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Notiziario Marketpress di
Giovedì 28 Ottobre 2010 |
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LEGGERE LIBERA-MENTE 2 LEGGERE E SCRIVERE: L´AVVENTURA COME RACCONTO, MITO E POESIA
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Milano, 28 ottobre 2010 - Si è svolto mercoledi 20 ottobre il 5° appuntamento di leggere libera-mente sul tema Lettura E Umorismo. Dopo “Lettura e amore, Leggere l´avventura, leggere la strada, lettura e musica” il libro torna ad essere protagonista sul palcoscenico del teatro del carcere di Milano-opera, con un altro tema importante, l´umorismo, insieme a tre testimoni di eccezione quali sono Aldo Giovanni e Giacomo, che ringraziamo nuovamente per la sensibilità e generosità mostrata partecipando all´evento. La formula lettura e spettacolo, che unisce il potere del libro alla potenza della recitazione, si è dimostrata ormai vincente, sia nel promuovere la lettura all´interno del carcere, obiettivo primario del progetto, sia nel promuovere la partecipazione corale di detenuti, operatori, giornalisti, esterni, Tv, coinvolgendo quindi animi e coscienze. Le storie, sono doni d´amore, scriveva Lewis Carroll, autore del famoso “Alice nel paese delle meraviglie”. “In effetti le persone che ci raccontano o leggono storie per sognare, desiderare, pensare, sono proprio le persone che ci vogliono bene.” Ed è con questo spirito che lo staff di leggere libera-mente ha invitato gli ospiti di questo incontro, in un luogo dove i “doni” non sono facili da accogliere. Ma l´invito è stato prontamente raccolto dal pubblico dei detenuti e degli esterni, che hanno partecipato attivamente con numerosi applausi, battute, risate a non finire. Il teatro interno al carcere di Milano Opera contiene 400 posti a sedere, tutti occupati in questa occasione, e addirittura insufficienti ad accogliere i tanti giunti ad assistere all´evento, rimasti poi in piedi accalcati. “Non è un luogo che susciti molto humor”, ha esordito Silvano, uno dei detenuti che compongono il gruppo di lettura, “ma certamente l´umorismo e la leggerezza ci possono aiutare a vivere meglio e a superare momenti difficili”. Il programma prevedeva una prima parte più teorica sul significato dell´umorismo, della comicità, dell´ironia e del sarcasmo, che Dino ha illustrato facendo riferimento allo scritto di Pirandello dal titolo “L´umorismo”, dando così voce di nuovo al gruppo di lettura e al lungo lavoro fatto su questo tema. La riflessione teorica si è accompagnata poi a una esposizione più personale dei protagonisti dei due laboratori, partendo dalla domanda “cosa fa nascere l´umorismo?”. Jimmi, Alfonso, Giovanni, Silvano, Mario, Nazareno..., del gruppo di scrittura creativa e di lettura, hanno letto e recitato i loro testi, decisamente esilaranti, di cui ne alleghiamo alcuni, a mo´ di esempio. La trasgressione nelle parole, le soluzioni inattese e per questo ilari, i paradossi, l´umorismo come medicina contro il fanatismo, sono alcuni dei temi sviluppati, raccolti nel libretto che è stato distribuito in sala. La seconda parte del programma ha visto poi la partecipazione del gruppo teatrale di Opera Liquida. I detenuti afferenti al laboratorio di teatro hanno interpretato alcune gag, frutto del lavoro con Bano Ferrari, raccogliendo molti applausi, espressione anche dello stupore dell´inatteso. Infine, la terza parte ha visto la partecipazione di Aldo Giovanni e Giacomo, che hanno concluso l´incontro con una esilarante interpretazione di un viaggio, in una fantasiosa auto, da Milano a Pizzo Calabro. Hanno fatto esplodere risate e battimani a non finire. Bravissimi anche nella capacità di esprimere battute umoristiche legate al contesto. Dice ad un certo punto Aldo: “Vuoi sbrigarti che l´ora d´aria sta per finire?!”. Giovanni lo guarda sorpreso e stupefatto, commentando: “Fico, un´ora d´aria al chiuso!!”, che ha strappato fragorose risate, anche catartiche, visto il contesto. Un giornalista, Alberto Ferrari, commenta che: “Sembravamo all´oratorio... Nel senso che per un attimo siamo tornati tutti bambini di fronte alle gag di Stanlio e Olio, quando ridevamo di gusto, ma così di gusto... Che ci bastava per una settimana”. Una forte emotività espressa e condivisa ha caratterizzato questo 5 incontro di leggere libera-mente. È quanto sottolinea anche Sebastiano Di Mauro: “il tema dell’incontro che è stato“Lettura e umorismo” e senza dubbio alcuno, mi ha ripagato ed appagato”. E ancora: “un grazie innanzitutto a tutti i partecipanti al progetto, che nei loro interventi sono riusciti a trasmettere emozioni positive, un grazie anche a