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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Novembre 2010
 
   
  NUOVA SCOPERTA SULL´UOMO DI NEANDERTHAL: EBBE UNA VITA INTENSA E BREVE

 
   
  Bruxelles, 18 novembre 2010 - I bambini dell´uomo di Neanderthal crescevano molto più velocemente di quanto non facciano i bambini di oggi, questo il risultato di una nuova ricerca. Gli studiosi ritengono che i bambini dell´uomo di Neanderthal maturassero più in fretta perché costretti a confrontarsi con situazioni estremamente rischiose per la loro incolumità, mentre i loro parenti più stretti maturarono più lentamente ma ebbero una vita più lunga. I risultati della ricerca sono pubblicati nella rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas). Il team, coordinato da ricercatori provenienti dall´Università di Harvard (Stati Uniti), dall´Istituto Max Planck di antropologia evoluzionistica (Mpi-eva) in Germania e dal francese Laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone (Esrf), ha utilizzato strumenti molto sofisticati, in particolare un nuovo "supermicroscopio" e una tecnologia avanzata a raggi X per esaminare la dentatura di 11 campioni di uomini di Neanderthal e fossili umani (tra cui il primo fossile di ominidi) , rinvenuti in Belgio nel biennio 1829-30. Questa complessa analisi ha rivelato che l´individuo a cui appartenevano alcuni dei resti aveva appena tre anni al momento della morte e non, quindi, quattro o cinque come ritenuto finora. I risultati di questo ultimo studio lasciano supporre che la gradualità del nostro sviluppo, così come la durata del periodo di infanzia, siano in realtà caratteristiche relativamente nuove e proprie della nostra specie. I ricercatori ritengono che il vantaggio evoluzionistico che i primi esseri umani ebbero sull´uomo di Neanderthal, scomparso ormai 28.000 anni, sarebbe da ricercare proprio in questa peculiarità. "Questo nuovi metodi offrono l´opportunità unica di studiare le origini di una peculiarità propria della nostra specie, ovvero il passaggio, certo vantaggioso per quanto dispendioso, da una strategia primitiva del ´vivere intensamente ma per breve tempo´ alla strategia del ´vivere lentamente ma a lungo´ che ha consentito agli esseri umani di diventare gli organismi più resistenti del pianeta", ha spiegato la Professoressa Tanya Smith del Dipartimento di biologia umana evolutiva e primo autore dello studio. Grazie a uno sviluppo e una maturazione più lenti, gli esseri umani moderni sono probabilmente riusciti ad acquisire capacità cognitive più complesse e maggiori capacità di apprendimento. È stato questo, con un buon margine di probabilità, a consentire all´Homo sapiens di avere un più ampio vantaggio sull´uomo di Neanderthal. L´analisi della dentatura consente di comprendere lo sviluppo nel suo complesso, come dice la Professoressa Smith: "I denti sono dei veri e propri ´registri´ del tempo che passa, in loro resto impresso il trascorrere del tempo proprio come succede con i cerchi degli alberi che ne rivelano lo sviluppo annuale". Certo contare le linee potrebbe non essere un metodo innovativo, ma lo è farlo "in pratica" mediante la tomografia micro-computerizzata del sincrotrone. "Colpisce ancora di più che i nostri primi molari contengono un minuscolo ´certificato di nascita´ e che proprio questa linea consenta agli scienziati di calcolare con esattezza l´età di un bambino al momento della morte", ha commentato la Professoressa Smith aggiungendo che dall´analisi risulta che i bambini dell´uomo di Neanderthal avessero accumulato molto stress. I risultati dello studio dimostrano inoltre che altri primati si sviluppano più velocemente, hanno tempi di gestazione di ridotti, si riproducono in giovane età e hanno un´aspettativa di vita a inferiore a quella dell´uomo moderno. Gli esemplari femmine di scimmie sono un caso esemplare: l´età media in cui danno alla luce il primo figlio è 13 anni, rispetto ai 19 dell´uomo moderno. "Non ha senso prolungare l´infanzia se poi non vi è la certezza di vivere a lungo", sottolinea la Professoressa Smith. I ricercatori devono tuttavia ancora determinare in che momento è avvenuto questo cambiamento dopo la differenzazione dai primati non umani avvenuta circa 7 milioni di anni fa. Il team ha accertato che i denti dei bambini dell´uomo di Neanderthal crescevano molto più velocemente rispetto a quanto accade nella nostra specie e in alcuni gruppi di umani moderni che lasciarono l´Africa circa 100.000 anni fa. Questo, non va comunque dimenticato, non è che uno dei molti studi che hanno contribuito ad accrescere le conoscenze tra le differenze evoluzionistiche, per quanto sottili, tra noi e l´uomo di Neanderthal. Inoltre, il recente sequenziamento del genoma dell´uomo di Neanderthal offre importanti indizi genetici sulle differenze nello sviluppo craniale e scheletrico. Allo studio hanno partecipato anche studiosi provenienti da altri istituti tedeschi e statunitensi e da Belgio, Croazia, Francia e Regno Unito. Per maggiori informazioni, visitare: Università di Harvard: http://www.Harvard.edu/   Istituto Max Planck di antropologia evoluzionistica (Mpi-eva): http://www.Eva.mpg.de/english/press.htm  Laboratorio europeo di radiazione di sincrotrone (Esrf): http://www.Esrf.eu/  Pnas: http://www.Pnas.org/    
   
 

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