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Notiziario Marketpress di Venerdì 05 Novembre 2010
 
   
  PADOVA: NERAMADRE: MOSTRA-ISTALLAZIONE PER IL SESSANTESIMO DI MEDICI CON L´AFRICA CUAMM 11 NOVEMBRE 2019 / 20 GENNAIO 2011

 
   
  Sarà il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ad inaugurare, l´11 novembre, "Neramadre", la mostra-istallazione nata dalla collaborazione artistica e creativa di Aldo Cibic e di Enrico Bossan, ideata per "immergere" i visitatori nei sessanta anni di attività di Medici con l´Africa Cuamm. Nel cuore di Padova, nel Liston, la vasta area pedonale prospiciente l´antica Università e lo storico Caffè Pedrocchi, un tunnel di luce accoglie i visitatori della mostra "Neramadre" promossa per ricordare i primi sessant´anni di lavoro di Medici con l´Africa Cuamm. Medici con l´Africa Cuamm, è la prima ong in campo sanitario riconosciuta in Italia e la più grande organizzazione italiana per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane. Medici con l´Africa Cuamm è oggi attiva in 15 ospedali, 25 distretti (per attività di sanità pubblica, assistenza materno-infantile, lotta all´Aids, tubercolosi e malaria, formazione), 3 centri di riabilitazione motoria, 4 scuole infermieri, 3 università, in Angola, Etiopia, Kenya, Mozambico, Sud Sudan, Tanzania, Uganda. Pur attrezzata per intervenire anche per emergenze temporanee e calamità, Medici con l´Africa Cuamm ha scelto, da sempre, di impegnarsi in progetti a lungo termine, in un´ottica di sviluppo e non di puro "pronto soccorso", per far crescere i Paesi in cui opera sino a garantire servizi di qualità accessibili a tutti. Medici con l´Africa Cuamm ha sede a Padova dove è stata ufficialmente fondata il 3 dicembre del 1950, appunto sessant´anni fa. Da allora, gli "anni lavoro" all´estero dei medici e dei tecnici dell´organizzazione sono stati 4.330, nelle aree più disagiate e complesse del continente africano. Ed è questa continuità di lavoro, questi 4.330 anni a fianco e con l´Africa, a dare il senso più autentico della mostra e rappresentano l´esperienza che si intende far vivere a chi vorrà entrare in quel tunnel, non a caso definito come "esperienziale". L´istallazione, nata da una collaborazione artistica e creativa di Aldo Cibic e di Enrico Bossan, "inghiotte" il visitatore lungo un percorso che va dall´esclusione, dalla negazione del diritto alla salute, alla sua ricerca, fino al desiderato conseguimento: il conforto, la consolazione del ricevere assistenza, cura, formazione. È contemporaneamente l´immersione in una storia di impegno iniziata sessant´anni fa e che non è ancora finita: che ogni minuto si arricchisce di nuove realizzazioni e speranze, ma anche di difficoltà, sconfitte e istanze cui non si è riusciti a corrispondere. Suoni, immagini, video-interviste rendono il visitatore partecipe di un viaggio nel "lavoro che non ha mai fine", quello continuo e silenzioso di chi cerca salute, guarigione, assistenza, protezione e di chi la offre, una guerra combattuta dai medici ai confini del mondo, verso l´ultimo miglio. A emergere, al di fuori e al di là di ogni retorica celebrativa, sono il senso, il valore, la fatica, il quotidiano di un percorso nell´affermazione concreta, tangibile del diritto alla salute per i più svantaggiati: mamme e bambini. Certo quella che si vive è una realtà di guerra: 4,5 milioni di bambini sotto i 5 anni e 265.000 madri muoiono ogni anno in Africa. Sono le cifre di un genocidio. Eppure gran parte di queste morti sono legate alla gravidanza e al parto e potrebbero essere evitate. La possibilità di un futuro per loro è anche quella che Medici con l´Africa Cuamm si impegna ad assicurare a tutte le mamme e a tutti i bambini delle aree in cui opera. Per questo Medici con l´Africa Cuamm lancia, proprio in concomitanza con i suoi sessant´anni di concreta testimonianza sul campo, una grande campagna di raccolta fondi. L´obiettivo, ambizioso ma realizzabile con l´aiuto di tutti, è di assicurare gratuitamente parti assistiti in condizioni normali, ma anche complicate, garantendo tutti i servizi sanitari di base legati alla sopravvivenza della mamma e del bambino compreso il parto cesareo, se necessario. Cosa banale per il nostro mondo, ma ancora un miraggio per gran parte dell´Africa. Ma è un miraggio a portata di mano, come invitano a pensare i dolci sorrisi dei bambini e delle mamme che accompagnano il visitatore verso l´uscita dal tunnel di luce. Mamme come quelle della etnia karimojong che hanno voluto preservare il tunnel di luce con un recinto di rami intrecciati da loro. È un simbolo della difesa necessaria, vigile, attenta, del diritto alla salute per tutti, continuamente minacciato.  
   
 

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