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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Novembre 2010
 
   
  IL RAP DEL “MOSCATO”

 
   
  Navigando sul web abbiamo scoperto che almeno due (ma non è escluso che ce ne siano altri) rapper americani utilizzano la parola “moscato” nei loro testi provocatori, proponendo abbinamenti non molto lontani da quelli sperimentate durante i nostri seminari (o esercizi di apertura mentale, come amiamo definirli) o attribuendo al vino in questione proprietà afrodisiache. E’ il caso di Waka Floka Flame, al secolo Juaquin Malphurs (nato il 31 maggio 1986), che in No hand canta in slang “I’ma sip Moscato And you ‘gon lose dem pants”, tradotto “sorseggio Moscato e tu ti sfili i jeans” e continua con “Moscato got her freaky Aye you got me in a trance”, ovvero “il Moscato la euforizza, tu mi mandi in trance”. In “Invented sex”, titolo altrettanto eloquente, Trey Songz (Tremaine Aldon Neverson (nato a Petersburg il 28 novembre 1984), fa un uso della parola “moscato” più attinente ai nostri costumi ed alle sue caratteristiche organolettiche con le parole “its a celebration clap, clap bravo lobster and shrimp and a glass of moscato for the girl whos a student and her friend whos a model finish the whole bottle/ è un’occasione speciale, batti le mani, bravo, aragosta e gamberi e un bicchiere di moscato per la ragazza che studia e la sua amica che è una modella ha finito la bottiglia”. A quanto pare ai giovani piace l’aromaticità del moscato al punto da cantarla. E questo è un buon segnale. Non resta che far provare a tutti il nostro Moscato d’Asti docg e il nostro Asti docg: comprenderanno che solo sulle nostre colline l’uva moscato bianco si esprime al meglio (e troveranno nuove ispirazioni!).  
   
 

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