tutti gli operatori, agli Agenti di custodia, al Direttore Giacinto Siciliano, al dr.Luigi Pagano che con la sua umiltà professionalità ha fatto e continua a fare tanto per il sistema carcerario della Lombardia, occupando il ruolo di provveditore agli istituti di pena lombardi, un grazie a chi sostiene e gestisce questo progetto, ma anche a tutti i detenuti di Opera perché hanno saputo emozionarmi con il loro entusiasmo e le loro estemporanee battute che stavano in tema con l’evento.” Ed ecco anche alcuni commenti dei detenuti: Un grande scrittore portoghese F. Pessoa diceva: “ Non credo nel destino ma credo negli appuntamenti” il che significa, nel nostro caso, che avevi un appuntamento con la vita che ci incita alla crescita... Il mio commento è che oltre a vedere gente civile e non solo detenuti, ti aiuta un po’ psicologicamente: ti lascia svuotare la mente da tutto quello che avevi in testa prima di entrare, permettendoti di concentrarti su quello che vedi. Ho trascorso due ore di libertà e di sensazioni diverse, lontane dai discorsi che sento giornalmente sulle malattie e dai discorsi malavitosi. È stato un giorno bellissimo come vissuto su un altro pianeta, distolto ed estasiato da ogni problema. Ho visto un grande coinvolgimento da parte di tutti i detenuti. Posso dire, riguardo i vari appuntamenti in teatro, compreso il 5°, che secondo me sono eventi dove oltre a spezzare la quotidianità monotona riesci per qualche ora a pensare ad un futuro migliore. Un carcere insomma come non te l´aspetti, dove succede che le persone detenute, oltre a scontare una pena, possono compiere un percorso di cambiamento, testimoniato dalle parole dei protagonisti di questo incontro, dai lavori dei due laboratori di lettura e scrittura, ma che è tangibile anche nel modo rispettoso e coinvolto con cui il pubblico ha partecipato e poi commentato l´evento. Spesso si parla di carcere nei momenti di “crisi”, o quando eventi particolari turbano gli equilibri del sistema (i morti, i suicidi, il sovraffollamento, l´indulto...), mentre rare sono le notizie relative alla quotidianità del carcere, alla sua funzionalità, alla rieducazione che viene realizzata. Questo progetto certamente merita un suo posto e un suo rilievo nell´ambito della prevenzione del disagio e della promozione di benessere. Aiuta le persone a immaginare e a costruirsi percorsi alternativi di vita, contribuendo così a rompere i circuiti della delinquenza. Non poco! In due anni di attività ha favorito l´incremento della lettura, come sostengono anche i numeri sull´aumento dei prestiti in biblioteca (più che raddoppiato in soli 6 mesi di osservazione). La strategia è quella di offrire stimoli perchè possa nascere la curiosità, il desiderio, l´interesse nei detenuti ad avvicinarsi ai libri, partendo dal regalare un libro a scelta, tra una rosa di proposte. Della biblioterapia, ormai, è nota la sua efficacia. Ricordiamo, per completezza, alcuni aspetti. La biblioterapia, termine coniato negli anni ´30 dal dr. William Menninger, psichiatra, significa: “cura attraverso la lettura”, ovvero lettura come mezzo di crescita personale. È stato dimostrato infatti che la lettura offre: capacità di ascolto capacità di immedesimarsi negli altri, capacità di analisi e confronto con sé, offre uno sguardo allargato in altri ambienti, in altre vite, in altri luoghi, è come vivere altre vite, aiuta a trovare le parole per esprimere pensieri e sentimenti: arricchisce il linguaggio e quindi aiuta a creare i concetti, le idee...Forma la mente favorisce la relazione con gli altri, favorisce l´ascolto interiore e l´introspezione, permette un ritmo personale nella riflessione. Inoltre, in un carcere, la lettura permette: di arricchire gli argomenti di discussione su aree positive, lontane dalla devianza, di mettere in atto “un´evasione lecita”, la revisione critica rispetto alle proprie esperienze di vita, nel confronto delle altre storie narrate, la possibilità di vivere la quotidianità in modo più costruttivo. Questo progetto, quindi, è divenuto un´azione concreta volta alla “rieducazione e trattamento”, in quanto permette di attivare spazi di pensiero alternativi, liberi dalle regole del mondo delinquenziale. Il prossimo appuntamento sarà sul tema “Leggere ai bambini” e vedrà eccezionalmente la partecipazione anche delle famiglie dei detenuti e dei loro bambini. La data non è ancora stata fissata. Le due città, interna ed esterna al carcere, si incontreranno quindi per favorire quel processo di reinserimento sociale che è alla base di una società civile che crede nella rieducazione. |
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