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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Novembre 2006
 
   
  MEDITERRANEO, CUORE DELL’IMPORT-EXPORT EUROPEO ENTRO IL 2015 ITALIA IN PRIMO PIANO, MA SENZA IL 70% DELLE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE GIOVEDÌ 23 NOVEMBRE, ROMA, ORE 9, SEDE CNEL CONVEGNO NOMISMA, VENTICINQUE ANNI DI RICERCHE (1981-2006) LOGISTICA, ISTITUZIONI, IMPRESE

 
   
   Bologna, 22 novembre 2006  - Il Mediterraneo tornerà, entro il 2015, ad essere il cuore logistico dell’import-export europeo, l’Italia è in una posizione privilegiata per diventare lo snodo dei traffici economici e commerciali dell’area, ma la competizione con gli altri Paesi europei che si affacciano sul Mare Nostrum è forte e la corsa per conquistare il primo posto è già partita. Soprattutto la Spagna in questi ultimi anni ha guadagnato molto terreno, mentre all’appello dell?italia manca il 70% delle risorse necessarie a completare infrastrutture strategiche di breve e medio termine. È quanto scrive Nomisma in una ricerca originale che presenterà giovedì 23 novembre, a Roma, in occasione del convegno "Logistica, Istituzioni, Imprese", a partire dalle 9 nell’aula del Parlamentino del Cnel in viale Lubin 2. "Il petrolio dell’Italia – osserva Nomisma – è il suo territorio, dobbiamo investire in questa risorsa e metterla a reddito". L’area di sviluppo cui guardare è il Mediterraneo per molte ragioni. In primo luogo la quota dei traffici commerciali del Far East, a livello mondiale, crescerà del 64% circa entro il 2015, aumentando il suo peso sul totale dall’11% attuale al 18%. Inoltre i flussi commerciali via nave fra l’Estremo Oriente e l’Europa nello stesso periodo raddoppieranno. I porti del Sud Europa hanno sette giorni di vantaggio nelle relazioni con il Far East sui porti del Nord Europa, ne consegue che il Mediterraneo può riappropriarsi di quel ruolo centrale dal quale fu scalzato quando divennero predominanti le relazioni commerciali Europa-america. Oggi i porti del Mediterraneo sono in competizione fra loro, insieme ai loro entroterra, per accaparrarsi questi nuovi flussi. L’italia fino al 2000 deteneva la maggior quota dei traffici dell´area, negli ultimi anni invece i porti italiani stanno perdendo quote, in particolare nei confronti dei competitor spagnoli. Tabella 1. Classifica porti contenitori mediterranei, anni 1995 – 2003, in migliaia di Teu (unità di misura del traffico container)
Porti 1998 2000 2003 var% 1998-2003 var% 1998-2000 % 2000 su totale
Italia 4. 658 5. 565 6. 286 35,0% 19,5% 34,6%
Spagna 3. 925 4. 707 6. 159 56,9% 19,9% 29,3%
Francia 660 726 831 25,9% 10,0% 4,5%
Resto del Mediterraneo 4. 362 5. 070 n. D. n. D. 16,2% 31,6%
Totale 13. 605 16. 068 16. 181 18,9% 18,1% 100,0%
Tabella 2 - Volumi di traffico container dei principali porti spagnoli e italiani per paese (confronto 1998-2005)
Paese Porti 1998 2005
Val. Ass. % Val. Ass. %
Italia 4. 091. 144 51,1 5. 810. 400 43,2
Gioia Tauro 2. 093. 669 3. 160. 981
Genova 1. 265. 593 1. 624. 964
La Spezia 731. 882 1. 024. 455
Spagna 3. 926. 727 48,9 7. 660. 161 56,8
Algeciras 1. 825. 614 3. 179. 614
Barcelona 1. 095. 113 2. 070. 726
Valencia 1. 006. 000 2. 409. 821
Totale porti leader italiani e spagnoli 8. 017. 871 100 13. 470. 561 100
Fonte: Elaborazione Nomisma su fonti varie (2006) L’occasione invece è di quelle da non lasciarsi sfuggire: conquistare posizioni per ciò che riguarda l’arrivo e la partenza delle merci significa creare opportunità formidabili di rilancio per la nostra economia. Già oggi l’industria logistica con quella dei trasporti rappresenta in Europa circa il 17% del Pil e il 12% dell’occupazione. E’ un comparto in forte sviluppo come testimoniano le previsioni di crescita che oscillano dal 2% al 6% nei diversi segmenti di offerta (strada, ferrovia, mare, aria, ecc. ) dove domina, per quantità, la componente marittima e, per flussi economici, quella stradale. Tabella 3 - Flussi quantitativi ed economici con l’estero per modalità di trasporto (in %) - Anni 2000-2005 (1)
