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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Novembre 2010
 
   
  TESSILE: NONOSTANTE LA CRISI ABBIA LASCIATO TRACCE EVIDENTI NEI CONTI DELLE IMPRESE (NEL 2009 OLTRE UN’IMPRESA SU DUE HA AVUTO UNA REDDITIVITA’ NEGATIVA), I NUOVI MIX CONSENTONO DI GUARDARE CON RITROVATA FIDUCIA AL FUTURO DEL DISTRETTO.

 
   
   Si è tenuta ieri presso il Centro Tessile Serico la conferenza stampa che precedeva l´incontro "Il futuro prossimo dell´industria tessile comasca: fra crisi e possibilità di ripresa". Sono intervenuti: Massimo Trabattoni – Vice Presidente Gruppo Filiera Tessile Confindustria Como; Giuseppe Schirone – Manager di Prometeia; Patrizia Di Cicco – Senior Economist di Prometeia. Massimo Trabattoni (Vice-presidente, Gruppo Filiera Tessile, Confindustria Como) “Stiamo vivendo una fase di straordinario cambiamento, nella quale ciascun imprenditore sta compiendo sforzi “eccezionali” per attrezzarsi - in base alla propria storia e al proprio mix di competenze distintive - agli scenari post crisi. Questi sforzi, però, rischiano di essere vanificati in assenza di comportamenti pro-attivi da parte di tutti gli altri stakeholder dell’industria” Como, 17 novembre 2010 – Si è tenuto a Como, presso il Centro Tessile Serico, il secondo incontro annuale dell’”Osservatorio Tessile”, l’appuntamento periodico organizzato dal Centro Tessile Serico in collaborazione con Prometeia, una delle principali società di consulenza in Italia. L’appuntamento di fine anno, prendendo spunto dall’analisi degli effetti della recessione sui bilanci 2009 delle imprese, ha analizzato gli interventi messi in campo dalle aziende, non solo per resistere, ma anche per attrezzarsi adeguatamente per competere negli scenari post-crisi. In apertura dei lavori, Massimo Trabattoni (Vice-presidente Gruppo Filiera Tessile, Confindustria Como) ha sottolineato come la straordinaria fase di cambiamento in cui ci troviamo, imponga a ciascuna azienda sforzi “eccezionali”. In questo contesto, l’Osservatorio Tessile rappresenta uno strumento cruciale che, pensato originariamente come cruscotto statistico-economico del comparto, sta diventando sempre più una “fabbrica” di spunti di riflessione strategica da mettere a disposizione degli stakeholder del nostro distretto (imprese, parti sociali, istituti bancari, istituzioni e poli formativi). E l’analisi dei modelli di business utilizza ti (spesso con successo) per fronteggiare la crisi, contenuta in questa edizione dell’Osservatorio, oltre a fornirci numerosi suggerimenti operativi che ci inducono a guardare con rinnovata fiducia al futuro, ci spinge a ribadire con forza le nostre richieste per interventi di policy che possano potenziare ulteriormente il nostro “saper fare” industria. La nostra fiducia viene infatti minata solo dall’analisi dei fattori esterni che impattano sulla nostra competitività: per esempio, il gap del 30% che scontiamo rispetto ai nostri competitor avanzati (non parliamo quindi di Cina ed India…) sia con riferimento ai costi energetici che nella produttività del lavoro non sono semplicemente più sostenibili negli scenari che si profilano per i prossimi anni. Giuseppe Schirone (Manager Prometeia) ha sintetizzato i risultati dell’analisi aggiornata al 2009 sul distretto serico comasco, cercando poi di leggerli in chiave prospettica alla luce delle diverse strategie competitive delle aziende. Il drastico calo della domanda sperimentato da fine 2008 si è inevitabilmente riflesso in forti deterioramenti di redditività e degli equilibri finanziari. I dati “ufficiali” dei bilanci confermano infatti quei caratteri di durezza e pervasività che erano già ben noti nel “sentiment” delle imprese: nel 2009, il 90% delle aziende del distretto ha visto ridursi il fatturato (-25% la flessione complessiva media) e oltre un’impresa su due ha avuto una redditività delle vendite negativa. Al di là di questa necessaria attività di contabilizzazione degli effetti della crisi, in questa fase risulta tuttavia molto più interessante guardare “in avanti” e riflettere sia sugli scenari di domanda che si profilano che sugli interventi messi in campo dalle aziende del tessile comasco per competere nel mondo post-crisi. Guardando al quadro di domanda, Schirone ha segnalato come da inizio 2010, grazie soprattutto al traino dell’export di accessori tessili, il serico (in un percorso che lo accomuna al sistema moda nel suo insieme) ha iniziato a recuperare terreno. Le tensioni sui prezzi delle materie prime e le attese di un nuovo rallentamento del commercio mondiale portano tuttavia a ritenere che la strada verso il recupero dei livelli di attività pre-crisi sia ancora lunga e tortuosa. Se dal lato della domanda permangono quindi numerosi elementi di incertezza, Schirone ha tuttavia sottolineato come guardando all’altro lato del mercato, quello dell’offerta, le news sono più incoraggianti. Gli interventi messi in campo dalle aziende, prima per resistere e poi per prepararsi adeguatamente per gli scenari post-crisi, inducono infatti ad un maggiore ottimismo: “Le nuove strategie competitive adottate dalle aziende - finalizzate all’individuazione della miscela perfetta fra la qualità necessaria per mantenere la leadership nell’alto di gamma, l’efficienza e la velocità produttiva fondamentali per cogliere le nuove opportunità del fast fashion, e l’irrobustimento dei propri network commerciali nei mercati extra-Ue – rappresentano infatti la migliore garanzia della capacità di molte aziende del distretto di intercettare ogni “refolo” di ripresa, non importa quando, come e dove si presenterà”. Patrizia Di Cicco (Senior Economist, Prometeia), riprendendo le risultanze dell’analisi di bilancio, ha evidenziato come – nel 2009 - le maggiori penalizzazioni lungo la filiera sono state accusate dai comparti caratterizzati da una maggiore rigidità dei costi di struttura, quali la Tessitura e le Aziende Verticalizzate. All’opposto, invece, i Converter hanno mostrato una “migliore capacità di tenuta”, sia in termini di crescita che soprattutto di redditività. I motivi sono rintracciabili non solo in una struttura media dei costi più leggera e più flessibile rispetto agli altri comparti, ma anche nel mix di offerta che, per molti degli operatori analizzati, è focalizzato negli accessori tessili, unico comparto tessile in parte risparmiato dalla crisi. Inoltre, relativamente alla “taglia” dimensionale, i bilanci del 2009 confermano maggiori difficoltà per le piccole imprese (con fatturato inferiore ai 10 milioni di euro), che già nel 2008 avevano visto azzerarsi la redditività, e la migliore tenuta delle medie imprese.  
   
 

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