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Notiziario Marketpress di Giovedì 04 Novembre 2010
 
   
  SONDAGGIO TRA I VISITATORI DELLO STAND DEL VENETO PER CAPIRE ABITUDINI DI CONSUMO E ACQUISTO DEI PRODOTTI VENETI: MEGLIO LE AZIENDE E GLI ENTI NAZIONALI PER CERTIFICARE LA BONTÀ DEI PRODOTTI. MADE IN VENETO SIGNIFICA “TIPICO”. RADICCHIO, ASIAGO E PROSECCO I NOMI VENETI PIÙ CONOSCIUTI.

 
   
  Chi dovrebbe certificare la tipicità dei prodotti alimentari? È una delle domande del sondaggio effettuato dalla Regione del Veneto al suo stand per conoscere le abitudini di consumo dei visitatori oltre che la loro conoscenza delle tipicità venete. Il campione intervistato è di 266 persone, 172 uomini e 94 donne, età media 48 anni. Potendo scegliere, con una risposta aperta, il soggetto a cui affidare la certificazione dei prodotti, 184 preferenze sono andate all’azienda stessa, 104 a un ente nazionale, 94 agli enti territoriali locali e ben 84 a soggetti terzi come Slowfood o le Associazioni dei Consumatori. La Comunità Europa, l’organismo attualmente preposto, ottiene 44 preferenze. Un ruolo fondamentale, quello delle certificazioni, se si considera che il 61% le ritiene una garanzia di qualità e provenienza e il 30% le trova utili in fase di acquisto. Solo un’esigua minoranza le considera inutili per l’acquisto (4%), motivo di confusione (3%) o non ne conosce proprio il significato (2%). Quando acquistano un prodotto alimentare, gli intervistati sono attenti in primo luogo alla sua zona di provenienza (54%); il 29 % alle certificazioni, l’11% alla scadenza e il 9% al prezzo. Una scelta non facile, quella dell’acquisto, perché le informazioni contenute sulle etichette sono considerate ottime solo dal 5% dei soggetti. La maggioranza (55%) le considera migliorabili, mentre il 17% le trova sufficienti, il 18% insufficiente e solo il 2% le trova ininfluenti ai fini dell’acquisto. Alla domanda (aperta) “dove ha acquistato nell’ultimo mese i prodotti agroalimentari?”, la grande distribuzione riceve 156 preferenze, seguita dal negoziante di fiducia (macellaio, ortofrutta, ecc) con 138 preferenze, 124 per l’acquisto dal produttore, 54 per la gastronomia specializzata. L’80% degli intervistati ha un negozio di fiducia, nella maggioranza dei casi (51%) perché lo considera una garanzia di qualità ma anche perché si trovano prodotti altrove introvabili (20%), i prodotti sono più buoni (14%) e il personale addetto alla vendita è più competente (15%). Tra coloro che non hanno invece un negozio di fiducia, le motivazioni sono legate alla scomodità (39%), al maggiore costo dei prodotti (20%), al troppo tempo necessario per fare la spesa nei negozi rispetto all’ipermercato (17%). Il 2% non ritiene che il negozio di fiducia garantisca un valore aggiunto in termini di qualità (2%), mentre al 22% non interessa. Ha un produttore di fiducia il 63% degli intervistati, soprattutto perché considera i prodotti più buoni (34%) o più sani (31%); per il l0% si tratta di una scelta consapevole per ridurre l’impatto ambientale, il 7% apprezza il minore costo, infine l’8% si sente in questo modo più vicini alla natura. Il 37% tra quelli che non ha un produttore di fiducia, motiva la scelta soprattutto per la scomodità dell’acquisto (40%), la perdita di tempo (20%). Solo il 17% non è interessato, ma il 23% sostiene di sentirsi meno tutelato in questa forma di acquisto diretto. I visitatori del Salone del Gusto mostrano una consapevolezza e un’attenzione a ciò che mangiano in che conferma come questa fiera sia una vetrina perfetta per i prodotti tipici Veneti. Il fatto che un prodotto sia Made in Veneto evoca tra gli intervistati in primo luogo l’idea di tipicità (68%), per il 14% è un valore positivo, per il 7% è indice di bontà, per il 6% è più sano, solo il 5% considera l’informazione ininfluente, mentre nessuno associa ai prodotti veneti valori negativi. Alla richiesta di indicare tre prodotti agroalimentari associati al Veneto, i più citati sono stati, nell’ordine: Radicchio, formaggio Asiago, Vini (generico), Prosecco e Amarone  
   
 

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