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Notiziario Marketpress di Giovedì 28 Ottobre 2010
 
   
  KLEDI, UN BURRASCOSO ROMANZO A LIETO FINE IL CELEBRE BALLERINO DI ORIGINE ALBANESE IERI A TRENTO HA INCONTRATO GLI STUDENTI.

 
   
  Trento, 28 ottobre 2010 - Un percorso migratorio burrascoso, iniziato con il primo arrivo in Italia nel ’91 cui è seguito, poco dopo, il rimpatrio. Poi il ritorno, il successo televisivo, i riconoscimenti artistici e il consolidamento della carriera di ballerino. Ieri Kledi Kadiu (tra l’altro testimonial Unicef) è ormai un artista celebre, presente non solo in teatro ma anche sul grande schermo. Kledi, che stasera porta a Trento lo spettacolo di danza “Non solo Bolero”, stamane al Teatro Cuminetti ha incontrato gli studenti delle scuole superiori. L’iniziativa è stata organizzata dal Cinformi dell’assessorato provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza. L’incontro di oggi, ha detto sul palco del Cuminetti l’assessore Lia Giovanazzi Beltrami, rientra nelle iniziative del Piano Convivenza approvato dalla Giunta provinciale. Si inserisce in un percorso di sensibilizzazione della comunità, rivolto naturalmente anche ai più giovani, che intende far conoscere non solo le ragioni delle migrazioni ma anche il vissuto di chi ha lasciato la propria terra carico di speranza. E’ proprio dalla conoscenza reciproca infatti – ha aggiunto l’assessore – e dal confronto fra le persone e le loro diverse identità che nasce una convivenza capace di rendere la comunità culturalmente e umanamente più ricca. Protagonisti dell’incontro sono stati anche e soprattutto gli studenti, con le domande rivolte a Kledi. La carriera artistica, il percorso dall’Albania all’Italia, le seconde generazioni di immigrati: sono questi alcuni dei temi affrontati oggi. “Non rinnegate le vostre origini”. E’ questa la raccomandazione che Kledi ha rivolto in particolare agli studenti di origine straniera, presenti fra il pubblico di ragazzi venuti per dialogare non solo con l’artista ma anche con la persona Kledi. Una persona che ha provato sulla propria pelle il dramma del rimpatrio, prima di tornare in Italia e regolarizzare la propria posizione. Per me il rimpatrio – ha detto Kledi – ha significato la distruzione dei miei sogni. Poi, al ritorno in Italia, le cose sono andate diversamente e mi sono sentito privilegiato. La gente infatti – ha aggiunto – vede gli artisti o i campioni dello sport in modo diverso dagli altri immigrati e questo non è giusto, perché tutte le persone hanno una loro dignità indipendentemente dalla loro attività. Nella percezione degli immigrati un ruolo determinante è certamente quello dei media. Non è giusto – ha affermato l’artista di origine albanese – parlare di immigrazione solo in termini negativi, nella cronaca nera. Ma oggi si è parlato anche di danza, della carriera di Kledi, dell’impegno necessario per diventare un artista professionista. In questo campo serve una grande tenacia – ha detto Kledi – e nulla si improvvisa. Ma è importante studiare non solo la danza o altre discipline artistiche, ma anche le altre materie, per avere una buona cultura generale. L’intervento di Kledi è stato prezioso per due motivi, ha detto l’assessore Giovanazzi Beltrami. In primo luogo perché abbiamo portato agli studenti l’esempio di una persona rimasta semplice nonostante il successo; in secondo luogo perché da Kledi è arrivato l’invito a non rinnegare le proprie radici, passaggio fondamentale nel cammino verso la convivenza. Biografia Nato a Tirana in Albania il 7 aprile 1974, Kledi Kadiu è entrato giovanissimo all´Accademia Nazionale di Danza dove si è diplomato nel 1992. Nello stesso anno è entrato a far parte del Corpo di Ballo del Teatro dell´Opera di Tirana dove ha ricoperto, fin dall´inizio, come solista in balletti di repertorio quali "Giselle", "Lo Schiaccianoci", "Don Chisciotte", "Dafne e Chloe". Nel 1993 si è trasferito in Italia per lavorare prima a Mantova e successivamente a Rovereto. La prima esperienza televisiva arriva nel 1996 e dall´anno seguente Kledi è primo ballerino in programmi noti al grande pubblico quali "Buona Domenica", "C´è posta per te" ed "Amici". Nel 2004 Kledi ha fondato la "Kledi Dance", ottenendo nello stesso anno il Premio "Gino Tani" come artista dell´anno. Nel 2005 è arrivata anche la prima esperienza cinematografica con "Passo a due" (regia di Andrea Barzini e coreografie di Mauro Mosconi) a cui è seguito il film "La cura del gorilla" con Claudio Bisio (regia di Carlo Sigon). Nel 2006 Kledi è stato il protagonista della fiction di Rai 1 "Ma chi l´avrebbe mai detto" (regia di Giuliana Gamba, con Ornella Muti, Katia Ricciarelli). Nello stesso anno riceve il Premio "La Ginestra d´Oro" come miglior ballerino televisivo. Nella stagione 2007-2009 è protagonista in "Giulietta e Romeo" di Fabrizio Monteverde con il Balletto di Roma. Nel 2009 esce il Libro autobiografia di Kledi Kadiu - "Meglio di una favola". Nel Maggio 2009 il libro è vincitore del Premio Elsa Morante ´Ragazzi´ a Napoli Nel 2009 diventa Testimonial 2009-2010 del progetto "Pigotta" per l´Unicef Giugno 2010 riceve il Premio "Ariston Proballet 2010" per la sua capacità ed ecletticità professionale e le sue doti mediatiche hanno permesso una positiva divulgazione dell´arte coreutica ed hanno proposto un esempio per le generazioni future. Nel 2010 Kledi è Testimonial Ufficiale degli eventi Albania-italia "Due popoli, un mare, un´amicizia".  
   
 

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