Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 03 Novembre 2010
 
   
  IL LASCITO DI GIUSEPPE GALLO ALLA GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLA

 
   
  Genova, 3 novembre 2010 - Giuseppe Gallo, discendente da una famiglia patrizia genovese, ha deciso di ricordare nel suo testamento la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola destinandole alcune opere, segno tangibile della sua sensibile attenzione nei confronti di questa realtà museale. Per la presentazione del lascito lo scorso anno è stata organizzata, in collaborazione con la Fondazione Canevari di Genova, di cui Gallo fu per molti anni membro deputato e che è l’altro destinatario della volontà testamentaria, una giornata di studio per ricordare e ripercorrere le vicende biografiche di questo giornalista, che sin dalla giovane età scrisse numerosi articoli dedicati ad alcuni episodi storici genovesi. Con l’adesione al gruppo antifascista “Giovane Italia”, Giuseppe Gallo partecipò alla pubblicazione dei giornali clandestini “Risorgere” e “Conciliatore”, e per questo nel marzo 1944 venne arrestato e deportato nel campo di concentramento di Mauthausen. Dopo la liberazione, egli raccolse i ricordi della sua drammatica prigionia in vari articoli apparsi nel “Corriere del Pomeriggio” e su “Azione”, ricoprendo nel contempo il ruolo di inviato a Roma per “Il Secolo Xix”. Gli Atti della Giornata di studi L’articolata esperienza professionale e privata di Giuseppe Gallo è ora analizzata nella raccolta, curata da Gianluca Zanelli e Pietro Lazagna degli interventi di Gabriella Airaldi, Ombretta Freschi, Guido Levi, Pietro Lazagna, Laura Malfatto, Graziano Ruffini, Vittorio Tigrino, Gianluca Zanelli, edita a cura della Fondazione Canevari, contributi attraverso i quali vengono ricostruiti la precoce attività di giornalista, i drammatici eventi del secondo conflitto bellico di cui Gallo fu protagonista, i ruoli ricoperti dagli anni Cinquanta del Novecento, tra cui quello di Presidente dell’Associazione Ligure dei Giornalisti. Giovedì 4 novembre alle ore 17 presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola dopo l’introduzione di Bruno Ciliento, Soprintendente per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici della Liguria e Farida Simonetti, Direttore Galleria Nazionale di Palazzo Spinola gli Atti saranno presentati da Renato Tortarolo giornalista, responsabile Cultura de “Il Secolo Xix” quotidiano con il quale Gallo collaborò Saranno presenti i curatori e gli autori. Le opere del lascito di Giuseppe Gallo alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola. Il nucleo di opere che l’avvocato Gallo destinò generosamente alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola si presenta eterogeneo sia per tipologia sia per epoca. Coinvolto e attratto dalla natura del museo, nato come dimora aristocratica e successivamente divenuto realtà museale grazie a un fondamentale munifico gesto, il donatore ha destinato alla Galleria opere pittoriche, arredi e ancora una preziosa testimonianza dell’editoria genovese seicentesca. Dei tre dipinti, il più significativo è il Ritratto di dama, riferito condivisibilmente nell’atto testamentario al celebre ritrattista genovese Giovanni Maria Delle Piane detto Mulinaretto, raffinata effigie di un’anonima nobildonna databile al secondo o terzo decennio del Settecento. A questa testimonianza si aggiungono una Madonna col Bambino, attribuita a Pellegro Piola, figlio del più noto Domenico, ma più verosimilmente ascrivibile a un anonimo pittore seicentesco specializzato nella stesura di composizioni connotate da un carattere meramente devozionale e una Veduta di città da avvicinare della produzione romana di matrice nordica del secondo quarto del Seicento. Oltre a una serie di quattro poltrone di fattura ottocentesca, è stata destinata alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola anche una preziosa copia della Nobiltà di Genova di Agostino Franzone, in cui sono raccolti tutti gli stemmi delle famiglie genovesi raggruppate secondo la riforma voluta da Andrea Doria negli Alberghi.  
   
 

<<BACK