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Notiziario Marketpress di Venerdì 12 Novembre 2010
 
   
  IL TERMALISMO COME RISPOSTA ANTICA AI BISOGNI DI SALUTE DEL NOSTRO SECOLO

 
   
  È l’opinione di Christian-françois Roques, presidente del Consiglio scientifico dell’Association française pour la recherche thermale (Afreth) e vicepresidente di Femtec, espressa a margine del 63° International scientific congress of the World federation of hydrotherapy & climatotherapy (Femtec), appena conclusosi ad Hammamet (Tunisia), dal tema “Tradition, innovation & quality control”. “La medicina termale del nostro secolo deve fondarsi sulle basi di quella esercitata cent’anni fa” afferma Roques. “Deve esserlo sia sul lato terapeutico in generale, sia su quello curativo per malattie croniche, permettendo a questi pazienti di stabilizzare il loro stato, puntando sulla prevenzione terziaria. A tal fine occorre che ora la medicina termale si ponga obiettivi più  ambiziosi, e in particolare è necessario che identifichi quali sono i bisogni di salute della società attuale, legati all’invecchiamento della popolazione, e a un aumento delle patologie croniche”. Secondo Roques, uno stile di vita adeguato può prevenire o ritardare le malattie croniche: ci riferiamo al ricorso alla dietetica, all’attività fisica, all’educazione sanitaria. “È fondamentale che il termalismo si rifaccia a questi temi per permettere al paziente, in aggiunta a quanto possa fare l’approccio tradizionale, che rimane utile, di trovare nel sistema termale un modello di salute globale e di prevenzione”. Termalismo, benessere e scienza s’incontrano. Due modi d’interpretare il settore si stanno fondendo all’insegna della prevenzione. È l’opinione del professor Zeki Karagulle, presidente dell’International society of medical hydrology and climatology, espressa a margine del 63° International scientific congress of the World federation of hydrotherapy & climatotherapy (Femtec), appena conclusosi ad Hammamet (Tunisia), dal tema “Tradition, innovation & quality control”. “Esistono due modi d’interpretare l’idrologia, la talassoterapia e la climatoterapia” spiega Karagulle. “Il primo è quello euro-mediterraneo, che s’inspira all’evidence based- medicine, vale a dire a studi scientifici, figlio della medicina “ortodossa”; questo modello avrà un futuro. Il secondo è quello molto diffuso negli Stati Uniti, in Asia e Oceania, dove il comparto è assimilato a quello delle “Spa wellness”, vale a dire concepito come medicina alternativa, o complementare, finalizzata al mantenimento in forma e al prendersi cura di se stessi. Ebbene, in tal modo quest’ultimo modello si avvicina sempre più alla moderna prevenzione, contribuendo a far fondere i due modelli”. Quanto al modello tunisino, Zeki Karagulle ritiene si tratti di una delle tante varianti regionali del medesimo tema, le cui peculiarità consentono a ciascun Paese di differenziarsi e di offrire una vasta scelta all’utente. Terme, la Tunisia si appresta a superare l’Italia per diventare leader globale. Al via un tandem italo-tunisino che si affermerà come modello mondiale È quanto ha affermato la dottoressa Siliem Hmissa, direttrice dell’École superieure des sciences téchniques de la santé di Sousse (Tunisia), a margine del 63° International scientific congress of the World federation of hydrotherapy & climatotherapy (Femtec), appena conclusosi ad Hammamet (Tunisia), dal tema “Tradition, innovation & quality control”. “Puntiamo a un modello tunisino valido a livello globale” ha affermato Hmissa “sviluppato attraverso una stretta collaborazione con l’Italia”. I motivi? Anzitutto, secondo Hmissa, perché il livello formativo degli operatori è maggiore non solo di quello francese, ma pure di quello italiano, che prevede solo Master di secondo livello per medici. In secondo luogo, per via delle molte strutture termali, talassoterapiche e climatoterapiche in via di sviluppo in tutto il Paese nordafricano. Che vanta una tradizione maturata a partire dall’epoca romana. Attualmente, in effetti, la Tunisia conserva la sua seconda posizione mondiale, dopo l’Italia. Le cifre lo testimoniano: 170mila turisti l’anno (il 50 per cento francesi), una cinquantina di centri specializzati che occupano circa 1200 operatori, 20mila turisti nelle stazioni termali. A cui si aggiungono strutture realizzate secondo standard internazionali, competenza e un buon rapporto qualità/prezzo. L’italia, dal canto suo, non sta a guardare. Insieme alle istituzioni tunisine si appresta a varare un Master di primo livello, rivolto agli operatori del settore non medici, presso la Scuola di specializzazione in Idrologia Medica dell’Università di Milano, diretta dal professor Umberto Solimene, attualmente segretario generale di Femtec  
   
 

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