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Notiziario Marketpress di Lunedì 25 Ottobre 2010
 
   
  ENERGIA SEMINARIO ENVE, CAPPELLACCI: "REGIONI PROTAGONISTE POLITICHE ENERGETICHE UE"

 
   
  Pula, 25 Ottobre 2010 - Il ruolo delle città e delle regioni nel trovare soluzioni integrate per la produzione e l’uso sostenibile dell´energia, i numerosi esempi di buone pratiche in materia a livello regionale e locale, il completamento del mercato interno dell’energia in Europa, la possibilità di creazione di un ´Fondo investimenti energia´ autonomo per eventuali prestiti a livello locale, l´importanza degli investimenti a favore dell’energia sostenibile per un’economia più competitiva, che coinvolga le piccole e medie imprese locali, le prospettive in vista dell’attuazione della ´Strategia Europa 2020´. Sono i temi principali che sono al centro del seminario internazionale dal titolo ´Modelli locali e regionali per l´energia sostenibile nel loro contesto socio-economico´. Il seminario è stato aperto il 22 ottobre dall´intervento di Ugo Cappellacci, in qualità di presidente della Regione Sardegna e vice presidente della commissione Enve (Ambiente, Cambiamento climatico ed Energia) del Comitato delle Regioni: "Il nostro incontro di oggi - ha detto - intende approfondire il ruolo centrale che, in tema di nuova strategia europea di intervento ambientale ed energetico, possono e devono svolgere le Regioni e gli Enti locali". Il presidente ha messo in luce l´importanza istituzionale nella rappresentazione delle istanze delle Comunità locali e regionali e il ruolo determinante nell’attività legislativa dell’Unione Europea da parte del Comitato delle Regioni. "Il Comitato - ha spiegato - ha competenza in un ampio ambito di politiche, comprese quelle riguardanti l’ambiente e lo sviluppo regionale, in particolar modo attraverso la Commissione Enve, interviene direttamente nella politica europea sull´ambiente e sulle energie sostenibili". Il governatore della Sardegna ha fatto riferimento al Trattato di Lisbona, che si occupa, tra le altre cose, della competenza congiunta tra l´Ue e i suoi Stati membri sulla politica energetica. L´articolo 194 del Trattato ha lo scopo di assicurare, in uno spirito di solidarietà tra gli Stati membri, il funzionamento del mercato dell´energia, la sicurezza dell’approvvigionamento energetico dell´Ue, la promozione della efficienza e del risparmio energetici e lo sviluppo di nuove forme di energia rinnovabile; promuove inoltre, la interconnessione delle reti energetiche. L´intento è quello di procedere verso un´economia verde a basse emissioni di anidride carbonica: "Combattere i cambiamenti climatici - ha evidenziato il presidente Cappellacci - è una delle maggiori sfide del nostro tempo e l’Unione europea è fortemente impegnata a sviluppare una politica energetica ed ambientale integrata basata su scadenze e obiettivi ben definiti per passare ad un´economia a basse emissioni di anidride carbonica (Co2) e risparmiare energia. Questa priorità è parte integrante della nuova strategia varata recentemente dalla Commissione europea e nota come ´Europa 2020´". "Anche la Sardegna - ha concluso il presidente Cappellacci - sta lavorando per individuare, definire ed implementare metodologie il suo modello di green economy per uno sviluppo organico e coordinato del proprio sistema energetico. Abbiamo obiettivi ambiziosi per rendere la nostra Regione leader nazionale ed internazionale nel settore della riduzione delle emissioni di gas clima alteranti e dello sviluppo energetico sostenibile. Per le nostre caratteristiche geografiche, economiche, sociali ed infrastrutturali possiamo e vogliamo assumere un ruolo di Regione pilota per l’implementazione di una serie di azioni integrate e coordinate di breve, medio e lungo periodo destinate a ridurre progressivamente il bilancio delle emissioni di Co2 della Regione Sardegna. Sono questi gli obiettivi strategici del nostro progetto che abbiamo chiamato Sardegna Co2.zero di cui oggi presentiamo lo stato dell´arte". La seconda sessione che è stata moderata da Javier Velasco Mancebo, si è occupata delle dotazioni finanziarie e dei problemi di finanziamento che investe la comunià internazionale. Mancebo ha introdotto il tema mettendo in luce "L’importanza di energia e di un’economia alternativa nell’attuale situazione di congiuntura economica in Europa e nel mondo". Il moderatore spagnolo ha poi dato la parola al membro del Comitato delle Regioni, Brian Meaney che ha esposto la sua relazione intitolata: "I Criteri di