate né di attivi, il che rende difficile il recupero dei prelievi.  
   
 

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