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Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Novembre 2010
 
   
  UNGHERIA ALLA PRESIDENZA DELL’UE DAL 2011

 
   
   Budapest, 3 novembre 2010 - La prima versione ufficiale del documento sulle priorità nel semestre di Presidenza ungherese, elaborato dal Governo di Budapest, è stato consegnato alla Commissione Europea. La versione definitiva del programma giungerá a Bruxelles in dicembre. Secondo il Ministro degli affari esteri, János Martonyi, la Presidenza ungherese, che inizierá dal 1 gennaio 2011, si baserá su quattro concetti: il fattore umano, un’Europa piú forte, l’Europa dei cittadini ed i rapporti esteri. Sebbene il coordinamento della politica economica, il mercato unico interno e l’euro siano i progetti piú importanti dell’Ue, secondo Martonyi il fattore umano deve essere il focus delle politiche europee. Martonyi ha anche sottolineato che uno dei problemi piú gravi è la popolazione decrescente con la quale l’Ue si trova a dover resistere, con difficoltà, alla concorrenza globale. Oggigiorno infatti anche la dimensione della popolazione è diventata un elemento di sfida nella gara internazionale. Pur non appartenedo strettamente alla competenza comunitaria, la Presidenza dell’Ungheria vuole evidenziare l’importanza delle politiche familiari. Il governo vorrebbe mettere in rilievo anche il miglioramento dell’accoglienza sociale – integrazione delle minoranze etniche nella societá – come fattore di competitivitá accanto a quella culturale. La Presidenza ungherese ha intenzione, tra le altre cose, di rafforzare l’integrazione europea il che, secondo Martonyi, implica il mantenimento dei risultati finora ottenuti con le politiche comunitarie (es. Politica di coesione, politica agricola comune). La prioritá per l’Europa dei cittadini é quella di mettere in atto il programma di Stoccolma (programma dell’Ue per giustizia, immigrazione e sicurezza interna) e di allargare la zona Schengen alla Romania e alla Bulgaria realizzando una certa varietá culturale. Per quando riguarda gli affari esteri l’Ungheria si impegnerá al massimo per poter portare a termine le trattative di adesione della Croazia e per rafforzare la politica estera con i paesi vicini.  
   
 

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