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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Novembre 2006
 
   
  UNA POSSIBILE VIA VERSO LA FUSIONE FIRMATO IERI UN ACCORDO INTERNAZIONALE CHE PORTERÀ ALLA COSTRUZIONE DI UN GRANDE REATTORE SPERIMENTALE, CHIAMATO ITER, PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA FUSIONE NUCLEARE. OGGI A BRUXELLES SARÀ SIGLATO UN ACCORDO TRA EUROPA E GIAPPONE PER LA REALIZZAZIONE DI IMPIANTI COMPLEMENTARI AD ITER

 
   
   Roma, 22 novembre 2006 - Parte “Iter”, International Thermonuclear Experimental Reactor, (reattore sperimentale termonucleare internazionale) un Progetto internazionale che ha l’obiettivo di produrre energia dalla fusione. I ministri di Unione Europea, Stati Uniti d´America, Russia, Cina, India, Giappone e Corea, paesi che partecipano al progetto, hanno firmato ieri a Parigi, all’Eliseo, ospiti del Presidente francese Jacques Chirac, l’accordo internazionale che porterà, a partire dal 2007, alla realizzazione del grande reattore a fusione nucleare. Si tratta di una cooperazione internazionale senza precedenti che, come afferma il direttore generale di Iter, Kaname Ikeda, “potrà contribuire a creare una nuova fonte energetica per l’umanità” L’impianto, che verrà costruito nel Sud della Francia a Cadarache, consentirà di svolgere esperimenti per la produzione di plasmi con Deuterio e Trizio e parallelamente di sviluppare le nuove tecnologie necessarie per le centrali a fusione del futuro. Più in particolare, Iter è un esperimento di fusione termonucleare controllata, basato sulla configurazione detta “tokamak”, nel quale intensi campi magnetici confinano un plasma di forma toroidale che dovrà produrre più energia di fusione di quella consumata. La macchina Iter avrà dimensioni confrontabili con quelle di una comune centrale elettrica e produrrà circa 500 Mw di potenza per tempi prossimi all’ora, utilizzando pochi grammi di combustibile, Deuterio e Trizio, quest’ultimo ricavato all’interno del reattore dal Litio. Deuterio e Litio sono elementi abbondantissimi sulla Terra, disciolti nelle acque degli oceani o nelle rocce. La radioattività prodotta all’interno della centrale avrà tempi di decadimento dell’ordine dei cento anni, molto più brevi quindi di quelli delle scorie radioattive delle attuali centrali nucleari a Fissione. Inoltre il prodotto della fusione è l’Elio un gas nobile inerte. La fusione è inoltre intrinsecamente sicura, perché l’eventuale perdita di controllo del processo porterebbe all’immediato spegnimento della reazione. Per la realizzazione di Iter, prevista in circa 10 anni, si stima un costo di circa 5 miliardi di Euro. I risultati scientifici raggiunti hanno permesso anche all’Italia di svolgere un ruolo di primo piano sia nello sviluppo della comprensione della fisica dei plasmi, sia nella progettazione di Iter e dei suoi principali componenti e nella progettazione di Ifmif (International Fusion Materials Irradiation Facility), un impianto per la prova dei materiali critici del futuro reattore a fusione. Tre sono gli enti di ricerca italiani coinvolti nelle attività: l’Enea, il Cnr e più recentemente anche l’Istituto di Fisica Nucleare (Infn). I principali centri di ricerca si trovano a Frascati (il Centro Ricerche dell’Enea), a Milano (l’Istituto Fisica del Plasma del Cnr) e a Padova con il Consorzio Rfx (Enea, Cnr, Università di Padova e Infn). Fa parte del Consorzio Rfx anche l’Istituto gas ionizzati del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Padova che opera da diversi anni, in collaborazione con diversi laboratori internazionali, con ricerche volte alla comprensione dei fenomeni di comportamento del plasma e con risultati significativi ottenuti sulla macchina Rfx. Sempre a Padova è prevista la realizzazione del principale impianto sussidiario di Iter, l’impianto Nbi (Neutral Beam Injector) per lo sviluppo di acceleratori di fasci di particelle idonei a produrre il riscaldamento iniziale e il controllo della corrente in Iter. A tale impresa partecipa anche l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) che ha sviluppato nel laboratorio di Legnaro (Padova) alte competenze nel campo della fisica degli acceleratori di particelle. Anche l’Istituto di fisica del plasma del Cnr di Milano svolge ricerche nel campo della tecnologia dei plasmi e della fusione termonucleare controllata. In collaborazione con la Svizzera, sta sviluppando Ecrh, una tecnica di riscaldamento a radiofrequenza per Iter; l’attività avrà base a Ginevra dove si svilupperà e verrà realizzato un impianto di prova. .  
   
 

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