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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2010
 
   
  ABI, DA FINANZA ISLAMICA NUOVE OPPORTUNITÀ PER BANCHE E IMPRESE ITALIANE AL IV° FORUM INTERNAZIONALIZZAZIONE IL PUNTO SULL’INTRODUZIONE IN ITALIA DEGLI STRUMENTI SHARIA COMPLIANT.

 
   
  Roma, 25 ottobre 2010 - Consolidare la collaborazione economica coi Paesi del Golfo per accrescere gli scambi e cogliere le opportunità di investimento e finanziamento, anche attraverso l’introduzione in Italia di strumenti Sharia compliant: dai Sukuk, ossia i certificati di investimento conformi ai principi del Corano, agli strumenti islamici per la raccolta di fondi, fino ai prodotti di finanza islamica destinati al comparto retail. Con questo obiettivo, banche, imprese ed istituzioni italiane ed arabe si sono incontrate il 22 ottobre a Roma al Forum Internazionalizzazione dell’Abi, dedicato quest’anno al tema “Fare finanza islamica: come e perché”, anche in vista della prossima missione di sistema che, all’inizio di novembre, vedrà dieci delle principali banche italiane in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Il Forum – giunto alla sua quarta edizione - è stato l’occasione per fare il punto sulle relazioni economiche e finanziarie coi Paesi del Golfo all’indomani della crisi ed, in particolare, sul ruolo che l’Islamic Banking può giocare nell’economia italiana. Secondo studi recenti, infatti, la finanza islamica - che risponde sia alle regole del mercato che ai principi del Corano - è il segmento dell’industria finanziaria globale col più alto tasso di crescita (15-20% l’anno) ed entro il 2015 potrebbe superare i 4 trilioni di dollari di attività, con oltre 1,5 miliardi di risparmiatori interessati a questi prodotti. Nello stesso periodo, la finanza islamica potrebbe raggiungere in Italia un volume di ricavi pari a circa 170 milioni di euro, con una raccolta pari a circa 4,5 miliardi. “Già oggi - ha detto il Vicepresidente dell’Abi, Guido Rosa, aprendo i lavori del Forum – diversi paesi europei sono pronti ad introdurre strumenti finanziari Sharia compliant. È importante non restare indietro e modificare il nostro impianto normativo, civilistico e fiscale, per favorire lo sviluppo della finanza islamica in Italia, aprendo la strada a nuove opportunità per gli intermediari e intercettando la grande liquidità dei paesi arabi”. Gli aspetti regolamentari connessi all’emissione di strumenti Sharia Compliant, alla luce dell’attuale quadro normativo italiano, sono stati uno dei temi al centro del dibattito che ha animato il Forum dell’Abi. Mentre i lavori delle diverse sessioni hanno analizzato le prospettive di partecipazione delle banche italiane a prestiti sindacati in linea coi principi del Corano e le possibili declinazioni dell’offerta retail di prodotti islamici (dalle cosiddette Islamic Windows alla creazione di una vera e propria banca islamica). Al Forum hanno preso parte, tra gli altri, il Vice Ministro allo Sviluppo Economico, Adolfo Urso, il Presidente della Piccola Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia, il Segretario Generale Unione Banche Arabe, Abi Said, il direttore generale Assaif, Alberto Brugnoni, l’amministratore delegato Simest, Massimo D’aiuto e Giuseppe Mansur Baudo, membro dello Sharia Board della Comunità Religiosa Islamica Italiana.  
   
 

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