sostenibilità relativamente all’uso di fonti di biomassa". Meaney ha messo in evidenza l’esempio dell’attività in merito che si attua nella sua provincia situata nel nord ovest dell’Irlanda. L’esponente del Cdr ha poi chiarito quale valore abbia il raggiungimento degli obiettivi del trattato di Lisbona: "Bisogna sostenere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, e un’economia basata sulla scienza e sulla coesione territoriale e sociale. Per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020" sono fondametali i nessi strategici con la base, rappresentata dai territori. Anche nello sfruttamento delle biomasse la funzione locale è determinante". La parola è passata poi a Roman Doubrava, Direttore Generale Energia della Commissione Europea. "Dobbiamo sfruttare il coinvolgimento di persone competenti e di adeguati finanziamenti. Questi, che fanno parte del quadro generale in cui ci troviamo ora, sono gia stati attivati e trovano i primi importanti riscontri" ha sostenuto nella sua reazione Doubrava. "È stata attivata da tempo un’iniziativa legata al coinvolgimento di sindaci e città ma c’è bisogno di un impegno più forte da parte di esponenti politi locali e regionali. Il monitoraggio per che abbiamo attivato per individuare i problemi locali sul territorio ci hanno permesso di fare grandi passi avanti ma per non fallire i nostri obiettivi dobbiamo continuare l’esame dei 360 piani d’azione per analizzare il territorio". Il terzo relatore è stato Carlo Manna, responsabile degli uffici dell’Enea (Agenzia nazionale energia ambiente), Ente che supporta il Ministero dello Sviluppo economico nella strategia energetica nazionale con 3000 dipendenti impegnati su tutto il territorio nazionale. Manna ha posto l’accento su come "le tecnologie possono rispondere alle esigenze di riduzione delle emissioni di Co2, innanzi tutto attraverso l’efficienza nella generazione dell’energia elettrica, ma soprattutto nell’uso finale dell’energia stessa. In questo senso è fondamentale il ruolo di quelle rinnovabili". Successivamente l’esponente di Enea si è chiesto se la strategia energetica sia più un costo o più un investimento, affermando come risposta al quesito che gli investimenti prevalgono perchè rendono più sostenibile il futuro. Cappellacci presenta progetto Sardegna Co2.0 - "Vogliamo rendere la Sardegna regione modello nel campo delle energie rinnovabili e delle emissioni zero". Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha introdotto l’illustrazione del progetto Sardegna Co2.0 al seminario ´Modelli locali e regionali per l’Energia sostenibile nel loro contesto socioeconomico´. "La nostra Isola - ha aggiunto il presidente -, con le sue caratteristiche morfologiche e climatiche e con le sue eccellenze in ambito di risorse umane, vuole recitare un ruolo da protagonista in materia di energie rinnovabili e nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale. Abbiamo pensato di utilizzare le opportunità offerte dal Piano 20-20-20, unitamente alle potenzialità del territorio alla sua vocazione naturalistica, al capitale umano per orientare il passaggio da un modello di sviluppo economico basato sull’industria di base a un modello integrato con le tematiche della green economy. L´obiettivo è strategico e implementare un’insieme coordinato di azioni nel settore energetico che conduca a un bilancio di emissioni nullo. "Il progetto Sardegna Co2.0 è stato illustrato nei dettagli da Alfonso Damiano, docente della facoltà di ingegneria dell’Università di Cagliari. "Il nome del progetto ha lo scopo di evidenziare l’obiettivo sottintendendo l’uso di tecnologie nelle quali la Sardegna è già leader nazionale e internazionale, e il desiderio di anticipare l’avvio di processi di trasformazione delle reti energetiche. Le azioni previste tendono a coinvolgere tutti i comparti produttivi e intere comunità locali". In questa direzione si è giunti a definire il progetto di avvio denominato Comuni in classe A che individua il numero limitato di comunità "pioniere" rappresentative del contesto socioeconomico e di progetti dimostrativi volti al raggiungimento di un bilancio di emissioni di Co2 pari a zero. Gli effetti attesi sono di tipo economico, energetico e sociologico. È stato previsto lo sviluppo di un processo che, attraverso le comunità "pioniere", consenta l’affiancamento operativo e giunga alla definizione di un piano energetico locale che permetta di individuare azioni idonee allo sviluppo di Parternariati Pubblico Privati.  
   
 

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