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Notiziario Marketpress di Lunedì 08 Novembre 2010
 
   
  TRENTO : "LA PRATICA TEORICA", PER UNA RELAZIONE CORRETTA FRA PAESAGGIO E PROGETTO A SARDAGNA INCONTRI PROMOSSI DALLA SCUOLA DI GOVERNO DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO

 
   
  Trento, 8 novembre 2010 - La Scuola di governo del territorio e del paesaggio istituita dall´esecutivo provinciale per agevolare, attraverso la formazione, quel salto culturale necessario al Trentino dopo i fondamentali cambiamenti in ambito istituzionale e di pianificazione urbanistica, promuove due incontri dedicati al paesaggio come elemento centrale delle comunità e degli individui, come riferimento principale per il governo dei territori. Il primo incontro si è svolto il 4 novembre nel tardo pomeriggio a Sardagna davanti ad un pubblico composto principalmente da professionisti della pianificazione. Relatore l´architetto Sergio Crotti professore ordinario di Composizione Architettonica al Politecnico di Milano. Il progetto, secondo lo studioso, deve essere la testimonianza autentica del proprio tempo e solo attraverso una traccia metodologica di progetto-paesaggio che preveda il raggiungimento di una sintesi si può arrivare ad una progettazione armonica. Molti gli elementi che concorrono alla corretta relazione di paesaggio-progetto e, nel binomio pratica-teoria sono da ricercare le criticità dell´attuale pianificazione. Il nesso fra pratica e teoria è un legame di struttura dialettico e i tue termini sono insopprimibili eppure - dice Crotti - nel senso comune sì dà più senso alla pratica dimenticando che la teoria è un procedimento di conoscenza che vale come regola scientifica". Perchè la pratica richiede la teoria? Perchè, secondo il professore, la teoria riesce a rendere coerente la pratica dei propri limiti ma anche dei propri obiettivi. Spesso la pratica è insufficiente e costituisce la falsa coscienza della realtà. Ecco allora che la teoria interviene ad illuminare la pratica. Non ci sono sforzi apprezzabili nel nostro contesto per quanto riguarda la pratica, non si intravede una teoria unificata nel paessagio "ed è per questo - dice lo studioso - che bisogna ripiegare sul fronte delle discipline della pianificazione attivando la pratica teorica del piano". Insomma quello verso il paesaggio non può essere un procedimento deduttivo ma piuttosto un approccio conoscitivo e dialettico. Coordinate da Giulio Andreolli e Chiara Bertoli - componenti del Comitato scientifico della Scuola di governo del territorio e del paesaggio, così come Paola Matonti che ieri sera ha presentato al pubblico le finalità dell´incontro e più in generale gli scopi della formazione proposta ai professionisti della pianificazione - le due sessioni in programma sono dedicate al rapporto fra paesaggio e pianificazione. E quelli presentati ieri dall´architetto Crotti sono studi originali sviluppati per la progettazione architettonica e urbana, che mettono paesaggio e progetto in relazione attraverso processi di trasformazione qualitativa, definiti morfogenesi insediativa, vale a dire ponendo attenzione sulla relazione strutturale che il binomio progetto-paesaggio, implica. "Un nesso inscindibile e vincolante - dice Crotti - che costituisce una coppia dialettica e che sviluppa una reciproca influenza e relazione". Approfondita e tecnica la relazione di Sergio Crotti che ha parlato di paesaggio come di un termine eterogeneo, variabile, plurimo, polissemico e del fatto che alcuni studiosi francesi abbiano definito il paesaggio come "ambiguo". "Fino al Seicento - ha detto il professore - il paesaggio non ha avuto autonomia propria e compare come scena, come ornamento, come proiezione simbolica. Prende più evidenza a partire dal Settecento prima nel Regno Unito e poi in Francia. Il paesaggio comincia ad essere citato come entità in sè in un ruolo di rispecchiamento della presenza individuale di chi lo osserva. Da qui si determina una specie di unione fra uomo e paesaggio, dove l´uomo è il soggetto e il paesaggio diventa l´oggetto". Ma il paesaggio, nella sua accezione generale, ha delle variazioni che dipendono da molti fattori e si articola in una sua oggettività di elementi. Le scienze umane e quelle naturali sono i due ambiti che al paesaggio hanno dato maggior attenzione. "Negli ultimi anni - dice Crotti - anche l´ambito geografico se ne sta interessando e punta a rendere possibile una Scienza del paesaggio che permetterebbe di fare sintesi in un ambito di grande importanza". Usa il termine antropogeografico, Crotti, e sostiene che il paesaggio sta passando da una concezione statica ad una più dinamica. Il paesaggio è un valore ecologico, economico e sociale "perchè - sottolinea lo studioso - è il risultato di un equilibrio produttivo elaborato dall´uomo e, in questo senso, la valorizzazione gioca un ruolo fondamentale". Il paesaggio è in sè stesso una rete di significati intesi in modo differente e utilizzato in modo diverso. E´ un patrimonio che spesso non è riconosciuto come tale. E´ un termine "crocevia" che può essere inteso come incontro oppure come punto dal quale si dipartono direzioni diverse e opposte ed è questo attualmente, secondo gli studiosi francesi, a prevalere. Crotti ha ricordato come approcci diversi tendano a disperdere le energie. Nell´ambito delle discipline di piano e di paesaggio il concetto di paesaggio ha a che fare con il territorio che è una risorsa storica e, come processo culturale, attribuisce valore allo spazio. "Progetto - dice il professore - nell´accezione riferita al paesaggio, non può essere dissociata dal termine piano a cui va riconosciuta una interna progettualità che si esplica a diversi livelli e che scompone il piano in tessere differenti e in diversi livelli di pianificazione". Il progetto, secondo il professore di Composizione Architettonica è caricato di notevoli responsbilità e difficoltà. "Le difficoltà maggiori del progetto consistono nelle possibilità di correlarsi al contesto in modo corretto. E´ indubbio che il progetto è sempre un intervento modificativo ed è un fattore di trasformazione".  
   
 

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