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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Novembre 2010
 
   
  RISPETTO, LA PAROLA-CHIAVE PER UN FUTURO SOSTENIBILE VANDANA SHIVA DAVANTI AL PUBBLICO DI PARMA: “SALVAGUARDARE LA BIODIVERSITÀ E DIFENDERE IL NOSTRO ESERCIZIO DELLA LIBERTÀ E DELLA DEMOCRAZIA”.

 
   
   Parma – C’è una parola chiave nella conversazione che Vandana Shiva ha tenuto ieri alla Camera di commercio di Parma, dopo aver ricevuto dalla Provincia il “Premio San Martino per la biodiversità” 2010. Questa parola è “rispetto”. Rispetto per la terra, per i suoi prodotti, per il cibo, per la natura e per i suoi ritmi. Rispetto per le persone e per i loro diritti: diritti fondamentali, come quelli al cibo e all’acqua. Rispetto per la biodiversità, da sempre centrale nel pensiero e nell’idea di futuro della scienziata indiana, che stimolata dalle domande del presidente di Last Minute Market Andrea Segrè, preside della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, ha parlato di tanti dei “suoi” temi. Dal ruolo delle donne come “custodi della biodiversità”, e motori veri per uno sviluppo sostenibile, alla necessità assoluta di salvaguardare la dimensione locale, dagli sprechi (“Se vogliamo cominciare a non produrre scarti dobbiamo imparare a rispettare il cibo come tale e come espressione della terra e della biodiversità, perché il cibo è espressione di una comunità”) all’acqua come diritto da non svendere, dalla fame nel mondo alla cattiva nutrizione, agli standard di sicurezza talvolta eccessivi che tagliano le gambe ai piccoli produttori (“Io a volte arrivo a pensare che siano pensati per distruggere le produzioni a livello locale; tutto questo io l’ho chiamato fascismo alimentare”). “Quando erano le donne e i piccoli agricoltori che producevano gli alimenti, questi alimenti erano nutrimento: per il suolo, per gli animali, per la famiglia, per la comunità. Quello che invece ha fatto la produzione industriale è trasformare il cibo da nutrimento a commodity, a bene di consumo, che ha valore solo in quanto commerciale”, ha detto la scienziata indiana, che ha aggiunto: “Per risolvere il problema della cattiva nutrizione e del cattivo modo di mangiare bisogna produrre del cibo vero, un cibo per il quale dobbiamo avere rispetto e che dobbiamo coltivare con cura e amore per il nostro futuro”. La democrazia, secondo Vandana Shiva, passa anche da qui: “Il primo passo per riconquistare la democrazia è recuperare la natura: la terra, la biodiversità, i semi, l’acqua, tutto ciò che è fondamentale per creare cibo vero. Altra cosa da recuperare sono le capacità, che ci mostrano come si può produrre qualcosa. Le persone che hanno queste capacità magari non hanno titoli universitari ma possono insegnarci il futuro”. Un futuro che per essere davvero sostenibile deve partire da una diversa considerazione dell’uomo e dei suoi diritti: ancora, dunque, dal rispetto. Il rispetto dell’uomo in quanto persona. “Il problema non è la specie, perché la maggior parte delle società nella maggior parte delle epoche storiche ha conosciuto il concetto del limite, che è cruciale; l’idea della crescita senza limiti si basa sull’idea dei consumi senza limiti. La specie dunque non è il problema, il problema è che un gruppo ristretto di uomini potenti per tanti secoli ha invece considerato la specie in modo distorto. Il problema è che noi per secoli siamo stati definiti come delle macchine per il consumo. E anche il povero Obama, che recentemente è stato in India, tutto quello che è venuto a dirci è stato “comprate”: “comprate questo, comprate quello…”. Uscire invece da quest’idea, dall’idea delle “macchine per il consumo” e del consumo senza limiti, significa fare un passo deciso e decisivo verso la libertà: “Quello che dobbiamo fare è riuscire a salvaguardare la nostra biodiversità – ha spiegato Vandana Shiva - e difendere maggiormente la nostra pratica della libertà e della democrazia”. L’incontro è stato chiuso dall’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, che ha illustrato “la scelta di campo dell’Emilia-romagna a favore della conservazione della biodiversità”.  
   
 

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