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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Novembre 2010
 
   
  QUALE ALTERNATIVA PER AGROFERTIL? CONFCOOPERATIVE INTERVIENE SULLA VICENDA DENUNCIANDO UN ATTEGGIAMENTO MIOPE E CHIEDENDO UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ

 
   
  Confcooperative Forlì-cesena interviene sulla questione Agrofertil chiedendo a tutti, ad iniziare dalle istituzioni, un atto di responsabilità. Come si può chiedere ad un’azienda di stare sul mercato, di contribuire alla soluzione di un problema di filiera e poi lasciarla senza alternative, anzi chiederne addirittura la chiusura come da articoli apparsi sulla stampa? Quale alternativa per la Coop Agrofertil che si è impegnata in questi ultimi anni nell’elaborazione di idee progettuali e nell’analisi di diverse soluzioni per lo smaltimento e la valorizzazione della pollina, alla ricerca di soluzioni impiantistiche a basso impatto e soprattutto in grado di dare una risposta al settore della trasformazione agroalimentare e all’occupazione di un’intera vallata? Sono domande pesanti, che come Confcooperative poniamo al territorio, agli enti locali, ai produttori, alle forze politiche e al comitato per l’ambiente che chiede la chiusura della cooperativa. Il comparto avicolo rappresenta una realtà economica fondamentale per la vallata del Bidente, il problema pollina fa parte di quella filiera, il suo smaltimento deve trovare soluzioni adeguate e nel rispetto della normativa vigente. Ci riferiamo alla Direttiva comunitaria Normativa nitrati che non solo limita notevolmente lo spandimento della pollina tal quale nei campi e richiede quindi soluzioni alternative, ma impedisce di fatto la produzione agli allevatori che non siano in grado di dimostrare il giusto collocamento delle deiezioni avicole. La Cooperativa Agrofertil opera da anni per dare risposta a questo problema grazie a impianti tecnologicamente all’avanguardia, cercando di risolvere anche i problemi emersi dal trattamento come quello dei disagi olfattivi, oggi già notevolmente ridotti a qualche ora e per qualche giorno al mese. Un ulteriore miglioramento al problema delle esalazioni potrebbe aversi con il trasferimento degli impianti in altri siti, come richiesto dalla cooperativa stessa interpellando il mondo politico e le istituzioni locali per un’azione comune in grado di dare una risposta condivisa. Come Confcooperative non possiamo non denunciare in tutta la vicenda un atteggiamento miope e di breve respiro. E chiediamo per questo un atto di responsabilità, nei confronti in primo luogo di un’azienda che è impegnata a stare sul mercato anche in tempi di crisi pesante, ma anche per contribuire alla soluzione di un problema di filiera e di occupazione.  
   
 

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