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Notiziario Marketpress di Mercoledì 22 Novembre 2006
 
   
  GLI ITALIANI E L’OLIO D’OLIVA: CONSUMATORI INFORMATI? UN’INDAGINE TRA LEGGENDA E VERITÀ A CURA DELL’ “OSSERVATORIO BERTOLLI. IL GUSTO DEL BENESSERE”, IL CENTRO DI STUDIO E RICERCA NATO NEL 2001

 
   
  Olio d’oliva: re della cucina mediterranea. Dal Sud Italia ha risalito tutto lo Stivale ed è arrivato a conquistare, da metà del secolo scorso, anche le regioni più settentrionali, tanto che oggi tutti ne parlano, sempre più se ne scrive e la quasi totalità delle famiglie italiane lo porta in tavola ogni giorno. Ma, in realtà, gli italiani quanto conoscono davvero l’olio d’oliva? Questa è la domanda che si è posto l’ “Osservatorio Bertolli. Il gusto del benessere”, il centro di studio e ricerca nato nel 2001 con l’obiettivo di esplorare il mondo dell’olio d’oliva dal punto di vista delle valenze nutrizionali ma anche del gusto e del piacere, oltre che per promuoverne la diffusione della cultura. L’osservatorio Bertolli ha quindi commissionato ad Astra Ricerche un’indagine per rilevare il grado di conoscenza degli italiani in materia di olio. Sorprendenti sono i risultati: se dovessimo assegnare una pagella al nostro Paese solo il 13% degli abitanti (dai 15 anni in su) sarebbe promosso a pieni voti, il 35% passerebbe con sufficiente mentre il 46% sarebbe rimandato e il 7% bocciato. C’è quindi un forte divario tra coloro che utilizzano l’olio nelle preparazioni di tutti i giorni e chi ne conosce realmente caratteristiche e virtù. Oltre ad una scarsa conoscenza della materia da parte degli italiani, l’indagine di Astra ha fatto emergere anche una serie di luoghi comuni e “leggende” sul mondo dell’olio d’oliva, ancora oggi fortemente radicate in gran parte della popolazione. Una tra le false credenze più condivise riguarda l’utilizzo degli oli in cucina: il 44% degli italiani erroneamente ritiene, infatti, che in frittura sia da preferire l’olio di semi perché più “leggero” e digeribile. E’, invece, stato dimostrato il contrario dalla ricerca “Impiego a caldo degli oli alimentari” condotta dall’Università degli Studi di Bologna per l’Osservatorio Bertolli. “Dal nostro studio è emerso chiaramente come l’olio extra vergine di oliva sia sempre da preferire in tutte le preparazioni a caldo, inclusa la frittura” sostiene il prof. Giovanni Lercker “Questo perché è più resistente alle alte temperature e più ricco di antiossidanti, proprietà che si mantiene valida anche quando l’alimento cucinato non viene consumato subito ma a distanza di qualche giorno”. Pensando poi a quanto il consumatore oggi sia sempre più attento alla propria alimentazione, sia per una questione salutistica sia per motivazioni puramente estetiche, sorprende il fatto che il 45% degli intervistati coltivi convinzioni errate in tema di calorie, grassi e colesterolo in relazione al mondo dell’olio. Il 47% non sa che l’olio di oliva contiene delle sostanze naturali (i polifenoli) che agiscono come anti-ossidanti e sono un valido aiuto contro l’invecchiamento. Ma ancora di più stupisce che il 34% per cento creda che l’olio extra vergine di oliva apporti più calorie rispetto ad un olio di semi. “Un luogo comune duro da sconfiggere” secondo la dottoressa Elisabetta Bernardi dell’Università di Roma “La Sapienza” Tutti gli oli, d’oliva e di semi, hanno in realtà lo stesso potere calorico: 9 kcal per grammo. Tuttavia, a parità di apporto calorico, l’olio extravergine di oliva è molto più saporito e consente quindi di utilizzarne di meno mantenendo un sapore soddisfacente”. Un altro argomento che è risultato sconosciuto agli italiani riguarda la produzione dei diversi oli: l’indice di esattezza circa la conoscenza della produzione dell’olio è risultato infatti basso/nullo per l’86% degli intervistati. “Un dato confermato dalle tante convinzioni sbagliate del consumatore in questa area. ” sostiene Luigi Caricato, oleologo “Prima fra tutte quella che l’olio venduto in frantoio sia diverso e migliore rispetto a quello industriale. Non è così, perché gli oli che si trovano nella grande distribuzione vengono comunque prodotti nei frantoi e poi distribuiti in ogni angolo d’Italia o del mondo. Il cosiddetto “olio del contadino”, inteso quale baluardo di una civiltà ancorata al passato, va