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Notiziario Marketpress di Mercoledì 10 Novembre 2010
 
   
  IMMIGRATO FOR PRESIDENT

 
   
  Milano, 9 novembre 2010 - Dilma Rousseff, neopresidente del Brasile postLula, è immigrata di seconda generazione. Come Obama. E in Italia quando avremo l’Immigrato for President? L’osservatorio Gfk Eurisko sugli Immigrati aiuta a capire il se e il come. Dopo la crisi si profilano con più precisione richieste verso il mondo dell’offerta dei beni di prima e seconda necessità, e dei servizi di cittadinanza: consapevolezze crescenti dei diritti di consumo. Gli immigrati in Italia crescono di numero (cinque milioni) e in capacità di domanda verso di noi che li ospitiamo. Le donne e gli uomini che stanno creando un inedito meticciato socioculturale se interrogati rispondono con attese precise, non divergenti da quelle di noi autoctoni, troppo spesso convinti di una “superiorità” che origina solo da pregiudizi. L’ultima edizione dell’Osservatorio Immigrati consegna alcuni dati che meritano approfondimenti anche per il loro rilievo sociopolitico. 1. La fiducia verso le banche aumenta in misura significativa. Dal confronto tra il 2006 ed oggi la fiducia passa dal 47% nel 2006 al 60% nel 2010. Quali i motivi dell’aumentato valore degli Istituti Bancari per gli immigrati? E’ probabile che l’attenzione selettiva ai nuovi clienti con la creazione di touch point dedicati abbia favorito l’aumento di reputazione positiva. Nel 2006, dai gruppi di discussione, emergeva un’Italia delle banche ostile e incapace di intercettare i bisogni di chi era da poco arrivato nel nostro Paese. Oggi, dice il nostro Osservatorio, la percezione è migliorata. Da non dimenticare che la reputazione migliorata è anche stata favorita dall’immagine positiva delle banche italiane rispetto ai profili speculativi e finanziariamente rischiosi delle banche all’estero. 2. L’altro dato su cui riflettere riguarda l’atteggiamento verso la politica italiana. Nello specifico, il desiderio e la propensione a votare. Ebbene, tale propensione è crollata dal 2006 ad oggi. Il 60% degli immigrati oggi non manifesta desideri di partecipazione politica, mentre nel 2006 era solo il 33% che segnalava disinteresse. Siamo alla caduta di credibilità dei partiti, di tutti, sinistra compresa. In sostanza, la politica sta sempre meno intercettando i desideri e i bisogni degli immigrati, mentre i servizi, come le banche, stanno recuperando, impegnandosi nel cogliere i bisogni di questi nuovi segmenti. 3. Recuperano valore e desiderabilità anche le grandi marche dei beni di largo consumo, dal food & drink, ai prodotti per la casa, all’healthcare. Le grandi marche sono sempre più valutate positivamente, in particolare le marche italiane. Ipotesi. Gli immigrati sono cittadini senza politica, alla ricerca di nuove identità che, per ora, sono rappresentate dalle istituzioni e dai brand frequentati nei percorsi di vita. E domani? Quali percorsi identificativi saranno loro riservati?  
   
 

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