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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Ottobre 2010
 
   
  ALLUNGARE I BREVETTI DEI BIOLOGICI? PIÙ CHE UNA PROVOCAZIONE UN CONTROSENSO LA PROPOSTA DELL’AIOM DI GARANTIRE L’ESCLUSIVA AI FARMACI ORIGINALI CONTRADDICE LA TENDENZA IN ATTO NEI PAESI LEDER NELLA RICERCA SUL FARMACO, COME GLI STATI UNITI, DOVE INVECE SI PUNTA SULLA CONCORRENZA DEI BIOSIMILARI PER RENDERE DISPONIBILI LE CURE PIÙ AVANZATE A COSTI SOPPORTABILI

 
   
  Roma, 14 ottobre 2010 - La proposta dell’Aiom di prevedere un prolungamento della copertura brevettuale dei farmaci biologici sempre più spesso impiegati nel trattamento dei tumori “è una strada che l’Italia ha già percorso per i farmaci di sintesi con risultati – negativi – che tutt’ora stiamo pagando” commenta Giorgio Foresti, Presidente di Assogenerici. Foresti si riferisce alla disciplina italiana sui brevetti, e in particolare ai cosiddetti certificati di protezione complementare, che per decenni ha reso il nostro paese un’eccezione rispetto all’Europa, “bloccando di fatto lo sviluppo del generico, al punto che quando in Gran Bretagna si potevano vedere pubblicità di equivalenti dei medicinali più largamente impiegati in terapia sulle riviste scientifiche, il medico Italiano ancora non sapeva che cosa fossero i generici. Inutile ricordare, oggi che le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, che cosa ha significato per il Servizio sanitario nazionale prima, e ora per le Regioni, questo ritardo. Non vorremmo che la storia si ripetesse con i farmaci biosimilari, medicinali che hanno le stesse indicazioni e lo stesso meccanismo d’azione degli originali, hanno dimostrato in trial clinici la stessa efficacia e sicurezza ma consentono risparmi rilevanti” prosegue Foresti. La tendenza in atto nei paesi industrializzati è ben diversa: negli Stati Uniti, l’amministrazione Obama, già nell’estate 2009, ha dichiarato la sua intenzione di ridurre la protezione dei farmaci biologici a sette anni, così da permettere l’ingresso sul mercato dei biosimilari. La responsabile della Riforma sanitaria Nancy-ann Deparle e del responsabile dell’Office of Management and Budget, Peter Orszag, hanno da subito chiarito che “prolungare l’esclusiva a lungo termine (sui farmaci biologici) si tradurrebbe in un danno per i pazienti perché diminuisce la spinta all’innovazione e ritarda senza ragione l’accesso a farmaci più economici”. Entro pochi anni, ricorda il Presidente di Assogenerici, i farmaci biologici rappresenteranno la parte preponderante della terapia “e sarebbe suicida pensare di affrontare la situazione impedendo che la concorrenza tra originali e biosimilari porti a una riduzione dei costi e a un aumento dell’innovazione. Assogenerici si batterà perché per i biosimilari non vengano attuate le pratiche ostruttive che hanno caratterizzato la storia del generico”.  
   
 

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