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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 13 Ottobre 2010 |
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H1N1: TANTO RUMORE PER NULLA? UN ALLARMISMO FORSE ECCESSIVO, MA ANCHE UNA LEZIONE PER IL FUTURO UN WORKSHOP PER DISCUTERE L´ARGOMENTO CON ESPERTI DEL CAMPO DELLA SALUTE
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Bruxelles, 13 ottobre 2010 - E se il panico per la diffusione dell´H1n1 si fosse rivelato una tempesta in un bicchier d´acqua? Troppo allarmismo, eccessiva confusione, forse un po´ di disinformazione. Di questo e altro si è parlato lo scorso 5 ottobre al workshop sull´influenza A (H1n1) o meglio sul comportamento degli Stati membri e dell´Unione europea di fronte al pericolo di un contagio. Un dibattito intenso a cui hanno preso parte, oltre a molti europarlamentari, anche i rappresentanti della Commissione europea, della precedente presidenza del Consiglio Ue, i direttori dell´Agenzia europea del farmaco (Ema) e del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Sono stati 45 milioni gli europei che hanno deciso di vaccinarsi contro l´influenza A. "C´è stato molto rumore su questo virus, ma fortunatamente si è rivelato meno pericoloso del previsto", ha commentato Jo Leinen, presidente della commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento. La pandemia sventata però "ha sollevato molti interrogativi a cui dobbiamo ancora rispondere". Allarmismo, una mano tesa all´industria farmaceutica? Primo problema la trasparenza e i possibili interessi delle industrie farmaceutiche nel diffuso allarmismo sulla malattia. Le commissioni scientifiche che hanno valutato il caso godono di una completa indipendenza, hanno assicurato i rappresentanti delle agenzie, ma che ci sia stato qualche problema nella gestione della crisi è indubbio. "Non avevamo sufficienti informazioni e eravamo preparati a qualcosa di molto più grave", si è difesa Zsuzsanna Jakab, direttore per l´Europa dell´organizzazione mondiale per la sanità. "Ma in futuro dobbiamo essere più flessibili: se la pandemia si rivela più moderata del previsto dovremmo avere la possibilità di tornare sui nostri passi". Il problema, come ha sottolineato l´europarlamentare portoghese Marisa Matias, del Gruppo della Sinistra Unita, è che sono stati spesi troppi soldi in vaccini che poi non sono stati utilizzati. "Gli esperti devono essere completamente indipendenti da coloro che producono il vaccino e devono essere messi in chiaro tutti i rapporti con i gruppi farmaceutici", hanno rincarato la dose Corinne Lepage, liberale francese, e Glennis Willmott, labour inglese. Un mercato unico nell´acquisto dei vaccini - Pollice verso anche per la maldestra comunicazione delle notizie al pubblico, a partire dal nome dell´influenza che nel tempo è cambiato più volte. Influenza suina, influenza messicana, influenza A, aggiungendo confusione a confusione. Inaccettabile poi, in un´Europa sempre più unita, la differenza dei prezzi dei vaccini da Stato a Stato. "In futuro dovremmo considerare un contratto comune perché alcuni Stati membri non debbano pagare prezzi più alti", ha sostenuto la relatrice Michèle Rivasi, francese, del Gruppo dei Verdi. Più incerto il giudizio sulla cooperazione tra Stati membri e istituzioni europee di fronte alla crisi, considerata da alcuni corretta e efficace, da altri - tra cui Rivasi - inadeguata. La Commissione Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare dovrebbe votare il documento di lavoro della relatrice Rivasi sull´argomento a gennaio, per poi presentarlo alla sessione plenaria di marzo del Parlamento. Il prossimo anno la Commissione europea proporrà una nuova regolamentazione in materia che preveda meccanismi comuni per i vaccini contro le pandemie, una coordinazione sulle strategie di vaccinazione e una migliore comunicazione, sia nei confronti del pubblico sia con gli esperti del settore medico e farmaceutico. Perché il panico da influenza A diventi almeno una lezione per il futuro. |
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