Anni Marittima Stradale Ferroviaria Aerea Altre Totale
Flussi quantitativi
2000 61,2 20,0 10,0 0,2 8,6 100,0
2001 62,2 19,0 10,1 0,2 8,5 100,0
2002 61,3 19,6 9,4 0,1 9,5 100,0
2003 62,9 19,0 8,7 0,1 9,2 100,0
2004 62,3 19,2 8,5 0,2 9,8 100,0
2005 61,8 19,2 8,5 0,2 10,4 100,0
Flussi economici
2000 34,3 39,9 14,6 9,5 1,7 100,0
2001 34,3 39,4 15,2 9,1 1,9 100,0
2002 32,7 43,7 14,7 7,0 1,9 100,0
2003 33,9 42,4 13,9 7,8 2,0 100,0
2004 34,5 39,7 13,2 10,8 1,9 100,0
2005 35,9 37,7 13,5 10,4 2,4 100,0
(1) Dati 2005 provvisori. Fonte: Elaborazione Nomisma, fonti varie (2006) Fare dell’Italia un punto di eccellenza per lo smistamento delle merci con l’Oriente significa creare un ambiente più competitivo per le imprese italiane e rendere più attraente il Paese come sede di imprese straniere. Altri due dati dovrebbero far riflettere: il costo logistico incorporato dalle merci si aggira intorno al 10-15% del loro valore finale e il costo di trasporto rappresenta il 41% del costo logistico. Per attrarre i nuovi flussi economici la condizione necessaria sono le infrastrutture di rete e nodali, che devono essere valorizzate e rese operative attraverso investimenti in organizzazione nell’ambito di una complessiva politica industriale. Oggi le infrastrutture italiane sono inserite a pieno titolo nel programma delle reti europee (strade, ferrovie, energia, telecomunicazioni) ma con risorse decisamente insufficienti in rapporto alla sfida logistica. Sul fronte delle risorse destinate a questa voce infatti siamo piuttosto indietro: si pensi ad esempio che per l’intero sistema valichi le disponibilità arrivano appena al 24% di quanto necessario. Fra costi e risorse disponibili complessivamente la distanza è del 70%. Tabella 4 – Costo e disponibilità dei principali interventi di breve-medio termine direttamente connessi alle opere infrastrutturali prioritarie sui nodi (realizzazione prevista entro il 2011), in mio euro (aggiornamento aprile 2006)
Infrastrutture strategiche (breve-medio termine) costo risorse disponibili (%)
Sistema valichi 11. 635,731 24,0%
Corridoio plurimodale padano 35. 821,372 38,9%
Corridoio plurimodale Tirreno-brennero 4. 673,85 27,1%
Corridoio plurimodale Tirrenico – Nord Europa 47. 238,30 34,0%
Corridoio plurimodale Adriatico 2. 194,75 61,1%
Corridoio plurimodale Dorsale Centrale 5. 091,44 11,7%
Corridoi trasversali e dorsale appenninica 23. 932,90 13,6%
Piastra logistica euro mediterranea della Sardegna 2. 086,34 20,5%
Hub Portuali 3. 286,73 17,5%
Hub Interportuali 1. 664,48 34,7%
Allacciamenti ferroviari e stradali Grandi Hub Aeroportuali 1. 649,46 60,0%
Totale 139. 275,35 30,0%
Fonte: Elaborazione Nomisma su fonti varie (2006) Le conclusioni della ricerca sono che il rilancio dell’Italia passerà dalla sua capacità di intercettare i nuovi flussi di merci, di sviluppare con ciò le sue attività manifatturiere, i servizi e il turismo. Il convegno è stato promosso da Nomisma in occasione del proprio venticinquesimo anno di attività. Dopo i saluti del presidente della società Giancarlo De Martis, i lavori saranno aperti dal presidente del Cnel Antonio Marzano, dal presidente della Bnl Luigi Abete e da Nerio Nesi che fu, insieme a Romano Prodi, il fondatore di Nomisma nel 1981. Due le tavole rotonde. Alle 10 "Logistica e competitività industriale", introduce Gianni Lorenzoni, presidente del Comitato Scientifico di Nomisma, partecipano esponenti di diverse aziende: Artoni, Contship, Gruppo Inditex, Indesit Company, Zurel Group. Alle 11,30 "Economia globale e modernità" con il presidente di Enel Piero Gnudi, il presidente di autostrade Gian Maria Gros-pietro, l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, il vice ministro all’economia e finanza Roberto Pinza, l’amministratore delegato di Pirelli Real Estate Carlo Puri Negri. Coordina l’amministratore delegato di Nomisma Giorgio De Rita, conclusioni del vice presidente di Nomisma Gualtiero Tamburini. . .
 
   
 

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