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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Novembre 2010
 
   
  LOMBARDIA: CASE ALER, AL VIA CORSO PER 361 PORTIERI SOCIALI VERA E PROPRIA EVOLUZIONE DEL SISTEMA SOCIALE

 
   
  Milano, 8 novembre 2010 - Un corso "intensivo" di formazione per accrescere e specializzare la figura del portiere tradizionale, migliorando, di conseguenza, l´individuazione e la segnalazione di persone bisognose di assistenza e di informazione e prevenendo, allo stesso tempo, azioni di disturbo, atti di vandalismo o occupazioni abusive. E´ quello che frequenteranno 361 persone scelte dall´Aler di Milano e che è stato presentato il 4 novembre alla presenza dell´assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti. "Un lavoro ´atipico´ lo definirebbe qualcuno - ha detto Zambetti - una vera e propria evoluzione del sistema sociale, invece, lo definisco io. La nostra è una società in cui la vita media si allunga e il processo di invecchiamento è costante. Oggi abbiamo quanto mai la necessità di ricostruire una vera e propria rete operativa di professionisti, appositamente formati, che hanno il compito di vigilare attivamente fornendo assistenza e appoggio alle persone più fragili, come gli anziani o le famiglie più deboli, non sempre autosufficienti". I portieri avranno quindi un grande compito: presteranno anche aiuti concreti, piccoli, ma essenziali, come pagare le bollette, fare la spesa, accompagnare l´anziano dal medico. "Sapere di poter contare sul supporto di ´un amico di fiducia´ - ha sottolineato Zambetti - è confortante e placa gli animi dei familiari stessi, che, non potendo personalmente essere presenti, si rivolgono agli operatori sociali incaricati dall´Aler per ricevere notizie dei propri cari". Al termine delle lezioni, dunque, i portieri saranno ancora più preparati per offrire il loro servizio e la loro professionalità agli inquilini degli stabili di loro competenza e saranno anche più formati per affrontare situazioni di disagio e indirizzare le famiglie con particolari difficoltà. E´ un servizio, quello di cui si è parlato oggi, nato nel 2000 e che, dal 2007 ad oggi, conta circa 153.000 prestazioni. "Ciò ha dimostrato - ha aggiunto Zambetti - quanto la scelta sia stata opportuna e in linea con le esigenze individuali di uno specifico target di riferimento. Una sperimentazione che deve poter procedere con successive azioni graduali, che con il tempo si consolidano e si sviluppano, perché capaci di produrre effetti positivi". "Presidiare il territorio, conoscere bene i servizi che offre il quartiere, sbrigare pratiche e commissioni varie, prestare ascolto a domicilio, svolgere un ruolo di collegamento tra gli inquilini e le istituzioni, in particolare con gli operatori sociali presenti nel quartiere - ha concluso Zambetti - credo sia un esempio, anzi l´esempio, di cosa significhi creare le condizioni per un welfare all´avanguardia e dal volto umano".  
   
 

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