superato. La qualità va misurata avvalendosi di alcuni parametri di giudizio oggettivi, senza cadere in abusati e inutili luoghi comuni. ” Sempre più spesso, quando si parla di alimentazione, viene sottolineato anche il concetto di qualità. Ma quanti sanno riconoscere realmente se un olio è di qualità? Dall’indagine di Astra risulta che l’84% della popolazione appare disinformata sull’argomento. Il 67% crede che un olio che pizzica in gola abbia un’acidità più elevata e il 38% considera in maniera negativa il gusto amaro, valutando entrambi come difetti di qualità dell’olio. Il 45%, inoltre, non sa che solo un gruppo di assaggiatori esperti può riconoscere la vera qualità dell’olio. Anna Cane, Responsabile Qualità Bertolli, spiega: “Quando un consumatore si accinge a valutare il gusto di un extra vergine non è certo in grado di applicare le regole del Panel test che seguono gli assaggiatori professionisti. Come può allora distinguere un olio da un altro? Innanzitutto l’olio va valutato il più possibile da solo, per evitare che altri sapori od odori interferiscano con il reale gusto dell’extra vergine. La prima valutazione è quella olfattiva, che permette di percepire le note aromatiche positive (quali il fruttato ed i sentori di erba o di vegetali), sia gli attributi negativi. Successivamente, al palato, non solo vengono confermate le note olfattive, ma si apprezzano anche le sensazioni di amaro e piccante. Queste ultime sono note assolutamente positive, da non classificare come difetti, anche se talvolta alcuni consumatori possono non gradirle” Concludiamo l’excursus sui dati dell’indagine con qualche valutazione positiva: il livello della conoscenza è buono se si parla di gusto, anche se il 25% non sa ancora cogliere le sfumature dell’olio, come per i vini, e una minoranza crede ancora che l’olio prodotto da olive senza nocciolo sia migliore. Buone le conoscenze anche sulla conservazione dell’olio: la maggior parte degli italiani sa che l’olio va conservato al buio, ben chiuso e che soffre il caldo. Dura a morire rimane però l’errata convinzione che sia corretto conservare l’olio in un’oliera, magari con continui rabbocchi: questo è in realtà solo un ottimo sistema per far diventare rancido anche il migliore degli oli. Infine c’è addirittura un 19% che crede sia meglio consumare l’olio dopo alcuni mesi dall’acquisto, mentre è vero che si possono apprezzare le proprietà dell’olio proprio quando è giovane e che con il tempo i benefici e la qualità diminuiscono sensibilmente. Alla luce di questi risultati, diventa importante rimediare alla scarsa conoscenza da parte del consumatore di un alimento così diffuso e così importante dal punto di vista nutrizionale come l’olio d’oliva. Dal 2001 l’Osservatorio Bertolli lavora proprio in questa direzione e, avvalendosi della consulenza dei massimi esperti in materia di olio, promuove ricerche e iniziative volte a diffondere la cultura dell’olio, facendo della corretta informazione il suo obiettivo primario. Una delle iniziative più recenti è la realizzazione di un opuscolo informativo rivolto al consumatore in collaborazione con Unc (Unione Nazionale dei Consumatori) dove, insieme ai massimi esperti di ciascuna area, ha risposto alle dieci domande più frequenti del consumatore in materia di olio d’oliva. “L’olio extra vergine di oliva è stato definito il principe degli oli perfino dalla Corte di Cassazione” osserva l’avvocato Massimiliano Dona, Segretario Generale dell’Unione Nazionale Consumatori “ma forse è anche il principe degli alimenti e i suoi pregi vanno sostenuti senza riserve”. Da questa collaborazione è nato così uno strumento di conoscenza utile e accessibile a tutti, dove le tematiche sono affrontate con estrema chiarezza, con l’obiettivo di fare cultura sul mondo dell’olio e sconfiggere i luoghi comuni che ne impediscono un corretto consumo e non ne lasciano apprezzare le importanti qualità. Le Cinque Principali False Credenze Sugli Oli L’olio di semi è migliore per friggere perché più leggero e digeribile l’olio d’oliva apporta più calorie rispetto a quello di semi L’olio va conservato in un’oliera L’olio del frantoio è migliore dell’olio industriale L’olio Extra Vergine che pizzica in gola è acido, quindi di scarsa qualità .  
   
 

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