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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Ottobre 2010
 
   
  PATTO DI STABILITÀ, TETTO PIÙ ALTO PER VENTI COMUNI TOSCANI MESSI A DISPOSIZIONE 60 MILIONI. UN AIUTO PER LE IMPRESE

 
   
  Firenze, 20 ottobre 2010 - «Superare il patto di stabilità e regionalizzarlo non provoca instabilità - sintetizza con una battuta il presidente della Toscana Enrico Rossi – Aiuta semplicemente a risolverne alcuni paradossi, senza spendere un euro in più. Ma il controllo sulla spesa rimane ed è fondamentale». Venti Comuni toscani anche quest´anno potranno superare il patto di stabilità, o meglio i limiti di liquidità dell´accordo imposto dal governo a tutti gli enti locali per tenere a freno la spesa pubblica italiana. Il presidente della Toscana Enrico Rossi ne ha parlato durante il consueto incontro settimanale con i giornalisti. Lo potranno fare in molti casi per diversi milioni, grazie ad una quota di liquidità aggiuntiva messa a disposizione dalla Regione, e così potranno essere subito pagate, prima della fine dell´anno, molte imprese che per le regole di quel patto non potevano vedersi saldare le fatture di lavori già effettuati, nonostante che in cassa i Comuni i soldi per farlo, paradossalmente, ce li avessero. Un aiuto alle amministrazioni comunali più virtuose che rientrano in precisi parametri definiti a livello nazionale, ma soprattutto un aiuto all´economia e alle aziende. La Toscana peraltro è stata nel 2009 la Regione che ha ceduto la quota più alta di liquidità agli enti locali – solo Piemonte, Lazio, Lombardia ed Emilia Romagna hanno messo in campo provvedimenti simili - ed anche quest´anno si conferma ai primi posti. Come funziona - Il meccanismo è semplice. Il patto di stabilità fissa per le Regioni un tetto sulla spesa autorizzata, o meglio impegnata durante l´anno, e un secondo tetto sulle uscite di cassa. Non sempre le due coincidono. Ci sono investimenti previsti e poi rinviati . Ci sono lavori che si allungano di alcuni mesi e quindi non immediatamente liquidabili. Con un patto di stabilità a compartimenti stagni quei milioni sarebbero rimasti tutti nelle casse pubbliche e le prime ad essere penalizzate sarebbero state le imprese. E´ un po´ come avere i soldi in tasca pronti e dover dire al muratore, idraulico o elettricista di turno: «Mi dispiace: per il saldo ripassi tra tre mesi, ad anno nuovo». Tanto più assurdo visto che quei soldi in tasca erano stati messi da parte proprio per pagare quelle spese e non saranno utilizzati per altro. La quota messa a disposizione in questo caso dalla Regione - ma lo stesso possono fare i Comuni stessi, tra loro - consente di ottimizzare il sistema. 60 milioni di maggiore liquidità: quasi un milione al giorno - La giunta regionale nelle settimane scorse aveva definito la quota di liquidità da cedere ai Comuni toscani virtuosi, consentendo ad alcuni di alzare l´asticella delle spesa da qui alla fine dell´anno. Sono 60 milioni: di meno rispetto ai 100 milioni dell´anno scorso. «Perché il patto di stabilità imposto dal governo per tenere a freno la spesa pubblica si è fatto più severo anche per le Regioni – spiega Rossi – e perché abbiamo accelerato alcuni investimenti. Ma nonostante i tagli e le difficoltà finanziarie, che il prossimo anno saranno ancora maggiori, abbiamo voluto mantenere questo segnale di solidarietà. E comunque si tratta quasi di un milione al giorno da qui alla fine dell´anno». I venti Comuni che potranno spendere di più - L´anno scorso la Regione permise a 32 comuni e una Provincia di superare per 100 milioni -(contro i 106 richiesti) il limite imposto dal patto di stabilità interno. Dei venti Comuni autorizzati quest´anno ad una maggiore spe sa da dicembre, quattordici avevano già beneficiato dell´aiuto l´anno scorso: ovvero Calcinaia, Campiglia Marittima, Carmignano, Cascina, Castelfiorentino, Castelnuovo Garfagnana, Firenze, Grosseto, Lastra a Signa, Montopoli, Rosignano Marittimo, Santa Maria a Monte, Sesto Fiorentino, Vicopisano. A questi si aggiungono ora Campi Bisenzio, Carrara, Coreglia Antelminelli, Empoli, Prato e Vinci. Nessuno dei Comuni che avevano fatto richiesta (e che rientravano nei parametri di virtuosità previsti a livello nazionale) è stato escluso. Rispetto ai 138 milioni di richieste avanzate lo sforamento autorizzato non ha potuto però superare i 60 milioni e nella ripartizione la Regione ha tenuto conto della disponibilità di cassa degli enti locali, dell´ammontare dei debiti da saldare e di quanto fatto l´anno scorso con la quota di maggiore liquidità messa a disposizione.  
   
 

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